Il biofeedback è una tecnica che aiuta ad avere un certo controllo sulle normali funzioni involontarie dell’organismo, tra cui:
Le funzioni involontarie sono controllate dal sistema nervoso e variano in risposta all’ambiente, agli stati d’animo e all’esercizio fisico.
Il meccanismo d’azione del biofeedback non è noto, ma è stato ipotizzato che esso promuova il rilassamento, il quale a sua volta può aiutare ad alleviare una serie di condizioni correlate allo stress.
Durante una sessione di biofeedback, sulla pelle vengono posti degli elettrodi e possono essere utilizzati anche dei sensori per le dita. Questi elettrodi e sensori inviano un segnale ad un monitor, il quale emette un suono o mostra un lampo di luce o un’immagine che rappresenta:
Quando si è sotto stress, queste funzioni cambiano:
Una volta che il monitor mette in evidenza questi segni dello stress, si può cercare di controllare tali funzioni rallentandole.
Solitamente le sedute di biofeedback sono condotte nello studio di un terapista, ma esistono dei software che consentono di realizzare le sessioni comodamente a casa, attraverso il proprio computer. Tuttavia, un terapista è più consigliato, poiché è anche in grado di far praticare degli esercizi di rilassamento, che possono aiutare ad affinare il controllo di specifiche funzioni corporee.
Gli esercizi usati sono diversi, tra cui:
Con l’esercizio è possibile allenarsi fino a riuscire a controllare le funzioni organiche senza aver bisogno degli strumenti che segnalano quando è il momento di porre in atto un controllo e di rilassarsi.
Il biofeedback è utilizzato per prevenire o trattare alcune condizioni, incluse:
Diversi tipi di biofeedback sono usati per monitorare diverse funzioni corporee:
Ogni sessione di biofeedback dura circa 30 minuti. Solitamente i benefici si vedono dopo 10 sessioni, talvolta anche meno. Alcune condizioni, invece, necessitano di almeno 20 sessioni o più.
I benefeci del biofeedback si concretizzano nella riduzione di:
L’incontinenza urinaria femminile è una condizione sperimentata frequentemente dalle donne dopo il parto e nella terza età, spesso a causa della perdita di tonicità e sensibilità del pavimento pelvico. Per mantenere il perineo e quindi il pavimento pelvico in buono stato è necessario prima di tutto riconoscerlo ed essere in grado di attivarlo in modo più o meno spontaneo con gesti quotidiani. Quando però non si riesce a fare prevenzione e si sviluppano incontinenza urinaria o prolasso, si può intervenire con la riabilitazione attraverso diverse modalità.
Una di queste modalità è il biofeedback, appunto. Le altre possibilità sono la chinesiterapia e l’elettrostimolazione. La chinesiterapia consiste nell’esecuzione di alcuni esercizi di contrazione e rilassamento della muscolatura del pavimento pelvico. L’elettrostimolazione è utile, invece, quando i muscoli del perineo non si contraggono volontariamente in modo adeguato.
Il biofeedback può anche aiutare i bambini che bagnano il letto (enuresi notturna), così come le persone con incontinenza fecale (l'incapacità di controllare i movimenti intestinali).