Lo stent ureterale è un tubo flessibile utilizzato per il drenaggio dell'urina dal rene alla vescica o verso un apparato esterno utilizzato per la raccolta delle urine.
Lo stent ureterale viene utilizzato quando un uretere si ostruisce a causa di:
Spesso viene impiegato durante o dopo interventi chirurgici del tratto urinario, lo stent può rimanere in sede per un breve periodo (giorni o settimane) o per un lasso di tempo maggiore (settimane o mesi).
Per l'inserimento dello stent ureterale viene utilizzato un citoscopio, atto a individuare l'ostio ureteterale attraverso cui far scorrere lo stent. Quasi sempre si ricorre a un filo guida per il suo corretto posizionamento. Al termine della procedura sia il citoscopio che il filo vengono rimossi.
Lo stent ureterale deve essere periodicamente sostituito per prevenire fratture all'interno del catetere o la formazione di incrostazioni. La sostituzione dello stent è consigliata circa ogni sei mesi, con maggiore frequenza in pazienti con predisposizione a calcoli.
Tra i rischi che possono insorgere a causa dell'inserimento di uno stent ureterale sono elencabili:
Gli stent ureterali dotati di filo possono essere rimossi in pochi secondi semplicemente tirando il filo stesso; può essere fatto da un'infermiera, così come dal paziente stesso. Gli stent senza filo devono essere invece rimossi da un medico mediante l'esecuzione di una cistoscopia.
La cistoscopia è una procedura diagnostica finalizzata all'esplorazione visiva delle pareti interne di uretra e vescica, in modo da individuare eventuali anomalie ed effettuare prelievi di tessuto a scopo diagnostico e/o terapeutico.
Qualora l'impianto di uno stent ureterale non fosse possibile l'alternativa è la nefrostomia, ovvero l'introduzione di un tubicino attraverso la cute sul fianco del paziente. Il tubo viene essere collegato ad una sacca di drenaggio esterno.