Psicoterapia adleriana: un focus su questo metodo di cura

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 04 Settembre, 2024

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Che cosa si intende esattamente per psicoterapia adleriana? Chi era Alfred Adler e quali sono gli assunti cardine del suo metodo di cura?

Ecco quando e perché affidarsi alla terapia adleriana può rivelarsi utile.

Che cos'è la psicoterapia adleriana e cosa prevede

La psicoterapia adleriana prende il nome dallo psichiatra austriaco Alfred Adler, che fu un allievo di Freud e collega di Jung. 

Il suo metodo di cura, anche conosciuto come psicoterapia individuale comparata, questa teoria psicologica trae, appunto, le sue origini dal pensiero di Sigmund Freud, con il quale il suo fondatore collaborò inizialmente nella Vienna Psychoanalytic Society

Tuttavia, si distingue significativamente dalla psicoanalisi freudiana per alcuni concetti fondamentali.

Questa teoria, sviluppata da Alfred Adler, pone l'accento sull'importanza del contesto sociale e delle relazioni interpersonali nello sviluppo della personalità. 

Adler enfatizza il ruolo del sentimento di inferiorità e la lotta per la superiorità come forze motrici del comportamento umano. 

A differenza di Freud, che si concentrava principalmente sugli impulsi inconsci e sulla sessualità, sottolinea l'importanza degli obiettivi e delle aspirazioni consci dell'individuo.

La psicoterapia individuale comparata si basa sul principio che ogni persona è un'entità unica e indivisibile, che si sforza di raggiungere obiettivi personali all'interno del suo ambiente sociale. 


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Questa visione olistica dell'individuo ha influenzato notevolmente lo sviluppo della psicologia moderna e delle terapie centrate sulla persona.

Nel 1911, infatti, Adler si discosta ufficialmente da Freud, non condividendo più alcuni assunti del maestro, fra cui il concetto di libido e il ruolo primario dell'inconscio nello sviluppo umano, per fondare la Società di Psicologia Individuale Comparata.

La psicoterapia adleriana è una psicoterapia psicodinamica che vede nell'unione tra mente e corpo la struttura base dell'essere umano. 

Secondo Adler, l'individuo è solo in parte cosciente delle proprie azioni, tuttavia è orientato, per sua natura, al perseguimento di un ideale di sicurezza, di stabilità e di soddisfazione che costituiscono il fondamento del suo benessere mentale.

Quando nel corso della vita, alcuni avvenimenti concorrono a minare lo sviluppo del soggetto (come ad esempio dei fallimenti scolastici o lavorativi, la fine di un legame amoroso, delle difficoltà relazionali, etc.), allora egli modifica la percezione che ha di sé, diventando via via sempre più insicuro, scoraggiata e insoddisfatta. 

Compito del terapeuta è quindi quello di incoraggiare il paziente a ricostruire l'immagine che ha di sé e spronarlo a trovare il coraggio necessario per vivere un'esistenza piena e appagante.

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Attraverso il dialogo tra psicoanalista e paziente, che deve avvenire all'interno di un'atmosfera tranquilla e stimolante, si verrà quindi guidati a sviluppare le proprie potenzialità, a comprendere maggiormente le dinamiche che influenzano i propri comportamenti e a raggiungere nuovi obiettivi funzionali alla piena maturazione delle proprie inclinazioni.

All'interno della psicoterapia adleriana, molta importanza viene attribuita all'aspetto non verbale, ovvero a quell'insieme di gesti, di espressioni corporee e di atteggiamenti che possono aiutare il terapeuta a comprendere meglio la persona che si trova di fronte. 

In questo la gestualità, la postura, l'espressione del volto e il tono della voce aiuteranno a tratteggiare un'immagine più precisa e serviranno da guida per cogliere quello che il linguaggio verbale, in molti casi, non riesce ad esprimere.

Qual è lo scopo della psicologia adleriana?

Obiettivo primario della psicoterapia ad orientamento adleriano è quello di aiutare l'individuo a raggiungere lo sviluppo delle sue potenzialità

Per farlo si concentra sugli sforzi messi in atto per compensare la percezione di inferiorità introiettata dal soggetto nei confronti degli altri: secondo Adler, infatti, tutti almeno una volta nella vita hanno percepito un senso di inferiorità nei confronti dei propri simili.

Se tuttavia per alcuni tali sentimenti fungono da stimolo positivo, come una sorta di trampolino di lancio per raggiungere nuovi obiettivi o per migliorarsi, per altri invece il confronto con gli altri diventa un grande ostacolo, una specie di freno che non consente di immaginare il futuro ma che, al contrario, mantiene inalterata una visione del presente caratterizzata dall'insoddisfazione e dalla frustrazione per tutte le occasioni perse della propria esistenza.

Partendo da questo presupposto, lo psicoterapeuta di formazione adleriana cerca di aiutare il paziente a reperire gli strumenti che gli saranno utili per superare questo senso di inferiorità e per acquisire maggior fiducia in sé stesso e nelle proprie potenzialità.

Il focus della terapia è quindi quello di supportare il soggetto a individuare i meccanismi alla base della compensazione negativa, a trovarne di nuovi e di più funzionali, oltre che a spronarlo a migliorare le aree della sua vita in cui sente di avere ancora potenziale da esprimere.

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Secondo Adler, coloro che manifestano una qualche forma di disagio esistenziale, sono influenzati da una scarsa percezione del loro valore. 

Essi, cioè, non hanno fiducia nelle loro capacità, avvertono un senso di fallimento che riguarda differenti campi (l'amore, l'amicizia, il lavoro, etc.) e per questo motivo tendono a vivere in modo rigido i cambiamenti.

Si fossilizzano quindi su un'idea di sé poco lusinghiera e non si sentono all'altezza di poter affrontare le modificazioni ritenute necessarie per la propria realizzazione personale. 

In genere questi individui aspirano a un ideale di perfezione molto difficile da raggiungere e affrontano con difficoltà la possibilità di fallire.

Per Adler l'umiliazione e il senso di fallimento provati da un individuo nel corso della sua esistenza possono tradursi un senso di inferiorità compensati con la cosiddetta "volontà di potenza", che può rivelarsi negativa se porta il soggetto a sviluppare un forte senso di disagio esistenziale o addirittura qualche nevrosi.

Differenze tra la scuola adleriana e gli altri metodi psicoanalitici

La scuola adleriana di psicoterapia prende le mosse dalle intuizioni di Freud, tuttavia in seguito se ne differenzia per numerosi aspetti.

La rottura con il maestro, avvenuta in modo anche abbastanza polemico, dal momento che Adler era stato proprio un allievo dello stesso Freud, si configura a partire dal rifiuto del concetto di libido, che secondo Adler non è un elemento preponderante nello sviluppo dei disagi psichici.

Per l'allievo di Freud è piuttosto il senso di inferiorità che viene sperimentato dall'uomo fin dalla sua nascita, che, se non correttamente elaborato, porta a sviluppare una serie di problematiche.

Adler inoltre, a differenza di Freud, vede l'essere umano come un'unità tra corpo e mente, e pone maggiormente l'accento sull'importanza della comunicazione non verbale.

Diversa è, inoltre, anche la concezione dell'inconscio per Adler, il quale lo interpreta come uno stato della mente importante tanto quanto i processi consci, nell'ottica di sviluppo personale dell'individuo. 

In questo senso il linguaggio dell'inconscio si esprime con simboli, metafore e linguaggi non solamente universali, ma anche fortemente personali e il sogno rimane un collegamento verso il futuro, inteso come un'aspirazione, un'indicazione o un desiderio.

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Ulteriori differenze tra la psicoterapia adleriana e gli altri orientamenti teorici includono:

  • il setting, molto meno rigoroso rispetto a quello freudiano: almeno inizialmente le sedute psicoterapiche non prevedono una struttura rigida, ma sono focalizzate soprattutto sul reperimento delle informazioni principali. In seguito è necessario che il paziente e il terapeuta siano in grado di costruire una relazione positiva, ovvero una buona alleanza terapeutica, in cui si possa utilizzare un linguaggio comune e nella quale il professionista sia in grado di capire come aiutare il soggetto;
  • l'importanza attribuita ai simboli, diversa rispetto a quella teorizzato da Jung: secondo Adler i simboli dell'inconscio hanno un valore molto personale e possono essere diversi da individuo a individuo. Accanto a simboli ritenuti "universali", quindi, la psicologia individuale riconosce l'esistenza di allegorie e metafore strettamente personali, le quali hanno senso solo per il singolo soggetto e che talvolta si distaccano dalla logica universale;
  • il focus attribuito alla famiglia d'origine: a differenza della psicoterapia ad indirizzo sistemico, che nella sua analisi pone l'accento sul ruolo giocato dai legami famigliari nello sviluppo personali, e che quindi prende in esame non solo il singolo individuo, ma anche il nucleo famigliare all'interno del quale esso si è  sviluppato, Adler si concentra solo sulla singola persona
Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr.ssa Maria del Carmen Rostagno
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