Il tumore al fegato (cioè quello nato nell'organo e non provocato da cellule staccatesi da altri tumori e migrate fino al fegato, le cosiddette metastasi) è una forma rara ma grave che colpisce soprattutto le persone anziane.
Il tumore al fegato di solito non causa alcun sintomo evidente fino a quando non ha raggiunto uno stadio avanzato. I sintomi del tumore al fegato comportano:I sintomi percepibili allo stadio iniziale del tumore al fegato sono spesso vaghi e non specifici. Essi includono:
Nel caso in cui si dovessero avvertire i sintomi sopra elencati si consiglia un consulto del medico.
Il fegato è uno degli organi più complessi del corpo umano ed esegue più di 500 funzioni. Alcune delle più importanti funzioni del fegato includono:
Il tumore al fegato è una condizione grave, in quanto può alterare queste funzioni o deficitarle completamente.
La percentuale di persone colpite da tumore al fegato aumenta in proporzione con l'età. Il 70% dei casi riguarda persone che hanno all'incirca 65 anni.
Il tumore al fegato inizia a svilupparsi tramite il cambiamento delle informazioni codificate dalle cellule del corpo, che dice loro quando crescere e replicarsi.
Il codice viene letto dall'acido desossiribonucleico (DNA) che si trova in tutte le cellule umane.
La modifica del codice è conosciuta come una mutazione, che può alterare le istruzioni che controllano la crescita cellulare.
La mutazione comporta la crescita inappropriata delle cellule, le quali continuano a crescere anche quando dovrebbero arrestare la loro crescita.
Il risultato è la riproduzione incontrollata delle cellule e la produzione di un pezzo di tessuto meglio noto come tumore.
Alcuni tra i fattori di rischio più importanti includono:
La ragione per cui l'obesità è un fattore di rischio per il tumore al fegato è che nel tempo ingenti quantità di grasso nel corpo possono danneggiare il fegato, allo stesso modo in cui l'alcool danneggia il fegato.
Il termine medico per questo tipo di danno epatico è steatosi epatica. Le persone affette da diabete di tipo 2 corrono un rischio maggiore nello sviluppare sia la steatosi epatica sia il tumore al fegato.
Cirrosi
La cirrosi corrisponde ad una terminologia medica che significa che il tessuto del fegato è deficitato e non può svolgere molte delle sue normali funzioni. Le principali cause di cirrosi sono:
Abuso di alcol
Il fegato è un organo molto duro e resistente. Ha una soglia alta di sopportabilità di lesioni per cui altri organi sarebbero stati già distrutti.
È anche in grado di rigenerare i propri tessuti; nonostante però tale resistenza del fegato, l'abuso di alcool prolungato nel corso degli anni può comunque danneggiarlo. Ogni volta che si abusa di alcool, i filtri del fegato hanno la funzione di espellere le sostanze nocive dal sangue. Ogni volta che il fegato filtra l'alcool, alcune delle cellule del fegato muoiono. Il fegato può rigenerare nuove cellule, ma se si beve assiduamente per molti anni, il fegato perde la sua capacità di rigenerare nuove cellule.
Questo provoca gravi danni, e si traduce in cirrosi (cicatrizzazione del fegato). Si stima che un caso su tre di tumore al fegato sia legato all'abuso di alcool.
Steatosi epatica
La steatosi epatica si verifica quando piccoli depositi di grasso si accumulano all'interno del tessuto del fegato. La patologia è comune e non causa sintomi evidenti nella maggior parte dei soggetti affetti. Tuttavia, in alcune persone un alto livello di grassi può far scaturire l’infiammazione del fegato. Nel corso del tempo, l'infiammazione assumerà la forma di cicatrice del fegato. L’anamnesi della steatosi epatica non è chiara, in ogni caso può essere associata a:
Epatite C
L'epatite C è un’infezione ematica che causa l'infiammazione e la cicatrizzazione del fegato. La maggior parte delle persone che sono infette da epatite C possono contrarre l'infezione mediante aghi contaminati o strumenti utilizzati durante l’assunzione di droghe, come cucchiai di miscelazione durante l'iniezione di droghe come l'eroina. In passato, alcuni soggetti possono avere contratto l'epatite C per mezzo di una trasfusione di sangue o emoderivati come parte del trattamento medico.
Altri fattori di rischio per il tumore al fegato sono:
Epatite B
L'epatite B è un virus che può essere diffuso attraverso il sangue contaminato e altri tipi di fluidi corporei, come la saliva, liquido seminale e vaginale. Il virus è più diffuso in:
Le prospettive per le persone che sviluppano un’infezione da epatite B sono molto variabili. Molte persone hanno solo sintomi lievi per cui sono inconsapevoli di aver contratto l’infezione. Una piccola percentuale di persone che hanno gravi sintomi paragonabili a quelli del tumore al fegato, sviluppano estese cicatrici nella zona del fegato. Il rischio di una persona che sviluppa un tumore al fegato da epatite B sembra essere influenzata dall'etnia. Persone di origine asiatica infettate da epatite B hanno una percentuale superiore alla media di probabilità nello sviluppare il tumore al fegato, indipendentemente dal fatto che abbiano sviluppato anche cirrosi epatica. Persone di altre etnie sembrano avere un rischio maggiore di poter contrarre il tumore al fegato anche nel caso in cui sviluppano cirrosi o un'altra patologia legata al fegato, come l'epatite C.
Emocromatosi
Emocromatosi è una condizione genetica in cui il corpo assimila troppo ferro dagli alimenti. Si stima che 1 ogni 250/300 persone svilupperà emocromatosi. Le persone affette da emocromatosi e cirrosi hanno 1 possibilità su 10 di sviluppare il tumore al fegato. Questo rischio si riduce a 0.1/10 quando si dà inizio ai trattamenti atti alla rimozione del ferro in eccesso dal corpo.
Epatite autoimmune
L'epatite autoimmune è una rara condizione genetica che interessa 1 ogni 7.150 persone. Nell'epatite autoimmune, il sistema immunitario (le difese naturali dell'organismo contro le infezioni) attacca le cellule del fegato come se fossero dei corpi estranei.
La causa che fa scattare l'attacco è attualmente sconosciuta. Nel caso di epatite autoimmune, il rischio di sviluppare il tumore al fegato si riduce nel caso in cui si abbia come causa scatenante la cirrosi. Questo può verificarsi poiché la maggior parte dei casi di epatite autoimmune può essere trattata con immunosoppressori. Gli immunosoppressori sono farmaci che evitano al sistema immunitario di danneggiare il fegato.
Cirrosi biliare primitiva
La cirrosi biliare primitiva è una malattia del fegato rara e poco conosciuta. Una delle funzioni principali del fegato è la creazione di un fluido chiamato bile, utilizzato dal corpo per contribuire a sintetizzare il grasso.
La bile viene trasportata nel sistema digerente attraverso una serie di tubi chiamati dotti biliari. Per ragioni non note, in caso di cirrosi biliare primitiva i dotti biliari sono progressivamente danneggiati. Questo alla fine porta a un accumulo di bile all'interno del fegato, che lo danneggia provocando cirrosi. Un soggetto su 20 affetto da cirrosi biliare primaria avanzata si stima possa contrarre il tumore al fegato.
I test utilizzati per diagnosticare il tumore al fegato sono:
Messa in scena è un termine che gli operatori sanitari utilizzano per descrivere in quale misura un particolare tumore si è diffuso. Ci sono vari meccanismi che possono essere utilizzati per mettere in scena il tumore al fegato.
Molti specialisti del tumore al fegato utilizzano sistemi di stadiazione.
Tali combinazioni includono caratteristiche di entrambi i tumori al fegato funzionali al soggetto analizzato. Questo perché la durata della vita di un soggetto dipende da quanto si è predisposti a potenziali trattamenti. La ripresa dal tumore al fegato sarà determinata non solo dal modo in cui il tumore è avanzato, ma anche dallo stato di salute del soggetto e dalla sua funzionalità epatica.
Un sistema combinato per la stadiazione del tumore al fegato è meglio conosciuto come Clinic di Barcellona (BCLC) sistema di stadiazione. Il sistema di stadiazione Clinic di Barcellona è costituito da cinque fasi. Queste sono:
I quattro modi più efficaci per prevenire il tumore al fegato sono:
Per quanto riguarda i consumi adeguati di alcool si consigliano:
Nel caso in cui si sia tossicodipendenti da eroina, il modo migliore per evitare una infezione da epatite C è quello di non condividere i propri aghi e siringhe con altre persone. Questo non vale solo per gli aghi, bensì per tutto ciò che può entrare in contatto con il sangue come:
Importante è evitare di contrarre l'epatite C che non provoca sintomi evidenti per diversi anni, così molte persone possono non essere a conoscenza della loro infezione. È quindi più sicuro supporre che chiunque può contrarre l'infezione. Anche nel caso in cui non si sia tossicodipendenti, è importante prendere alcune precauzioni per ridurre al minimo l'esposizione al sangue di altre persone, come:
Un vaccino protegge anche contro l'epatite B. La vaccinazione è generalmente consigliata solo per le persone in gruppi ad alto rischio, quali:
Nel caso in cui si appartenga ad un ceppo considerato ad alto rischio nel contrarre il tumore al fegato, test periodici sono raccomandati. Questo perché più il tumore al fegato viene diagnosticato in modo precoce, maggiori sono le possibilità di curarlo. I controlli sono raccomandati in caso di:
Il monitoraggio del tumore al fegato non sarà produttivo nel caso in cui il soggetto, affetto da cirrosi e sotto cura, continui ad abusare di alcool o droghe. Questo perché la continua assunzione di droghe e alcool riduce la probabilità di efficacia del trattamento per il tumore al fegato. I controlli sono solitamente effettuati ogni sei mesi e richiedono un processo bifase:
Ci sono inoltre diversi test che possono essere usati per avvallare una diagnosi di tumore al fegato, anche se sarebbe insolito che un soggetto necessiti di tutti i test per confermare la diagnosi di tumore al fegato.
Per quanto riguarda la prevenzione per il tumore al fegato, questa si raccomanda in particolare per i soggetti più a rischio nella contrazione della patologia, come ad esempio soggetti affetti da infezione da epatite C o soggetti che hanno avuto la cirrosi a causa dell'abuso di alcool, diabete o obesità.
Nel caso in cui vi sia un'alta probabilità nello sviluppare il tumore al fegato, eseguire regolari controlli contribuirà a garantire che la patologia venga diagnosticata precocemente, facilitandone quindi i trattamenti.
In generale, le prospettive di vita per le persone affette da tumore al fegato sono alquanto scarse. Questo accade perché la maggior parte dei casi vengono rilevati in stadi ormai avanzati della malattia.
Tuttavia, se il tumore al fegato viene diagnosticato in una fase iniziale, vi sono diverse operazioni a cui si può ricorrere:
Tuttavia, benché vi siano varie opzioni di trattamenti curativi potrebbe non essere sempre possibile trovare una cura adeguata anche nel caso in cui il tumore al fegato sia stato diagnosticato precocemente, negli stadi iniziali.
Questo può verificarsi in quanto il fegato è troppo danneggiato da cicatrici (cirrosi), ablazione o resezione del tumore, o il soggetto non è abbastanza forte fisicamente per sopportare gli effetti conseguenti al trapianto del fegato.
Attualmente, solo ad 1 persona su 10 viene diagnosticato il tumore al fegato in una fase iniziale. Nella maggior parte dei casi in cui viene diagnosticato il tumore al fegato, spesso si tratta di stadi avanzati della malattia, per cui difficilmente si hanno cure adeguate; ne risulta che solo 1 persona su 5 vive per almeno un anno dalla diagnosi, solo 1 persona su 20 vive per almeno cinque anni dalla diagnosi.
Tuttavia, si spera che questa tendenza possa cambiare rotta in quanto l’osservazione e il controllo del tumore al fegato sono sempre più incentivati.
Molti ospedali utilizzano gruppi multidisciplinari per il trattamento del tumore al fegato.
I gruppi multidisciplinari sono squadre di specialisti che lavorano insieme per prendere decisioni circa il modo migliore per procedere con il trattamento.
Gli specialisti consiglieranno quello che pensano sia la migliore opzione terapeutica, ma la decisione finale spetta comunque al soggetto affetto.
Prima di effettuare le visite per discutere le possibili opzioni di trattamento, può risultare utile scrivere una lista di domande da porre allo specialista. Per esempio, è possibile scoprire i vantaggi e gli svantaggi dei trattamenti particolari.
Il piano terapeutico raccomandato dipende dallo stadio in cui si trova il tumore al fegato. Se il tumore al fegato è nella fase A, quando viene diagnosticato, una guarigione completa può essere auspicabile. I tre modi principali per cui questa può essere raggiunta sono:
Se il cancro è in stadio B o C, una cura non è generalmente possibile.
La chemioterapia (farmaci potenti) può essere molto dannosa per un fegato cirrotico. Se indicata, verrà iniettata nell'arteria (vaso sanguigno) che alimenta il tumore per cercare di evitare i possibili effetti collaterali dell’organo e danni ai tessuti non causati dal tumore.
La chemioterapia può rallentare la progressione del tumore, alleviare i sintomi e prolungare la vita per mesi o, in alcuni casi, anni. Vi è anche un farmaco chiamato sorafenib, che può aiutare a prolungare la vita.
Se il tumore è in fase D quando viene diagnosticato, di solito è troppo tardi per rallentare la diffusione del tumore. Il trattamento si concentra invece per alleviare i sintomi di dolore e di disagio che ne possono derivare.
Se il danno al fegato è minimo e il tumore è contenuto in una piccola parte del fegato, può essere possibile rimuovere le cellule cancerose durante l'intervento chirurgico.
Questa procedura è nota come resezione chirurgica. Dal momento in cui il fegato può rigenerarsi, può essere possibile rimuovere una larga parte di esso senza mettere a repentaglio la salute.
Tuttavia, la maggior parte delle persone affette da tumore al fegato non hanno un fegato normale, il che significa che la capacità rigenerativa del fegato può essere significativamente ridotta e la resezione potrebbe non essere sicura.
Una resezione può essere eseguita e spesso determinata attraverso la stima della gravità della cirrosi.
Un modo per farlo è quello di misurare il grado di cicatrizzazione e rigenerazione nodulare del fegato, che riflette il grado di ipertensione portale.
La pressione portale è un’analisi del sangue che procede dentro e fuori dal fegato. In un fegato normale, la misura è bassa, ma può essere molto più alta se la cirrosi è grave perché il tessuto malato ostruisce il flusso di sangue.
Nel caso in cui una resezione epatica è consigliabile, sarà effettuata in anestesia totale. La maggior parte delle persone si riprendono dal trattamento abbastanza in fretta da lasciare l'ospedale 12 giorni dopo l'intervento.
Tuttavia potrebbero essere necessari fino a tre o quattro mesi per la ripresa completa dalla chirurgia.
Le possibili complicazioni di resezione del fegato sono:
La resezione del fegato a volte può causare complicazioni fatali, come ad esempio un attacco di cuore.
L’ablazione con radiofrequenza può essere raccomandata come alternativa alla chirurgia per curare il tumore al fegato in una fase iniziale in cui il tumore o i tumori hanno diametro inferiore a 2 cm.
L’ablazione con radiofrequenza consiste nel far passare piccoli aghi contenenti elettrodi attraverso la pelle e nel fegato.
La pelle sarà anestetizzata localmente in modo da non sentire alcun dolore nell'inserimento degli aghi. Nel momento in cui gli aghi sono stati inseriti nel fegato, piccole quantità di corrente elettrica vi saranno infiltrate.
La corrente genera calore mediante cui si disintegrano le cellule tumorali. Il processo di ablazione con radiofrequenza impiega circa 30/35 minuti.
Potrebbe essere necessario impiegare più sessioni, compatibilmente alla gravità del tumore.
Le complicazioni più frequenti derivanti da ablazione a radiofrequenza sono sintomi simil-influenzali, come brividi e dolori muscolari, che si verificano circa in un caso su quattro. Questi sintomi di solito iniziano 3-5 giorni dopo la procedura, e hanno durata di circa cinque giorni.
Le complicazioni meno comuni di ablazione a radiofrequenza sono:
Nel caso in cui si sia affetti da un singolo tumore inferiore a 5 cm di diametro, potrebbe essere idoneo sottoporsi a trapianto di fegato. T
uttavia, se si è affetti da tumori multipli, o da tumore con misura maggiore di 5 cm, il rischio di recidiva del tumore di solito è così alta che un trapianto di fegato non porterà alcun beneficio.
In alcuni casi, può essere utilizzata una piccola parte del fegato di un parente in vita. Questo processo è noto come trapianto di fegato da donatore vivente.
Il vantaggio nell'utilizzare un donatore vivente di fegato è che la persona che riceve il trapianto è in grado di pianificare le relative procedure con la propria équipe medica e inoltre non si attende molto a lungo.
Tuttavia, ci sono anche degli svantaggi associati a questo tipo di trapianto, come le eventuali complicazioni che ne conseguono. Ricerche scientifiche hanno comprovato che i risultati dei trapianti di fegato da donatore vivo tendono a non avere la stessa riuscita dei trapianti di fegato da donatore morto.
Dopo il trapianto, verrà somministrato un tipo di farmaco noto come immunosoppressore. Gli immunosoppressori diminuiscono il rischio di rigetto dove il sistema immunitario attacca il nuovo fegato in quanto riconosciuto come oggetto estraneo. Uno degli effetti collaterali da assunzione di immunosoppressori è che l'infezione aumenti.
La chemioterapia comporta l'uso di una combinazione potente di farmaci atti al rallentamento della diffusione del tumore al fegato. Un tipo di chemioterapia noto come chemioembolizzazione arteriosa transcatetere (TACE) è di solito consigliato per il trattamento di casi di stadio B e C di tumore al fegato.
Questo è però un trattamento palliativo atto a prolungare la vita ma non è curativo. Non è raccomandato per il tumore al fegato allo stadio D perché può peggiorare i sintomi della malattia epatica.
Il trattamento può essere utilizzato anche per aiutare a prevenire la diffusione del tumore nelle zone limitrofe al fegato, in particolare nelle persone che sono in attesa di ricevere un trapianto di fegato.
Il trattamento chemioembolizzazione arteriosa transcatetere utilizza una combinazione di due tecniche:
Una sessione di chemioembolizzazione arteriosa transcatetere dura di solito 1-2 ore. Dopo la procedura si può restare in ospedale durante la notte prima di tornare a casa. I risultati al trattamento verranno valutati circa un mese dopo la procedura.
Iniettare i farmaci chemioterapici direttamente nel fegato, piuttosto che nel sangue, ha il vantaggio di evitare l'ampia gamma di effetti collaterali che sono associati alla chemioterapia tradizionale, come la perdita dei capelli e spossatezza.
Tuttavia, la procedura non è priva di effetti collaterali e complicazioni. L'effetto collaterale più comune di chemioembolizzazione arteriosa transcatetere è conosciuta come la sindrome post-chemioembolizzazione, che si verifica in circa un caso su tre. La sindrome di post-chemioembolizzazione può causare i seguenti sintomi:
Questi sintomi possono perdurare per una o due settimane dopo la seduta. Vi sono altre complicazioni meno comuni nel trattamento, ovvero:
I trattamenti consigliati per il tumore al fegato nello stadio avanzato si concentrano sull'alleviare i sintomi di dolore e disagio piuttosto che tentare di rallentare la progressione del tumore.
Alcune persone affette da tumore al fegato nello stadio avanzato richiedono potenti antidolorifici, come la codeina o, eventualmente, la morfina, forniti in caso di necessità.
La nausea e la stipsi sono effetti collaterali comuni a questo tipi di antidolorifici, quindi insieme ad essi sono auspicabili la somministrazione di compresse anti-nausea e lassativi.