Che cos’è l’intolleranza al lattosio
Il
lattosio è uno
zucchero naturale che si trova
nel latte dei mammiferi (comprese le mucche, le capre e le pecore) e che viene anche aggiunto in molti cibi e farmaci. I cibi che contengono lattosio comprendono:
- prodotti caseari, come panna, formaggi e yogurt;
- biscotti e cioccolato;
- alcuni cereali da colazione;
- alcune carni insaccate.
Oltre a essere una preziosa
fonte di energia, il lattosio aiuta l’organismo ad assorbire alcuni minerali, come il
calcio e il
magnesio. L’
intolleranza al lattosio si verifica quando l
’intestino non è in grado di scomporre e assimilare il lattosio. Questo può causare sintomi come gonfiore e dolore addominale,
flatulenza e diarrea.
L’intolleranza al lattosio è più comune tra le persone di certe origini etniche, e in particolare persone che tradizionalmente non hanno il latte nella propria dieta. Si stima che l’intolleranza al lattosio si verifichi:
- nel 20-40% delle popolazioni dell’Europa occidentale, inclusa l’Italia;
- nel 50 - 80% delle persone di etnia nera, ebrea Ashkenazi e dell’India meridionale;
- in quasi il 100% delle persone di etnia asiatica e tra gli indiani d’America.
L’intolleranza al lattosio può variare per gravità da forme lievi a forme gravi, in base a quanto lattosio viene assunto con la dieta e a quanta lattasi l’organismo produce per digerire il lattosio.
Non è possibile prevenire l’intolleranza al lattosio. Tuttavia, i sintomi della patologia possono essere alleviati evitando i cibi che contengono lattosio. Nei casi più gravi di intolleranza al lattosio, è possibile assumere per bocca compresse di lattasi per compensarne la carenza e aiutare la digestione.
Sintomi di intolleranza al lattosio
I
sintomi dell’intolleranza al lattosio compaiono dopo aver mangiato o bevuto un alimento contenente lattosio, come i prodotti caseari. I sintomi principali sono:
La gravità dei sintomi e il momento in cui essi compaiono dipende dalla quantità di lattosio ingerita. I
segni dell’intolleranza al lattosio possono essere
simili a quelli di altre patologie, come la
sindrome dell’intestino irritabile o l’intolleranza alla proteina del latte.
Cause dell’intolleranza al lattosio
L’
intolleranza al lattosio è il risultato di una
carenza di lattasi. Quest’ultimo è un enzima (gli enzimi sono proteine necessarie per il verificarsi di alcune reazioni chimiche) normalmente prodotto nell’
intestino. Se si ha una carenza di lattasi, ciò significa che l’intestino non produce quantità sufficienti di questo enzima.
Digerire il lattosio
Dopo aver ingerito qualche alimento o farmaco che contiene lattosio, esso arriva nell’intestino tenue, dopo avere attraversato l’
esofago e lo
stomaco.
La
lattasi dell’intestino dovrebbe
scomporre il lattosio in due molecole semplici, glucosio e
galattosio (un altro tipo di zucchero), che sono gli zuccheri in grado di essere assorbiti. Se non c’è abbastanza lattasi, il lattosio non viene scomposto e quello non assorbito arriva al
colon.
Qui viene attaccato dai
batteri presenti nel colon e
fermenta, producendo acidi grassi e gas, come diossido di carbonio, idrogeno e metano. La reazione del lattosio nel colon, e gli acidi e i gas che ne risultano, causano i sintomi dell’
intolleranza al lattosio.
I tipi principali di carenza di lattasi sono descritti di seguito.
Carenza di lattasi primaria
La carenza di lattasi primaria è la causa più comune dell’intolleranza al lattosio. Questo tipo di carenza di lattasi è ereditato geneticamente e di solito si sviluppa tra i due e i 20 anni.
La carenza di lattasi primaria si sviluppa quando la produzione di lattasi diminuisce a causa di una dieta povera di latte e di prodotti caseari. Questo avviene di solito dopo i due anni, quando s’interrompe l’allattamento al seno o con latte artificiale, anche se i sintomi potrebbero comparire solo molti anni dopo.
Carenza di lattasi secondaria
La carenza di lattasi secondaria è una mancanza di lattasi causata da un patologia a carico dell’intestino. Può verificarsi a qualunque età.
Le possibili cause della carenza di lattasi secondaria comprendono:
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Celiachia – La celiachia è una patologia dell’intestino causata dall’intolleranza a una proteina chiamata glutine.
-
Gastroenterite – La gastroenterite è una infiammazione dello stomaco e dell’intestino in genere su base infettiva.
-
Morbo di Crohn – Il morbo di Crohn è una patologia cronica che provoca l’infiammazione del rivestimento dell’apparato digerente.
-
Chemioterapia – La chemioterapia è una procedura utilizzata per il trattamento dei tumori.
-
Lunghi cicli di antibiotici.
Alcune patologie e terapie possono causare un abbassamento nella produzione di lattasi. A volte, la carenza è temporanea, ma se è causata da una patologia cronica potrebbe essere permanente.
È anche possibile sviluppare la carenza di lattasi secondaria più tardi nella vita, anche senza che vi sia un’altra patologia a innescarla. Questo avviene perché con l’avanzare dell’età la produzione di lattasi si riduce naturalmente.
Carenza di lattasi congenita
La
carenza di lattasi congenita è una condizione rara ereditaria che si manifesta nei neonati. Un gene responsabile causa una produzione di lattasi minima o assente. Il
gene responsabile è
trasmesso da entrambi i genitori (carattere autosomico recessivo). Questa forma si manifesta nei primi giorni di vita con sintomi piuttosto gravi e rischio di
disidratazione.
Diagnosi di intolleranza al lattosio
In genere alla
diagnosi di intolleranza al lattosio si arriva partendo dal sospetto del soggetto stesso che si accorge di una serie di disagi a livello intestinale, che lo porta a consultare un medico per effettuare ulteriori aggiornamenti. Il medico potrebbe suggerire di
rimuovere il lattosio dalla dieta per due settimane e vedere se ciò contribuisce ad alleviare i sintomi.
Una risposta positiva alla dieta già può confermare che il paziente è intollerante al lattosio. Per scoprire quanta lattasi viene prodotta nell’intestino, e quale può essere la causa dell’intolleranza, si può ricorrere ad ulteriori esami per
diagnosticare l'intolleranza al lattosio, ossia:
-
Breath Test − Il Breath Test è un esame semplice e utile ed è quello più utilizzato. Al paziente viene data da bere una soluzione di lattosio dopo una notte di digiuno. Viene poi misurata la concentrazione di idrogeno presente nell’aria che viene espirata. La misurazione è in parti per milione (ppm). Se, dopo circa un’ora, l’aria espirata dal soggetto contiene alte quantità di idrogeno (più di 20 ppm sopra la linea basale) è molto probabile che il paziente sia intollerante al lattosio. La linea basale è la quantità di idrogeno presente nell’espirato prima di bere la soluzione di lattosio.
-
Test di tolleranza al lattosio − Nel test di tolleranza al lattosio, al paziente verrà data una soluzione di lattosio da bere, e poi verrà effettuato un prelievo di sangue. Il sangue sarà poi analizzato per determinare la quantità di glucosio presente in esso. Se il paziente è intollerante al lattosio, i livelli dello zucchero nel sangue non aumenteranno oppure aumenteranno molto lentamente. Questo perché l’intestino non è in grado di scindere il lattosio in glucosio.
-
Test di tolleranza al latte − Nel test di tolleranza al latte, al paziente verrà dato un bicchiere di latte (circa 500 ml) e in seguito, verranno analizzati i livelli dello zucchero nel sangue. Se i livelli di zucchero non salgono, è possibile che il paziente sia intollerante al lattosio.
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Campione di feci − Si può prelevare un campione di feci nei neonati e nei bambini piccoli e analizzarlo. Questo metodo si usa perché grandi quantità di lattosio, come quelle che vengono somministrate durante i Breath Test, possono essere pericolose per i bambini piccoli. Invece, si prende un campione di feci e si misura la quantità di acido presente in esso. Se il neonato, o il bambino, è intollerante al lattosio, aumenteranno nelle feci gli acidi grassi, come l’acetato. Questo è prodotto dalla reazione tra i batteri nel colon e il lattosio non digerito.
-
Biopsia dell’intestino tenue − Poiché la biopsia dell’intestino tenue è una procedura chirurgica invasiva, essa è utilizzata di rado per diagnosticare l’intolleranza al lattosio. Tuttavia, può essere eseguita per confermare se i sintomi sono causati da un’altra patologia, come per esempio la celiachia. Nella biopsia dell’intestino tenue, si preleva un campione della mucosa di rivestimento dell’intestino tenue utilizzando un endoscopio (un tubicino sottile e flessibile con una luce e un dispositivo tagliente all’estremità). La procedura viene eseguita in anestesia locale. Il campione di rivestimento intestinale viene analizzato per vedere quanto lattasi contiene. Se contiene solo piccole quantità di lattasi, è probabile che vi sia un’intolleranza al lattosio.
Cure per l’intolleranza al lattosio
La terapia per
l’intolleranza al lattosio dipende da quanto il paziente è sensibile ai cibi contenenti lattosio. Solitamente, la patologia può essere tenuta sotto controllo
monitorando la propria dieta.
Se si decide di sperimentare quali cibi si possono mangiare e quali no, bisogna assicurarsi di introdurre i nuovi cibi gradualmente, anziché tutti insieme.
Il mancato apporto corretto delle sostanze nutritive contenute nei prodotti contenenti lattosio (latte e formaggi) può portare alla carenza di calcio, insieme ad altri importanti minerali. Se il bambino deve seguire una dieta priva di latte e formaggi è bene integrare la dieta con aggiunte di calcio
Latte e sostituti
In base alla gravità dell’intolleranza al lattosio, potrebbe essere necessario ridurre la quantità di latte presente nella propria dieta. Per esempio:
- alcuni potrebbero non tollerare il latte da solo o nel caffè o nel tè, ma non avere disturbi se lo prendono con i cereali;
- prodotti contenti il latte, come il cioccolato al latte, potrebbero essere assunti in piccole quantità.
Se i sintomi compaiono anche per assunzione di piccole quantità di latte, si può ricorrere a tipi di latte alternativi come il latte di soia o di riso.
Prodotti caseari
Alcuni prodotti caseari possono essere più facili da digerire di altri. Il formaggio, per esempio, contiene solitamente meno lattosio del latte. In particolare, i prodotti caseari fermentati, come lo yogurt, sono spesso più facili da digerire.
I prodotti caseari fermentati sono prodotti che sono stati scomposti da alcune sostanze, come i fermenti, i batteri o altri micro organismi. Questo significa che il lattosio che essi contengono è già stato in parte scomposto, e questi alimenti potrebbero essere più digeribili dei prodotti caseari freschi.
È importante che i prodotti caseari non vengano eliminati completamente dalla dieta perché apportano sostanze nutritive essenziali.
Sostituti della lattasi
L’intolleranza al lattosio è solitamente causata da una mancanza dell’enzima chiamato lattasi (enzima che scinde il lattosio in zuccheri più semplici e assorbibili). È disponibile un sostituto della lattasi che può essere assunto in compresse o in gocce subito prima di mangiare formaggi e bere latte oppure aggiunto, se in gocce, allo stesso latte. L’efficacia è variabile e dipende dal grado di carenza della lattasi.
Calcio e carenza di calcio
Se non si è in grado di tollerare i prodotti caseari, l’apporto di calcio contenuto nella dieta giornaliera potrebbe non essere sufficiente. Si possono fare scorte di calcio mangiando cibi come:
- broccoli;
- cavolo;
- verza;
- frutta secca;
- bevande alla soia con aggiunta di calcio;
- fagioli di soia;
- tofu;
- noci (come mandorle, noci brasiliane e semi di sesamo);
- pesce contente ossa commestibili (per esempio sardine, salmone, etc).
Complicazioni dell’intolleranza al lattosio
I
prodotti caseari come il latte sono una
parte importante di una dieta sana. Contengono calcio, proteine e vitamine, come le
vitamine A, la
vitamina B12 e la
vitamina D. Per gli adulti, la razione giornaliera di calcio raccomandata è di 700mg.
Anche il
lattosio è importante perché
aiuta l’organismo ad assimilare diversi minerali, compresi
magnesio e
zinco. Queste vitamine e minerali sono importanti per lo
sviluppo di ossa forti e sane. Se si è intolleranti al lattosio, potrebbe essere
difficile riuscire ad assumere la razione giornaliera consigliata di vitamine e minerali importanti. Le
complicazioni dell'intolleranza al lattosio includono quindi il
rischio le seguenti patologie:
-
Osteopenia – Soffrire di osteopenia significa che la densità di minerali nelle ossa è molto bassa. Se l’osteopenia non viene curata, può trasformarsi in osteoporosi.
-
Osteoporosi – La osteoporosi è una patologia che provoca l’assottigliamento e l’indebolimento delle ossa. Con l’osteoporosi, il rischio di fratture è aumentato.
-
Malnutrizione – La malnutrizione si verifica quando il cibo ingerito non fornisce le sostanze nutritive essenziali per un sano funzionamento del corpo. Quando si è malnutriti, si può andare incontro a deficit delle difese immunitarie, accusare stanchezza e depressione.
-
Perdita di peso – Una perdita di peso eccessiva può danneggiare la salute, e può anche portare a patologie come l’osteoporosi.
Intolleranza al lattosio: alimenti da evitare
Poiché l’
intolleranza al lattosio è di tipo enzimatico, cioè dovuta alla mancanza dell’enzima specifico, l’unico modo per evitarla consiste nell’
astenersi dal consumare cibi con lattosio.
Quindi bisogna eliminare dalla dieta tutti i latticini, la panna, lo yogurt, il burro, alcuni formaggi (per esempio il parmigiano reggiano invecchiato almeno 18 mesi è mangiabile, perché il lattosio è contenuto in dosi minime), ma anche i gelati e le creme a base di latte, il che vuol dire quasi tutti i dolci.
I
formaggi da evitare per chi è intollerante al lattosio perché contengono infatti lattosio in quantità elevata, sono consumabili solo in versione senza lattosio o delattosata e includono:
- Mozzarella
- Fiocchi di latte
- Formaggi spalmabili
- Certosino
- Ricotta.
Purtroppo la lista non finisce qui. L’industria alimentare fa largo uso del lattosio come conservante per i cibi cotti, a partire dal prosciutto e dalle carni, e precotti fino al pancarrè o i preparati per fare la pizza ed alla maggior parte delle merendine e dei biscotti. Anche l’industria farmaceutica lo usa spesso come eccipiente in diverse combinazioni farmacologiche (es. molte compresse contengono lattosio).
In sostanza, chi è intollerante al lattosio deve sempre leggere, con attenzione, l’etichetta sulla confezione o il bugiardino nel caso dei farmaci. In molti casi anche un semplice snack può contenere lattosio.
Dieta per intolleranza al lattosio
Intanto va ricordato che una
dieta priva di latte e suoi derivati
può comunque essere completa. Il principale elemento assunto con il latte è il calcio. Per quanto in forme un po’ meno assorbibili, il
calcio è contenuto
in molti vegetali e, senza particolari problemi, in quasi tutte le
erbe aromatiche con le quali siamo soliti insaporire le pietanze.
Una dieta ricca di frutta, soprattutto a colazione e merenda, fornisce l’energia necessaria ad iniziare o continuare la giornata. Il consumo di pesce e carne non è vietato nelle diete prive di lattosio, purché si faccia attenzione a leggere le etichette, soprattutto degli insaccati e dei cibi precotti.
Per la prima colazione vanno benissimo il caffè, o il tè se consumati con fette biscottate, ed evitando cereali e merendine che potrebbero contenere lattosio.
Formaggi senza lattosio
Molte
persone intolleranti al lattosio non vogliono comunque rinunciare al piacere di degustare un buon formaggio. Esistono infatti alcuni
formaggi senza lattosio che possono essere consumati in sicurezza perché
cibi adatti agli intolleranti.
Essi includono anzitutto i
formaggi privi di lattosio, ossia:
- Parmigiano reggiano o grana padano
- Emmenthal
- Groviera
- Gorgonzola
- Pecorino stagionato
- Provolone, affumicato o dolce.
Ci sono poi formaggi che contengono batteri lattici; essi sono in grado di scindere il lattosio, e possono quindi essere talvolta consumati dagli intolleranti al lattosio, e includono:
- Asiago
- Brie
- Caciotta
- Feta greca
- Toma
- Camembert
- Caprino
- Fior di latte
- Caciocavallo
- Fontina
- Quark
- Taleggio.