Si tratta di un trattamento radioterapico usato per la cura del cancro. Ormai considerato sorpassato si basa su raggi gamma irradiati dai radioisotopi di cobalto 60. Mentre i raggi colpiscono direttamente il cancro, il cobalto lo deteriora, andando a toccare solo le cellule malate e lasciando intatte quelle sane.
Tutto parte dal dottor Harold E. Johns che, nel 1949, chiese l’autorizzazione al National Research Council di produrre isotopi di cobalto 60. Il primo paziente sottoposto a questa terapia si ebbe nel lontano 27 ottobre del 1951 in Ontario, al Victoria Hospital di London.
Nello stesso periodo fu costruito un secondo apparecchio per questo tipo di terapia, prodotto dalla Eldorado Mining&Refining Ltd.
Fu realizzata da questa società anche la prima unità per la telecobaltoterapia usata in Italia, e la prima in tutta Europa, utilizzata dall’ospedale di S. Lorenzo di Borgo Valsugana nel 1953.
Si tratta di una struttura in acciaio e piombo, e da una testata che contiene il cobalto 60. La fonte delle radiazioni e esterna all’organismo, di forma cilindrica e del peso di pochi grammi, ed è costituita da dischi, impilati tra loro, di cobalto.
La testa dell’unità, quella contenente il materiale radioattivo, produce un cono di radiazione, circoscritto alla zona d’ombra da lui prodotta. Per evitare che le radiazioni si disperdano in tutte le direzioni, il cobalto 60 è chiuso in una testata di piombo o tungsteno, che la fa assomigliare ad una bomba. In questa struttura viene poi praticato in foro che permette ai raggi gamma di colpire solo la zona che va sottoposta al trattamento. Poiché il materiale radioattivo con il tempo decade, è necessario aumentare in modo proporzionale l’esposizione del paziente al trattamento, aumentandone la durata per garantire un’efficacia della terapia. Il periodo di vita del cobalto 60 è di 5 anni, ma se dopo questo periodo non è più efficace le sue scorie restano pur sempre radioattive, motivo per cui l’uso di questa macchina va diminuendo.
Si tratta di un isotopo radioattivo e instabile del cobalto, che, una volta decaduto, emette radiazioni. Grazie alle sue proprietà disintegranti sul DNA viene usato per rendere inoffensivi i microrganismi di ogni tipo.