Cos'è il disturbo da alimentazione incontrollata
Il
disturbo da alimentazione incontrollata rientra tra i disturbi dell'alimentazione e risulta caratterizzata da episodi ricorrenti di
abbuffate. Questo disturbo
colpisce circa 3.5% delle donne e il 2% degli uomini; è una malattia che tende a insorgere soprattutto durante l'
adolescenza o all'inizio dell'età adulta.
Circa il 65% delle persone con questo disturbo alimentare soffrono di
obesità e risultano più esposte anche ad altre malattie; talvolta questi soggetti adottano comportamenti compensatori estremi volti a rimediare all'abbuffata. Esempi di comportamenti connessi a questo disturbo sono:
- atteggiamenti volti a indurre il vomito;
- eccessivo esercizio fisico;
- ricorso inappropriato a farmaci come lassativi o pillole dimagranti.
Talvolta questo disturbo tende a persistere per più di 10 anni e solo il 7% delle persone lo risolve dopo il primo anno di malattia. Come con la maggior parte dei disturbi psicologici, non esiste una causa specifica, piuttosto questo è il risultato di un insieme complesso di fattori genetici, psicologici e ambientali.
Il disturbo da alimentazione incontrollata noto anche come binge eating disorder (o BED), fa dunque parte della più vasta gamma dei disturbi dell'alimentazione ed è caratterizzato da frequenti episodi di alimentazione incontrollata.
Contrariamente a quanto accade nella bulimia nervosa, di solito le abbuffate non sono seguite da comportamenti compensatori quali vomito, digiuno o ricorso a intensa attività fisica.
Caratteristici di questo disturbo sono i frequenti attacchi di fame vorace, che porta a consumare grandi quantità di cibo oltre a:
- Comportamento alimentare irregolare tra un’abbuffata e l’altra
- Pasti irregolari
- Iniziare e smettere frequentemente diete
- Scarsa consapevolezza del senso di fame e di sazietà
- Poco movimento fisico e poca attività sportiva.
Proprio per questo motivo molti soggetti affetti da disturbo dell'alimentazione incontrollata si trovano in una situazione di sovrappeso o di obesità, fattore che aumenta grandemente il rischio di sviluppare altre patologie, come ad esempio le patologie cardiovascolari.
Uomini e donne che combattono con questo disturbo possono manifestare
senso di colpa,
stress e
imbarazzo relativamente alla propria alimentazione o immagine corporea, fattore che può
influenzare l'ulteriore progressione del disturbo dell'alimentazione.
Sintomi del binge eating disorder
I
segni e sintomi del disturbo da alimentazione incontrollata sono:
- episodi ricorrenti di abbuffate;
- eccessivo esercizio fisico;
- uso di farmaci, o altri comportamenti spesso impiegati da persone che soffrono di bulimia.
Le persone che soffrono di binge eating disorder impiegano più tempo per sentirsi sazie e hanno maggiori probabilità di percepire lo stimolo alla nutrizione in maniera esagerata (per esempio possono sentirsi "morire di fame" anche in assenza di elevata denutrizione).
Inoltre questi individui tendono a mangiare più rapidamente del normale, avvertendo un senso di vergogna dopo aver esagerato. Le caratteristiche visibili in chi è affetto dal disturbo sono:
- Obesità o forte sovrappeso
- Disagio per non riuscire a non mangiare in modo compulsivo
- Frustrazione per diete che non funzionano
-
Depressione.
Cause del disturbo dell'alimentazione incontrollata
Quando parliamo di disturbi dell'alimentazione non è possibile identificare un solo fattore responsabile del disturbo, piuttosto è necessario considerare un
insieme di fattori fisici, personali e ambientali che hanno contribuito all'instaurarsi della patologia.
I fattori di rischio per il binge eating disorder, sono gli stessi degli altri disturbi del comportamento alimentare, ossia:
- la presenza di un membro della famiglia a dieta per un qualsiasi motivo;
- critiche di familiari su alimentazione, peso o forme corporee;
- traumi o abusi;
- episodi di vita in cui si è stati presi in giro sull’alimentazione, il peso o le forme corporee;
- obesità dei genitori;
- obesità personale nell’infanzia;
- frequentazione di ambienti che enfatizzano la magrezza (es. danza, moda, sport);
- repressione dell’espressione emotiva;
- disturbi dell’umore;
- disturbi dell’alimentazione in famiglia.
Le cause del disturbo da alimentazione incontrollata, come per la maggior parte di altri disturbi psicologici, non è specifica, piuttosto tale disturbo è il risultato di un insieme complesso di fattori genetici, psicologici e ambientali.
Gli individui che sono
inclini all'obesità, sia geneticamente che in altro modo, tendono a essere più soggetti a sviluppare tali patologie, ma un fattore di rischio serio può essere quello ambientale come il
bullismo o storie di abusi sessuali.
Psicologicamente, questa patologia è ritenuta da molti professionisti come una forma di dipendenza da cibo espressa attraverso la fame compulsiva, questa condizione tende ad essere associata a depressione, ansia e disturbi dati dalla dipendenza da sostanze.,
In sintesi, le cause del binge eating disorder sono:
- Predisposizione genetica
- Fattori personali
- Obesità
- Mancanza di sonno.
Come viene diagnosticato il binge eating disorder
Quando una persona si
abbuffa una volta a settimana per almeno 3 mesi, si può dire che stia soffrendo di
disturbo da alimentazione incontrollata. Si ingeriscono grandi quantità di cibo in tempi ridottissimi, in modo compulsivo e
senza la presenza di un reale senso di fame.
Dopo aver ingerito il cibo, compare un malessere sia fisico che psicologico. La presenza di depressione è un altro fattore importante per confermare la diagnosi di bing eating disorder.
La visita medica, di solito, include un test di laboratorio per valutare la salute generale della persona e appurare se l'individuo ha una condizione medica già delicata. Pertanto vengono poste domande per comprendere se l’individuo vive anche situazioni come:
Rischi delle abbuffate
I
rischi del disturbo da alimentazione incontrollata sono:
- aumento del rischio cardiometabolico;
-
dislipidemie;
-
diabete;
- problemi muscolo-scheletrici;
- alterazioni ormonali;
- disfunzioni sessuali,
- difficoltà cardiorespiratorie.
Test per il disturbo da alimentazione incontrollata
L'
Eating Attitude Test (EAT-26) è il test più usato al mondo per misurare i
sintomi di un disturbi alimentare e appurare le preoccupazioni caratteristiche dei disturbi dell'alimentazione.
Questo test diagnostico è molto utilizzato in ambito clinico come strumento di screening, per identificare precocemente i soggetti affetti da disturbi dell'alimentazione. L'identificazione precoce dei disturbi è essenziale in quanto porta a un accesso precoce ai trattamenti in grado di influenzare positivamente la prognosi.
Abbuffate: cosa fare
Quando ci si trova a
trattare il disturbo dell'alimentazione incontrollata, la preoccupazione è quella di riuscire a individuare qualsiasi altra patologia correlata con le abitudini alimentari.
Trattandosi di un disturbo che coinvolge la mente e il corpo in egual misura, è necessaria la presenza di un'équipe multidisciplinare che si occupi dei vari aspetti della malattia. È dunque necessaria la presenza di un nutrizionista che si occupi di fornire una guida tesa alla normalizzazione dell'alimentazione e allo stabilirsi di un peso corporeo adeguato.
Sono poi necessari anche uno psicoterapeuta e uno psichiatra. In quanto parte fondamentale del processo di cura del binge eating disorder, la psicoterapia individuale, familiare o di gruppo può aiutare a individuare le cause sottostanti il disturbo alimentare, come eventuali eventi di vita traumatici e comportamenti disfunzionali, e aiutare il paziente a trovare il modo più appropriato per esprimere il proprio vissuto emotivo, troppo a lungo represso.
Dal punto di vista farmacologico, insieme agli altri trattamenti, è consigliabile la prescrizione di alcuni farmaci utili a ridurre i sintomi ansiosi e derivanti da disturbi dell'umore che possono verificarsi in concomitanza al disturbo alimentare; molti di questi farmaci utilizzati aiutano a ridurre la necessità di ricorrere alle abbuffate caratteristiche dell'alimentazione incontrollata.
In alcuni casi, può essere necessario ricorrere al ricovero in strutture specializzate in base alla severità del disturbo dell'alimentazione e alle patologie accessorie. Ad ogni modo il primo passo è quello di rivolgersi ad uno psicologo o uno psicoterapeuta che possa aiutare il soggetto a individuare un piano di trattamento adeguato alle proprie esigenze.
Serve un approccio multidisciplinare, che coinvolga sia medici che psichiatri. Le terapie migliori sono:
- Terapia cognitivo comportamentale, che vada ad aiutare il paziente nel suo rapporto con il cibo, andando a farlo reagire in modo positivo a stimoli negativi, che stanno all’origine delle abbuffate. Se il disturbo è particolarmente grave, si può procedere con una fase che preveda il ricovero.
- Alla terapia cognitivo comportamentale può essere associata la somministrazione di antidepressivi.
- In caso sia necessario far perdere velocemente peso al paziente, si può ricorrere a prodotti che riducano la sensazione di fame o l’assunzione di nutrienti.
- Interventi chirurgici come l’inserimento del palloncino nello stomaco o il bendaggio gastrico.
- Interventi di chirurgia bariatrica che riducono le dimensioni dello stomaco o il bypass gastroduodenale. Tutti gli interventi chirurgici, va ricordato, sono soggetti a maggiori rischi e portano con sé la possibilità di eventuali complicanze.
Trattamento in caso di disturbo dell'alimentazione incontrollata
Quando vi è il disturbo da alimentazione incontrollata, le persone tendono a perdere peso e ad adottare una
dieta ipocalorica per poi
riguadagnare peso nel tempo. La
psicoterapia da sola non può essere risolutiva, ma costituisce certamente una
componente chiave nel trattamento dei problemi emotivi che sono spesso associati a questo disturbo.
Le persone con questa patologia sembrano essere a più alto rischio di sviluppare:
Rispetto ad altri disturbi alimentari come bulimia o anoressia nervosa, che tendono a durare meno di sei anni, il disturbo da alimentazione incontrollata ha natura cronica.
I farmaci che sembrano essere efficaci nel ridurre il numero e la quantità di episodi di abbuffare comprendono:
- Topiramato (Topamax) che è usato per trattare le crisi, così come i farmaci che impediscono la ricaptazione della serotonina (SSRI) che tendono a essere ben tollerati e hanno una bassa incidenza di effetti collaterali come mal di stomaco, problemi di sonno e disfunzioni sessuali.
- Farmaci che curano l'ansia o la depressione, come la fluoxetina (Prozac), Sertralina (Zoloft), Paroxetina (Paxil), Citalopram (Celexa) e escitalopram (Lexapro).
- Sibutramina (Meridia), ossia un soppressore dell'appetito utile per diminuire le abbuffate e favorire la perdita di peso.
Si può guarire dalle abbuffate?
Una buona percentuale di pazienti intorno al 50% va incontro a remissione totale dei sintomi se seguita, come suggeriscono le linee guida attuali, da un'équipe multidisciplinare integrata, percentuale che tende ad aumentare nei casi con esordio precoce dei sintomi.