Il fruttosio è assorbito a livello dell’intestino tenue e viene quindi veicolato al fegato; tuttavia, se viene assunto in quantità eccessive, può superare la massima capacità di assorbimento, andando incontro a un processo di fermentazione, causando gonfiore e dolori addominali.
A livello del fegato, il glucosio viene metabolizzato e trasformato molto lentamente in glucosio che viene riversato in circolo lentamente; tuttavia, questa capacità di trasformazione ha un limite, per cui, se assunto in eccesso, il fruttosio viene convertito in acido lattico o in trigliceridi, che verranno poi dismessi nel circolo sanguigno o depositati nel fegato stesso, causando steatosi epatica.
Come per tutti gli zuccheri semplici, anche per il fruttosio l’apporto quotidiano non dovrebbe superare il 10-12% delle calorie totali giornaliere.
Lo si trova principalmente nella frutta, ma ci sono anche altri alimenti che lo contengono, tra questi si possono ricordare:
Il fruttosio possiede un potere dolcificante di circa il 30% superiore a quello del glucosio e il doppio se confrontato col saccarosio. Ha, oltretutto un basso indice glicemico, se confrontato con quello del saccarosio e del glucosio.
Se si consuma troppo fruttosio, quello che il fegato non riesce a smaltire si trasformerà in trigliceridi, depositandosi nel tessuto adiposo anche a livello egli organi interni (es. fegato); questa condizione può portare anche alla comparsa di un quadro di insulino-resistenza, peggiorando i livelli di glicemia; pertanto, è sconsigliato il suo utilizzo nei soggetto diabetici.
Sempre nell’eventualità che si assuma troppo fruttosio, il suo metabolismo produrrà molto acido urico, una molecola che può depositarsi in forma cristallina nelle articolazioni e provocare un attacco gottoso. A causa di ciò, anche i livelli di glicemia rimangono alti, ripercuotendosi sulla resistenza all’insulina.
Una patologia che può essere diagnosticata già nei primi anni di vita è la fruttosemia (conosciuta anche come “Intolleranza ereditaria al fruttosio”, ovvero una malattia che scaturisce dopo un’assunzione esagerata di alimenti contenenti fruttosio.
È una rara malattia metabolica che comporta un’incapacità a metabolizzare il fruttosio e quindi la sua assunzione può provocare sintomi avversi la cui gravità vari da soggetto a soggetto; tra questi vi sono:
Con l’eliminazione del fruttosio dalla dieta i sintomi regrediscono; l’unica terapia consiste nell’eliminazione dalla dieta di tutte le fonti di fruttosio, saccarosio e sorbitolo.
Avendo una capacità bassa di far aumentare la glicemia, è consigliato come sostituto del saccarosio. Preferibile assumerlo sottoforma di frutta, non come dolcificante.