Le malattie vascolari in genere colpiscono molto più di frequente il cervello rispetto al midollo. Questa minore incidenza è dovuta al fatto che le arterie spinali sono poco esposte all'aterosclerosi e solo raramente vi si depositano emboli. Le malattie vascolari che possono colpire con una certa frequenta il midollo spinale sono:
In genere, in base all'area colpita, si distinguono due tipologie di sindromi vascolari del midollo:
La sindrome midollare mediale è caratterizzata dalla triade della paralisi del nervo ipoglosso ipsilaterale con emiparesi controlaterale e perdita di sensibilità profonda.
L'infarto midollare laterale comunemente si presenta con la sindrome di Horner, o atassia, con alternanza di termoanalgesia, nistagmo, vertigini e raucedine.
Sono possibili combinazioni delle due principali sindromi, che si presentano come sindrome midollare mediale bilaterale, lesioni emimidollari e sindromi midollari laterali bilaterali.
La vasculpatia midollare si può manifestare in un certo numero di sindromi cliniche ed è causata principalmente dall'aterosclerosi.
Le sindromi midollari possono presentare una varietà di sintomi a seconda dell'entità della lesione epossono manifestarsi con dolore improvviso alla schiena, seguito da ipostenia flaccida e perdità della sensibilità. Frequentemente colpita l'arteria spinale anteriore, causando sindrome midollare anteriore.
Alcuni sintomi frequenti in caso di lesione midollare dovuta a infarto possono essere:
I fattori di rischio più comuni associati allo sviluppo di vasculopatia sono:
La risonanza magnetica può essere utile per la diagnosi clinica di infarti midollari. Individuare il sito della lesione può aiutare a prevedere quali sono le arterie coinvolte. La complessità dei sintomi di una vasculopatia midollare richiede inoltre un attento e dettagliato esame neurologico.
La prognosi a seguito di una vasculopatia midollare dipende dalla vastità dell'area colpita dalla lesione. Alcuni pazienti possono vedere una diminuzione dei sintomi entro poche settimane o mesi. Altri, invece, possono restare con significative disabilità neurologiche anche anni dopo la comparsa dei primi sintomi.
Il trattamento per la maggior parte delle sindromi midollari si concentra sul sollievo dei sintomi e sulla riabilitazione attiva per aiutare il paziente a recuperare le sue attività della vita quotidiana e a far fronte alla perdita neurologica che può essere psicologicamente devastante.
Il trattamento a lungo termine generalmente prevede l'utilizzo di anti aggreganti come l'aspirina o clopidogrel e assunzione di statine per il resto della vita, al fine di minimizzare il rischio di un altro infarto spinale.