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Disortografia

Logopedia Neurologia

Cos'è la disortografia?

Fino a pochi anni fa, la disortografia era inesistente e non veniva diagnosticata. Viene considerata una disabilità di apprendimento specifica per la scrittura, dove si ha una difficoltà a riconoscere, comprendere e riprodurre i simboli scritti. Spesso è associata a una diagnosi di dislessia.

La disortografia può nascere da un utilizzo particolarmente smodato di tastiere PC e smartphone, che determina la disabitudine alla scrittura con la penna e, quindi la incapacità di elaborare un testo scritto.

Quali sono i sintomi della disortografia?

I sintomi della malattia sono stati identificati in una serie di errori di scrittura.

Errori come omissioni, inversione di lettere (PLA / PAL), la sostituzione di lettere che sono simili sul piano visivo (b / g, p / q) o che hanno un suono simile (f / v, s / z) sono i sintomi più comuni della disortografia.

Sono considerati sintomi della malattia anche gli errori grammaticali, errori nella coniugazione di verbi e nell'utilizzo di punteggiatura e gli errori di sintassi.

A scuola il bambino che ne soffre può avere difficoltà a copiare la lavagna e può risultare più lento dei compiti che richiedono l’utilizzo della scrittura.

Come viene trattata la disortografia?

Per quanto riguarda la disortografia, così come per la dislessia, viene utilizzata la terapia riabilitativa che include esenzioni e strumenti compensativi: prove orali invece di prove scritte, l'utilizzo di un registratore audio al posto di prendere appunti durante le lezioni, l'uso di un computer per controllo ortografico, l'esenzione dai dettati e più in particolare l’assenza di giudizio e votazione del lavoro svolto dal bambino.

Inoltre, è consigliato intraprendere un percorso di riabilitazione mirato al miglioramento del linguaggio e della scrittura. 

Come sono nate la dislessia e la disortografia?

La diffusione di quella che viene chiamata dislessia e della disortografia è avvenuta negli Stati Uniti dal 1930 con l’introduzione del metodo globale per insegnare ai bambini a leggere e scrivere. Il metodo poi si è diffuso in Europa e in Italia.

Fino a quel momento i bambini avevano imparato a scrivere con il metodo tradizionale, che consisteva con il graduale e ordinato apprendimento, dove si partiva dai più piccoli elementi del linguaggio per poi passare a strutture più complesse.

Il metodo tradizionale però non è necessariamente un processo divertente. Richiede impegno, dedizione, pratica, una capacità di attenzione considerevole. Quindi, si è passati al metodo globale che è più rapido e viene considerato più divertente.

Col metodo globale si impara a leggere e scrivere cominciando proprio con le parole intere unendo il suono e il simbolo per il significato. Il metodo globale salta direttamente alla frase intera e non prende considera le parti di base come le lettere e le sillabe, che i bambini considerano "noiosi". 

Dr. Domenico Giuseppe Bozza Psicologo
Dr. Domenico Giuseppe Bozza
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