La scintigrafia ossea è una tecnica diagnostica per immagini, utilizzata per valutare l'anatomia dello scheletro e soprattutto eventuali alterazioni vascolari e metaboliche delle ossa.
La scintigrafia ossea è innanzitutto un esame indolore. Le dosi di isotopo somministrate sono molto basse e non comportano rischi significativi per il paziente, anche se l'utilizzo della tecnica scintigrafica rimane controindicato in gravidanza. Infatti nelle donne in età fertile la scintigrafia ossea viene eseguita entro i dieci giorni successivi all'ultimo ciclo mestruale proprio per escludere il rischio di una gravidanza in corso. Poiché alcune sostanze radioattive possono passare nel latte materno, durante l'allattamento la scintigrafia ossea può essere rimandata oppure eseguita salvo sospensione dell'allattamento per un periodo più o meno lungo. Inoltre, i traccianti non sono mezzi di contrasto per cui sono esclusi fenomeni allergici o altri disturbi.
La scintigrafia ossea non richiede alcuna particolare preparazione. Circa tre ore prima dell'esame viene somministrato al paziente, per via endovenosa, il radiofarmaco. Dopo la somministrazione è consigliato al paziente di bere molto per favorire l'eliminazione del radiofarmaco dopo l'esame. Prima di eseguire l'esame, inoltre, è necessario rimuovere gli oggetti metallici che potrebbero modificare la rilevazione delle radiazioni.
La durata della scintigrafia ossea è di circa 20 minuti. In questo tempo si chiede al paziente di stare fermo mentre il dispositivo rilevatore acquisisce le radiazioni emesse dal paziente che vengono convertite in immagini da un computer. Il radiofarmaco deve però essere iniettato circa 3 ore prima dall'esame per dare tempo al tracciante di accumularsi nello scheletro.