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Punto G

Ginecologia Sessuologia
Punto G

Cos'è il punto G

Il punto G, noto anche con il termine punto di Grafenberg, dal nome del ginecologo tedesco Ernst Gräfenberg, è caratterizzato da un’area molto eterogenea della vagina che, quando stimolata, può portare a eccitazione sessuale, a orgasmi di grande intensità e anche ad una potenziale eiaculazione femminile.

Generalmente, l’area dove trovare il punto G è localizzata 5-8 cm sopra la parte anteriore della parete vaginale, tra l’apertura vaginale e l’uretra. Il punto G è sostanzialmente una zona molto sensibile.

Sessuologi e ricercatori medici vari hanno portato all’evidenza una problematica molto diffusa, ossia la preoccupazione da parte delle donne di considerarsi disfunzionali, a causa della mancata esperienza di un orgasmo vaginale attraverso la stimolazione del punto G. Proprio per questo motivo, è importante fare un po’ di chiarezza. 

Il punto G esiste davvero

L’esistenza del punto G non è stata scientificamente provata e per molti studiosi resta una sorta di leggenda. Sebbene sia oggetto di studio dagli anni '40, la comunità medica e scientifica è in forte disaccordo riguardo la sua esistenza in qualità di struttura distinta, ma anche per definizione e posizione.

Oltre al generale scetticismo che interessa il punto G, tra ginecologici, sessuologi e altri ricercatori, un team del King’s College di Londra, nel 2009, ha suggerito che la sua esistenza possa essere del tutto soggettiva. Nello specifico, lo studio, che ha interessato un grande campione di donne gemelle identiche e non identiche, circa 1800, per una durata di 15 anni, ha portato alla luce un fatto molto interessante e cioè che le coppie di gemelle non presentavano il punto G simile.

Sebbene sia stata provata l’esistenza di una grande concentrazione di terminazioni nervose all’interno della vagina, molto vicino all’ingresso, alcune rilevazioni scientifiche dell’innervazione delle pareti vaginali non hanno dimostrato l’esistenza di una singola area densamente innervata. 

Un altro studio inglese, condotto sempre nel 2009, è arrivato alla conclusione che la sua esistenza non è provata ma soggettiva, basandosi su sondaggi ed esperienze personali dei soggetti studiati. Altre ricerche, invece, attraverso gli ultrasuoni hanno scoperto delle prove fisiologiche dell’esistenza del punto G nelle donne, che hanno riportato di avere un orgasmo attraverso la stimolazione vaginale. 

Si è inoltre ipotizzato che il punto G altro non sia che un’estensione del clitoride responsabile degli orgasmi vaginali. Infatti, basandosi sullo studio del ciclo di risposta sessuale femminile alle differenti stimolazioni, si è osservato che sia l’orgasmo vaginale che quello clitorideo hanno gli stessi stadi di risposta fisica. Inoltre, si è scoperto che la maggior parte dei soggetti può raggiungere l’orgasmo solo tramite la stimolazione clitoridea. Tali studi hanno portato ad ipotizzare che la stimolazione del clitoride è la fonte di entrambi i tipi di orgasmo, arrivando a concludere che durante la penetrazione è proprio il clitoride ad essere stimolato attraverso la frizione.

Come e dove si trova il punto G

Per determinare una definizione e per scoprire come trovare il punto G, sono stati utilizzati due metodi principali: livelli di eccitamento sessuale durante la stimolazione auto-dichiarati e stimolazione del punto G al fine di ottenere un'eiaculazione femminile. Inoltre, è stata impiegata la tecnologia ad ultrasuoni per identificare le differenze fisiologiche tra le donne e i cambiamenti dell’area del punto G durante l’attività sessuale.

Tipicamente, l’area del punto G si estende per 50-80 mm all’interno della vagina, sulla parete frontale. Alcune donne, con la stimolazione di quest’area, provano un orgasmo più intenso di quello ottenuto tramite stimolazione clitoridea. 

Come stimolare il punto G

L’area del punto G, per essere attivata, necessita, in genere, di stimolazione manuale diretta, a causa del posizionamento della zona, altrimenti non facile da raggiungere; infatti, il tentativo di stimolare il punto G attraverso la penetrazione sessuale risulta molto difficile a causa della particolare angolazione richiesta.

In genere, le donne necessitano della sola stimolazione del clitoride per raggiungere un orgasmo; tuttavia, secondo alcuni studi, la stimolazione del punto G, nonostante sia più difficoltosa, sembra essere maggiormente favorita.

Sul mercato sono disponibili diversi dispositivi sessuali per facilitare la stimolazione del punto G, che presentano una curvatura studiata per raggiungere efficacemente tale zona.

Esistono anche interventi di amplificazione del punto G, tramite iniezioni di collagene: tali interventi vengono effettuati tramite anestesia locale, ma è opportuno sapere che essi non hanno un riconoscimento medico e comportano un alto livello di rischio per la salute della donna; tra le conseguenze vi potrebbero essere infatti infezioni e disfunzioni sessuali.

Assenza del punto G: è possibile

Non essendoci unanimità né un acclarato riconoscimento scientifico in merito all'esistenza del punto G, grande è ancora lo scetticismo che circonda quest'argomento. Secondo molti ginecologi e ricercatori, tale area potrebbe esistere o meno, ma la sua percezione rimane comunque molto soggettiva.

Molte donne, infatti, pur credendo nell'esistenza del punto G, non riescono a individuarlo; ciò può condurre a sensazioni di inadeguatezza e frustrazione, che possono sfociare anche in ansia da prestazione sessuale. Tuttavia, l'anatomia e le zone erogene, sono molto soggettive: pertanto il sessuologo o lo psicoterapeuta devono spiegare alla donna che l'assenza del punto G non va vissuta come una menomazione e hanno il compito di tranquillizzare la paziente in questo senso.

Redazione Pazienti Redazione
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medico generale

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