La parola “burnout” è traducibile con il termine “bruciato” e in psichiatria indica una sindrome comportamentale di disagio che si manifesta in molte professioni.
Si tratta di una perdita di stima personale e di interesse verso le persone con le quali si lavora.
Comporta un abbassamento della dignità, dello spirito e della forza di volontà in ambito lavorativo.
Il burnout può essere considerato una sorta di stress lavorativo, causato anche da problemi sociali più ampi non legati soltanto al singolo individuo.
Questa sindrome ha un’incidenza maggiore nel mondo occidentale, colpisce di più giovani e non sposati, in percentuale più le donne rispetto agli uomini.
Questo disturbo si sviluppa dove è più netta la distanza tra tipologia del lavoro e caratteristiche umane del lavoratore: energia ed entusiasmo vengono progressivamente a mancare.
Ecco alcune caratteristiche specifiche della sindrome di burnout:
La sindrome di burnout è un disturbo individuale che però sempre più spesso è condizionato anche dal contesto sociale dell’ambiente lavorativo.
Ecco alcune tra le cause principali della sindrome di burnout:
Alcune caratteristiche personali possono favorire lo sviluppo della sindrome di burnout:
Questo disturbo si manifesta attraverso una sintomatologia abbastanza evidente:
Questo malessere spinge spesso l’individuo a rifugiarsi nell’abuso di alcool, psicofarmaci e droghe.
Questo disturbo è difficile da riconoscere e diagnosticare, spesso passa del tutto inosservato.
L’aiuto più efficace, di solito, è rappresentato dal ricorso ad uno psicologo.
Per risolvere il problema, tuttavia, è necessario focalizzarsi sia sull’individuo sia sul luogo di lavoro.
Ad oggi, la prevenzione rimane lo strumento migliore da mettere in campo contro il burnout.
Per fare questo bisogna accrescere l’entusiasmo ed il coinvolgimento sul posto di lavoro, favorendo anche un’aggregazione positiva fra colleghi.
Ecco, a livello pratico, alcuni suggerimenti: