In generale, l’energia che le
radiazioni ionizzanti rilasciano alla materia è tale da essere in grado di comportare
effetti sulla salute delle persone.
La sensibilità del corpo umano a questo tipo di radiazioni e la
capacità di sviluppare un cancro non è la stessa in tutti gli organi.
Le cellule dei
polmoni, ma soprattutto della
tiroide e del
midollo osseo, presentano una
probabilità maggiore di sviluppare un’evoluzione in senso neoplastico (
leucemie-
tumori della tiroide), quando colpite da
radiazioni ionizzanti .
Per questi motivi, è importante che l’
esposizione a radiazioni ionizzanti sia dosata e misurata diligentemente, pur trattandosi di calcoli e previsioni non molto facili da quantificare.
L’
esposizione alle radiazioni ionizzanti per motivi medici viene bilanciata nei pazienti, per fare in modo che non insorgano conseguenze spiacevoli sulla loro salute. Dunque, anche se il rischio di effetti indesiderati esiste, questo è più basso rispetto ai benefici che apportano.
In ogni caso, ciò che è fondamentale, è
non esporsi con frequenza a radiazioni ionizzanti, soprattutto per i
bambini, che presentano una sensibilità maggiore alle radiazioni.
Infine, come riportato anche dall’Organizzazione Mondiale di Sanità, anche se l’
unità di misura generale delle radiazioni ionizzanti è il gray (Gy), si preferisce considerare la
dose equivalente di radiazioni ionizzanti, espressa in sievert (Sv).
Questa unità di misura, infatti, rispetto alla prima, risulta essere in grado di considerare la quantità di
radiazioni ionizzanti assorbite, pesandole con l’effettiva capacità di danneggiare la materia (e quindi il corpo umano) tenendo conto dei diversi tipi di radiazione e dalla loro intensità nel provocare effetti biologici.