In medicina la condrodistrofia è una malattia caratterizzata da particolari alterazioni ossee. Spesso ci si riferisce a disturbi anche molto diversi tra loro, ma che hanno tutti in comune problemi di natura scheletrica.
In particolare, la condrodistrofia è un disturbo nello sviluppo della matrice cartilaginea dell’osso. La conseguenza è che lo scheletro subisce malformazioni evidenti, con gravità variabile a seconda della localizzazione del disturbo.
Durante lo sviluppo di un bambino nel grembo materno, la maggior parte dello scheletro è costituita da un tessuto duro e flessibile, la cartilagine. Di solito la cartilagine si trasforma in ossa attraverso un processo chiamato ossificazione.
In chi soffre di condrodistrofia il corpo fatica a convertire la cartilagine in osso, soprattutto per quanto riguarda le ossa più lunghe, quelle delle braccia e delle gambe.
La condrodistrofia fetale è un’anomalia congenita dello scheletro, spesso ereditaria, legata proprio a questo arresto della crescita della cartilagine nelle ossa lunghe.
La condrodistrofia è spesso legata a malattie ereditarie, oppure è causata da una mutazione genetica casuale all’interno del tessuto osseo o del cervello.
I sintomi della condrodistrofia sono in genere soltanto di natura fisica e la malattia non influisce minimamente sulle capacità intellettive di chi ne è affetto, né sulla durata della sua vita.
I soggetti colpiti da condrodistrofia possono presentare:
In alcuni casi la condrodistrofia può anche portare a morte precoce, se chi ne soffre è afflitto contemporaneamente anche da altri disturbi ricorrenti (come infezioni dell’apparato respiratorio).
Non esiste una cura specifica per combattere la condrodistrofia, ma un trattamento medico si rende necessario qualora il disturbo conducesse ad ulteriori complicazioni. Come ad esempio: