I derivati xantinici sono agenti che assomigliano alle xantine naturali come:
Le principali azioni farmacologiche delle xantine sono l'inibizione della fosfodiesterasi presente nel tessuto, che aumenta i livelli cellulari di AMP ciclico mediante l'inibizione della sua ripartizione e del metabolismo.
Le xantine sono anche gli antagonisti del recettore dell'adenosina.
Le azioni dei derivati xantinici possono essere importanti per i loro effetti sull'albero bronchiale, con conseguente rilassamento della muscolatura liscia.
I derivati xantinici sono quindi principalmente usati per il sollievo di broncospasmo causato da asma o malattia polmonare ostruttiva cronica. La xantina più utilizzata in questi casi è teofillina.
Le xantine svolgono anche altre attività mediate dai loro effetti sulle diverse fosfodiesterasi del tessuto, incluse l'inibizione della funzione piastrinica e la vasodilatazione arteriosa.
Queste attività possono trovare un potenziale utilizzo nella prevenzione della trombosi arteriosa e, quindi, nella prevenzione dell'infarto miocardico e dell'ictus.
La vasodilatazione causata dalle xantine è stata utilizzata per il trattamento della claudicatio intermittes (pentossifillina).
Le xantine possono anche stimolare il muscolo, le cellule cardiache e i neuroni.
Le xantine possono causare una lieve diuresi.
Le xantine hanno inoltre diversi effetti collaterali minori come:
Queste sostanze tuttavia sono in gran parte ben tollerate nelle dosi usate per il trattamento di asma e bronchite cronica.
Le xantine molto raramente possono causare danno epatico indotto da farmaci; la maggior parte dei casi sono però lievi e dovuti a una reazione da ipersensibilità o al sovradosaggio.