Le persone con gammopatia monoclonale generalmente non sperimentano segni o sintomi. Alcune persone possono comunque avere problemi nervosi come come intorpidimento o formicolio.
La gammopatia monoclonale viene di solito rilevata per caso, quando si effettua un esame del sangue per un altro problema.
La gammopatia si verifica quando la proliferazione plasmacellulare, sottraendo spazio agli altri elementi (sindrome infiltrativa), ne impedisce le normali crescita e funzioni. La M-proteina può essere invece responsabile del danno renale e dei disturbi periferici (neurologici e vascolari).
La causa esatta dell’accumulo della proteina M non è nota, ma i cambiamenti genetici e i fattori ambientali sembrano giocare un ruolo importante.
I fattori che aumentano il rischio di sviluppare la gammopatia includono l’età (l'età media alla diagnosi è di 70 anni), il colore della pelle, perché gli africani hanno più probabilità di avere la gammopatia rispetto agli uomini dalla pelle chiara che sono bianchi, il sesso (più comune negli uomini) e la storia familiare.
La gammopatia di solito viene rilevata negli esami del sangue eseguiti per via di un altro problema, ad esempio dei nervi (neuropatia periferica). Gli esami del sangue possono mostrare quantità inusuali di proteine normali.
Per escludere i livelli di proteine elevati, il medico potrebbe consigliare:
La gammopatia non richiede alcun trattamento, ma è probabile che il medico raccomandi dei controlli periodici per monitorare la salute, probabilmente a partire da sei mesi dopo la diagnosi.
Se si è ad alto rischio di sviluppare una condizione più seria, il medico può raccomandare controlli più frequenti in modo che ogni avanzamento possa essere diagnosticato e il trattamento iniziato il più presto possibile.
Il medico potrebbe rilevare lo sviluppo di alcuni sintomi, tra cui: