Conosciuto anche con il nome di terapia elettroconvulsivante, TEC ed ECT l’elettroshock è un terapia nata nel 1938, che usa la corrente elettrica sul cervello umano come trattamento contro le convulsioni e i problemi psichiatrici.
L'elettroshock si effettua mediante l'applicazione sul cranio di corrente elettrica alternata di breve durata, in modo tale da provocare perdita di coscienza nel soggetto e spasmo muscolare. A ciò segue una breve fase di rilassamento muscolare e una crisi convulsiva.
I possibili effetti collaterali dell'elettroshock sono confusione e perdita della memoria degli eventi prossimi al periodo del trattamento. Entrambi gli effetti scompaiono generalmente nell'arco di un'ora dal risveglio.
Studi americani ne hanno dimostrato l’efficacia:
Esiste una sola controindicazione a questa tecnica, che non va usata in pazienti che soffrono di ipertensione intracranica.
Sì, infatti non ci sono controindicazioni legate all’età.
Si crede che vada a correggere le anomalie biochimiche che portano a gravi depressioni. Inizialmente si ha una deplezione dei neurotrasmettitori che vanno a stimolare i neuroni che ripristinano i neurotrasmettitori liberati durante le crisi. Va a lavorare anche sulla stimolazione dei fattori di crescita neuronale.
Di solito, il numero di sedute che servono per avere dei risultati variano da un minimo di 6 ad un massimo di 12. Si somministrano 2 giorni a settimana. I primi benefici si notano dopo due o tre sedute, ma ne sono necessarie almeno sei per consolidare i risultati.
Di norma il trattamento è ben tollerato. Si possono però presentare:
Questi disturbi scompaiono in poche ore. Più lenti a scomparire sono:
Si inizia spiegando al paziente di che cosa si tratta. Dopo aver firmato il consenso informato si procede con analisi del sangue, visita cardiologica e visita anestesiologica.
Si procede poi con la riduzione o sospensione (soprattutto nel caso di IMAO e anticoagulanti) della somministrazione di farmaci. Dalla mezzanotte del giorno precedente all’intervento non si può né bere né mangiare.
Una volta in sala lo psichiatra deciderà potenza e posizionamento degli elettrodi e dopo aver fatto anestetizzare il paziente somministrerà l’impulso elettrico. Dopo circa un’ora il paziente è lucido e pronto per tornare a casa.