Buona parte delle epatectomie vengono effettuate nel caso di tumori epatici, che siano essi benigni o maligni. Nel caso di tumori benigni, parliamo di adenoma epatocellulare, emangioma epatico e iperplasia nodulare focale.
Per quanto riguarda, invece, i tumori maligni, ci riferiamo alle metastasi e ai tumori primitivi. Questi, emergendo dal cancro del colon-retto sono tra i più comuni e i più soggetti alla resezione chirurgica. Il tumore più comune del fegato è il carcinoma epatocellulare /tumore maligno primitivo).
L’epatectomia viene effettuata tramite intervento chirurgico con anestesia totale. L’accesso chirurgico è possibile tramite una laparatomia, tipicamente da un’incisione sottocostale bilaterale. Un approccio anteriore, uno dei più innovativi, è reso più semplice dall’ecografia intraoperatoria.
Il sanguinamento è la complicazione più temuta e può essere motivo di reinterventi urgenti. Un’altra possibile complicazione è la fistola biliare, sebbene sia ulteriormente non soggetta al trattamento chirurgico. Le complicazioni polmonari, come atelettasia e versamento pleurico, sono comuni pericoli in pazienti che soffrono già di una malattia polmonare.
Le infezioni sono relativamente rare.
Per avere degli ottimi risultati è consigliabile prendere in considerazione un trattamento combinato con la chemio o con un trattamento biologico. Prima dell’intervento, l’assunzione di agenti citotossici, dati solitamente per le metastasi al colon rettale, o la chemioembolizzazione per il carcinoma epatocellulare, possono ridurre la massa tumorale, permettendo così la resezione; con questa sarà possibile rimuovere una parte o una buona porzione di fegato. Queste procedure possono essere aiutate dall’applicazione di una morsa al fegato, minimizzando così la perdita di sangue.