Il singhiozzo nel neonato è, di solito, una condizione fisiologica e benigna, che nella quasi totalità dei casi rientra spontaneamente.
Tuttavia, se il singhiozzo è persistente potrebbe essere necessario intervenire, affinché tale fenomeno non ostacoli il riposo e il sonno del bambino.
Vediamo, insieme, di fare chiarezza.
Le cause
I neonati hanno una respirazione prevalentemente addominale e quindi diaframmatica. Ad ogni atto inspiratorio il diaframma dovrebbe scendere e la pancia gonfiarsi e ad ogni atto espiratorio dovrebbe risalire e la pancia sgonfiarsi. Quando il diaframma dovrebbe scendere e non riesce a scendere (per presenza ad esempio di troppa aria), il diaframma va in blocco ed ecco il singhiozzo.
In ogni essere umano, neonati compresi, il singhiozzo (o singulto) è una contrazione ripetuta e involontaria del diaframma (il muscolo che separa la cavità toracica dall’addome e dagli organi che esso contiene), a cui segue una rapida contrazione della glottide laringea.
A ciò fa seguito l’espulsione dell’aria inspirata, con una chiusura improvvisa delle corde vocali e l’emissione del caratteristico suono.
Le contrazioni hanno un andamento ritmico, con una successione che varia dai 20 ai 60 singhiozzi al minuto (quindi un singhiozzo ogni 3, 2 o 1 secondo). Tale avvenimento è controllato da un gruppo nervoso composto da:
- nervo frenico;
- nervo vago;
- nervo glosso-faringeo;
- nervi intercostali.
Il singhiozzo, dunque, è un riflesso onnipresente (colpisce indistintamente uomini e donne, a prescindere dall’età e dall’etnia), è un fenomeno che non ha alcuna ripercussione sulla respirazione o sulla salute in generale e non costituisce alcun pericolo, né negli adulti, né nei bambini o neonati.
Questo è ciò che succede a livello meccanico; tuttavia non è sempre chiaro perché succeda.
Senz’altro tra i fattori scatenanti del singhiozzo nel neonato vi sono:
- Sistema digestivo non ancora maturo nel neonato.
- Avidità nell’ingestione degli alimenti (latte), poiché i lattanti voraci ingurgitano molta aria nel mentre.
- Attacco al seno scorretto.
- Poiché nel neonato la valvola presente tra l’esofago e lo stomaco non funziona ancora alla perfezione, può succedere che durante la nutrizione il cardias si distenda e stimola la contrazione del diaframma causando il singhiozzo.
- Crisi di pianto (con ingestione di aria).
- Emozione o ansia.
- Sbalzi improvvisi di temperatura.
Fisiologicamente, alcuni neonati sono più inclini di altri ad avere il singhiozzo, anche se si può dire che ogni neonato abbia degli episodi di singhiozzo durante i primi mesi di vita.
Si tratta, infatti, del riflesso più diffuso nei neonati e si stima che il 2,5% del tempo di un lattante sia trascorso con il singhiozzo presente. Tale fenomeno diminuisce, poi, con il trascorrere dell’infanzia, con occasionali episodi durante il resto della vita.
Il singhiozzo è presente anche nel feto ed è chiaramente percepito anche dalle donne incinte, a causa del movimento ritmico che lo contraddistingue. Il singhiozzo nel neonato comincia, infatti, alla nona settimana di gestazione (anche se all’inizio non è sempre percepibile dalla futura mamma).
I rimedi per il singhiozzo nel neonato
Di solito il singhiozzo cessa spontaneamente, senza che vi sia la necessità di un intervento da parte di un genitore o di un adulto.
A volte, però, il singhiozzo può essere fastidioso per il bambino, specie durante le ore del suo riposo. In questo caso, può essere d’aiuto conoscere ed applicare qualche accorgimento.
Questi rimedi sono naturali e sicuri per la salute del neonato:
- Cercando di far deglutire il neonato, quindi attaccandolo al seno e provare ad allattarlo è il metodo più fisiologico e raccomandato. Se non lo ha appena assunto, il singhiozzo potrebbe essere incentivato da un eccesso di aria nella pancia, che il bambino potrebbe avere ingerito perché affamato. Riempire quel vuoto (quella fame) con del latte, in questo caso, è la soluzione più opportuna per far cessare il singulto.
- Dopo i sei mesi di vita si può utilizzare un cucchiaio di acqua a temperatura ambiente (un cucchiaino di acqua tiepida è la prima soluzione: contrasta il contrarsi del diaframma e provoca l’interruzione del singhiozzo.)
- Uno starnuto indotto. Provocare lo starnuto nel bambino, ad esempio esercitando del solletico con una piuma passata delicatamente sotto al naso (anche se ciò non ha sempre successo) è un’altra possibilità per far smettere il singhiozzo nel neonato.
- Dare il ciuccio al neonato, massaggiando contemporaneamente la sua schiena, può far terminare di singhiozzare. Dopo il primo mese di vita, perché l’utilizzo del ciuccio è sconsigliato nel primo mese di vita.
- Trattamento osteopatico sul diaframma, sulla zona cervicale dove ci sono i nervi che innervano il diaframma e a livello intestinale.
Quello che non va mai fatto è tappare le narici al bambino: nonostante tale metodo possa essere efficace per un adulto (così come trattenere il respiro) è assolutamente sbagliato e pericoloso per un neonato.
Cosa fare in caso di singhiozzo frequente?
In genere, il singhiozzo è un fenomeno che non desta particolari preoccupazioni, proprio perché innocuo e perché tende a risolversi spontaneamente.
Il singhiozzo transitorio, pertanto, non causa alcun problema al neonato.
Nel caso in cui, però, il singhiozzo duri alcune ore consecutive o vi siano altri sintomi nel bambino o, ancora, si noti una scarsa crescita nel lattante, è opportuno consultare il pediatra con tempestività.
Infatti, se così fosse, il singhiozzo potrebbe essere indice di un problema più serio alla base:
- problemi agli organi interni (come la pericardite);
- disturbi all’apparato digerente (come il reflusso gastroesofageo);
- alterazioni dei centri nervosi che controllano il singhiozzo (come nel caso dell’occlusione di un vaso sanguigno, di un infezione o di un tumore);
- malattie metaboliche;
- cardias ancora un po’ difettoso, che predispone a una contrazione involontaria del diaframma.
A parte questi casi davvero molto rari, ricordiamo che il singhiozzo non è un fenomeno che deve destare particolari allarmismi e non comporta, di per sé, rischi o problemi per il neonato. È un atteggiamento fisiologico e molto comune nel neonato.