Erbe officinali: cosa sono?
Si definiscono “officinali” le
erbe e
piante che grazie alle loro
proprietà terapeutiche, sono impiegate in campo medico e farmacologico.
Molte piante ed erbe officinali crescono in modo spontaneo, dalla loro lavorazione deriva la produzione di oli essenziali, unguenti, tisane e cosmetici.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce con medicinali le piante ed erbe che "contengono in uno o più organi, sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o preventivi o che sono precursori di emisintesi chemiofarmaceutiche".
Le proprietà curative di una pianta o erba medicinali non sono universalmente riconosciute: una stessa pianta o erba può essere definita medicinale in uno stato piuttosto che in un altro, a seconda del tipo di legislazione in vigore.
Storia delle erbe officinali
L’
impiego di erbe officinali risale sin dall’antichità, ecco qualche testimonianza:
- nell’antico Egitto piante ed erbe officinali venivano largamente utilizzate per compiere le procedure di mummificazione;
- nell’antica Grecia si sviluppa il concetto di piante ed erbe con impiego medico;
- risale al I Secolo DC la creazione del primo orto medicale per la coltivazione di erbe curative;
- nel Medioevo, ad opera degli Arabi, viene scoperto l’alcool, derivato dalla distillazione di erbe e piante officinali;
- tra il XI e il XIII secolo vengono composti i primi testi farmaceutici nei quali vengono esplicitate le proprietà curative di erbe e piante officinali;
- nel ‘500 viene redatto ad opera di Pier Andrea Mattioli il testo di medicina “Discorsi” dove vengono esplicitate evidenze degli effetti curativi di piante ed erbe medicinali;
- nel ‘700 nasce la farmacologia moderna: le proprietà curative di erbe e piante officinali vengono estese alla fitoterapia e omeopatia.
Proprietà delle erbe officinali
Innumerevoli sono le
proprietà terapeutiche di erbe e piante medicinali, tra le quali ricordiamo:
-
aloe vera, reperibile sotto forma di gel o altri tipi di cosmetici, nota per le sue proprietà lassative, antisettiche e antinfiammatorie;
-
maggiorana, un concentrato di vitamina C e oli essenziali, dalle importanti proprietà antisettiche;
-
malva, utilizzata largamente per contrastare infiammazioni del cavo orale;
-
anice stellato, a favore della digestione;
-
anice verde, svolge un’importante azione antibatterica soprattutto a carico dell’apparato respiratorio;
-
mirto, grazie alla vitamina C si distingue per le proprietà astringenti e antisettiche;
-
origano, noto analgesico;
-
liquirizia e melissa, grazie alle loro proprietà toniche e diuretiche, ideali per chi vuole dimagrire;
-
ginseng, ideale per chi vuole dimagrire velocemente;
-
ricino, l’olio che ne deriva è noto per le sue proprietà emollienti;
-
ginepro, importante pianta diuretica;
-
menta, nota per le sue proprietà digestive;
-
rucola, ampiamente usata in cucina, è un ottimo depurativo e digestivo.
Come si utilizzano?
Delle piante ed erbe officinali si utilizza la “droga”, ovvero foglie, semi, radici, corteccia, parti che contengono i principi attivi, ovvero il
fitocomplesso. L’azione congiunta dei principi attivi rende piante ed erbe officinali uniche in termini di
proprietà curative, concentrazione difficile da riproporre in laboratorio.
Le erbe officinali sono facilmente reperibili in commercio sotto forma di tisane, unguenti, oli essenziali, profumi e altri cosmetici.
Quali erbe sono dannose in gravidanza e allattamento?
Seppure naturali e dalle prestigiose proprietà curative, alcune
piante ed erbe officinali devono essere assolutamente evitate in
gravidanza o durante il periodo di
allattamento, in quanto contengono
principi attivi che possono causare danni allo sviluppo del nascituro.
Piante ed erbe curative di cui si sconsiglia fortemente l’uso sono:
- frangula, rabarbaro, senna, cascara, aloe vera, dalle proprietà lassative, possono generare contrazioni e conseguenti minacce d’aborto o nascite premature;
- finocchio e menta, per rischio allergeni;
- menta e finocchio, a rischio allergia per la concentrazione di principi;
- salvia e carciofo, rallentano la produzione di latte materno.
L’uso di erbe è altamente sconsigliato nei primi tre mesi di gravidanza, nel periodo successivo e durante l’allattamento è consigliato procedere a somministrazione di erbe e piante esclusivamente su consiglio medico, per evitare spiacevoli inconvenienti come allergie o altri effetti collaterali.