La ricrescita e i capelli bianchi non sono sicuramente un dramma: esistono, però, persone che vogliono gestire questa situazione con regolarità.
Vi è, ovviamente, la possibilità di ricorrere alle tinte fai-da-te, usare i prodotti giusti e seguire alla lettera le istruzioni per l'uso.
Ecco qualche utile esempio.
Tutti i tipi di tinte
Ma quali sono i tipi di tinture per capelli?
Esistono tre principali tipi di tinture.
Vediamole.
Tinture temporanee
Le colorazioni temporanee non penetrano nella struttura del capello, ricoprendo solo la superficie esterna.
Vengono utilizzate, solitamente, per cambiare la tonalità del colore donando ai capelli diverse sfumature, senza eccessivi stravolgimenti: sono infatti chiamate riflessanti.
Ricordiamo, infine, che si tratta di prodotti pronti per l’uso, acquistabili sotto forma di shampoo, maschere o mousse.
Tinture semipermanenti
Le tinture semipermanenti, invece, raggiungono anche gli strati superficiali del capello, oltre alla superficie esterna.
Vale lo stesso principio delle colorazioni temporanee: non consentono una rivoluzione del colore ma, di certo, permettono una copertura totale dei capelli bianchi, sebbene limitata nel tempo.
Vi è poi una caratteristica comune: le tinture temporanee e semipermanenti vengono progressivamente rilasciate con il lavaggio dei capelli.
Per le prime sono sufficienti uno o due lavaggi, per le semipermanenti, invece, dai sei ai dieci.
Tinta permanente
Arriviamo ora alle tinture permanenti, utilizzate principalmente per coprire i capelli bianchi e modificare il proprio colore naturale.
A differenza delle tinte temporanee e semipermanenti, penetrano in profondità andando ad alterare il pigmento naturale del capello.
Generalmente, quando si acquistano le tinte al supermercato, abbiamo a che fare con una serie di prodotti da miscelare prima dell’uso:
- agente alcalino, necessario per rendere permeabile lo strato esterno del capello e permettere alle sostanze ossidanti e decoloranti (come l’acqua ossigenata) di penetrare in profondità: le tinte per capelli senza ammoniaca come agente alcalino sono sempre più diffuse, ricoprendo il 70-80% del mercato europeo;
- agente colorante, costituito da una sostanza incolore che, in seguito a ossidazione, si trasforma colorante, permanente e stabile alla luce.
Tinture naturali: una buona alternativa fai-da-te
È possibile anche produrre tinte per capelli naturali, con ingredienti di uso quotidiano. Certo, i risultati sono generalmente più blandi.
Perché, però, non fare un tentativo?
Ci sono alcune “ricette” interessanti.
Eccole:
- caffè, aceto e miele: per ravvivare i capelli castani, il caffè rappresenta un’ottima opzione. Mettete sul fuoco una moka per 4 persone e mischiate in una bacinella i fondi e il caffè, l’aceto bianco, un cucchiaio di miele. Applicate con un massaggio la vostra tinta al caffè sui capelli bagnati (ma non troppo!). Lasciatela in posa per una mezz’ora, avvolgendo la testa nella pellicola;
- salvia: anche la salvia è una valida soluzione per i capelli scuri. Sono necessari 200 g di foglie di salvia essiccate, da versare in una pentola con un litro di acqua, da portare ad ebollizione. Filtrate poi le foglie con un colino e lasciate raffreddare. Versare l’infuso sul cuoio capelluto e sui capelli asciutti, massaggiare per qualche minuto e poi ripetere un paio di volte l’operazione prima di lasciare definitivamente in posa – come un impacco – per 15 minuti;
- zenzero e camomilla: sono gli ingredienti perfetti per i capelli biondi. Procuratevi: 200 g di camomilla in fiori e una radice di zenzero, da mettere a bollire in un litro l’acqua. Dopo 30 minuti, filtrate il contenuto da versare sui capelli. Lasciate in posa (magari coprendo il capo con la pellicola) per 20-30 minuti, e date il via al risciacquo.
Ovviamente, non ci si può aspettare i risultati di una classica tinta permanente, come abbiamo visto.
Tinte per capelli: le controindicazioni
Anche per le tinte per capelli valgono alcune raccomandazioni: mai utilizzarle se il cuoio capelluto presenta tagli o irritazioni. Il rischio di peggiorare la situazione, rallentando la guarigione, è molto alto.
Non è raro che, a dopo l’impiego di tinte per capelli, compaiono effetti indesiderati, dermatite in primis.
Nessun timore, farmacista, dermatologo o medico di base riusciranno a risolvere il problema in pochi giorni.
Nel frattempo, è bene comunicare gli effetti indesiderati al Ministero della Salute, allegando una certificazione medica che possa testimoniare la comparsa del disturbo.
Tali segnalazioni, infatti, potrebbero essere di grande aiuto agli organi istituzionali che monitorano i prodotti cosmetici in commercio, sempre a tutela della salute del consumatore. Perché, dunque, non approfittare di questa possibilità?
Tinte e tumori? Facciamo chiarezza
Partiamo da un presupposto ormai innegabile. Le tinture prodotte prima del 1980 contenevano alcuni agenti, sospetti o noti, cancerogeni - ora sostituiti con sostanze decisamente più sicure.
Anche per questo motivo si era diffusa l’idea - sia tra la popolazione sia in campo medico - che vi fosse un legame con lo sviluppo di tumori.
A sostenere questa ipotesi sono stati alcuni studi epidemiologici che correlavano una maggiore incidenza di tumore alla vescica a parrucchieri e barbieri che, come sappiamo, hanno a che fare quotidianamente con tinte e simili.
Tali dati, però, non sono stati confermati: un numero altrettanto nutrito di studi, soprattutto quelli condotti in Europa, ha dato infatti risultati negativi e analisi recenti di tutti i dati disponibili (metanalisi) hanno indicato l'assenza di correlazione tra uso di tinture e tumori.
Al momento, quindi, non ci sono dati scientifici che supportino le notizie pubblicate in internet sulla relazione tra tinture per capelli e cancro.