Il carcinoma anaplastico della tiroide è un tumore maligno estremamente aggressivo poiché si tratta di un carcinoma indifferenziato. Un carcinoma indifferenziato deve la sua aggressività al fatto che le cellule che lo compongono perdono le caratteristiche tipiche delle cellule epiteliali (cioè di cellule differenziate dell’epitelio e incapaci di migrare in altre regioni) in favore di un fenotipo meno differenziato.
Le cellule meno differenziate hanno una grande capacità di migrazione e sono, quindi, maggiormente in grado di produrre delle metastasi a distanza.
Diversamente dagli altri tipi di tumore alla tiroide, l’età di insorgenza del carcinoma anaplastico è oltre i 65 anni, e sono rarissimi i casi in cui si sviluppa prima.
Dal punto di vista microscopico, le cellule del carcinoma anaplastico presentano uno spiccato pleiomorfismo, è scarsamente presente la tireoglobulina e, talvolta, possono essere riscontrati foci di cellule differenziate. A tal proposito, può verificarsi anche la situazione inversa: all’interno di un tumore della tiroide ben differenziato possono essere riscontrati foci di cellule indifferenziate. In questi casi, i suddetti tumori devono essere considerati come dei carcinomi anaplastici a causa del comportamento biologico analogo.
In generale per i carcinomi tiroidei, l’esposizione alle radiazioni è l’unico fattore di rischio noto associato. A livello genetico, gli studi hanno mostrato che vi è un accumulo di mutazioni passando dall’adenoma (tumore benigno) ai carcinomi differenziati e poi indifferenziati (tumori maligni).
Pertanto, una delle ipotesi sulla genesi del carcinoma anaplastico è che derivi da un carcinoma differenziato che evolve nel tempo, accumulando progressivamente mutazioni che portano le sue cellule a perdere il differenziamento. In circa un terzo dei casi, il carcinoma insorge nel contesto di un gozzo di lunga durata.
Il carcinoma anaplastico si presenta come una massa che cresce in modo rapido. Spesso, alla diagnosi sono già presenti metastasi:
Il sintomo più comune è il rapido ingrossamento di un nodulo o tumefazione del collo. Molto frequenti sono i sintomi da compressione locale:
La diagnosi avviene mediante:
Data l’aggressività del tumore, tutti i carcinomi anaplastici sono classificati come stadio 4.
La terapia del carcinoma anaplastico consiste in:
La prognosi per il carcinoma anaplastico della tiroide è sempre infausta, tanto che viene considerato uno dei carcinomi umani più aggressivi. L’esito della malattia è sempre la morte del paziente, che può avvenire da un mese a un anno dopo la diagnosi. Nella maggior parte dei casi, i pazienti non superano i sei mesi dalla diagnosi. Al momento della diagnosi, infatti, nella quasi totalità dei casi sono già presenti metastasi cervicali (ai linfonodi e alle altre strutture del collo).
Tuttavia, negli ultimi anni i protocolli terapeutici combinati stanno facendo registrare un allungamento della sopravvivenza fino a due anni dalla diagnosi.