I Millennials, noti anche come Generazione Y, sono le persone nate tra il 1981 e il 1996. Cresciuta durante un periodo di rapidi cambiamenti tecnologici, economici e sociali che hanno influenzato prospettive e esperienze di vita, questa generazione riporta livelli di stress significativamente più alti rispetto alle precedenti.
Secondo uno studio dell'American Psychological Association, circa il 35% dei Millennials riporta sintomi di ansia, mentre il 32% sintomi di depressione. Un sondaggio del 2019 ha rivelato che il 44% si sente stressato per la maggior parte del tempo, e a riconferma di quanto detto, un altro studio pubblicato sul Journal of Psychopathology and Clinical Science, ha confermato che hanno un'incidenza maggiore di problemi di salute mentale rispetto sia ai Baby Boomers che alla Generazione X.
Con queste premesse è comprensibile il maggior interesse dei Millennials verso il benessere mentale oltre che quello fisico, e la ricerca attiva di risorse per migliorare la propria salute psicologica.
Ma possono la cura di sé e le pratiche di benessere mentale fare davvero la differenza nella vita dei Millennials? Lo abbiamo chiesto alla psicologa e psicoterapeuta Lucrezia Marino, che ci ha dato dei suggerimenti su come leggere alcune delle difficoltà maggiormente riportate, per tentare di mantenere questo equilibrio tra mente e corpo in un’epoca di cambiamenti rapidi e pressioni sociali.
L’importanza dell’armonia tra mente e corpo
Il concetto di armonia, inteso come unione tra mente e corpo, è molto significativo per i Millennials. Questa generazione ha sviluppato una consapevolezza crescente dell'interconnessione tra benessere fisico e mentale, portando a una ricerca continua di equilibrio e benessere olistico.
I Millennials sono propensi ad intendere la salute non solo come assenza di malattia, ma come uno stato di completo benessere fisico, mentale ed emotivo. Questo approccio include il ricorso a pratiche come la meditazione, lo yoga, la mindfulness, la dieta equilibrata, considerati necessari proprio a favorire quello stato di benessere - specialmente di calma - che, come visto dai precedenti dati sulla salute mentale, faticano ad ottenere.
La divisione mente-corpo superata dai Millennials, secondo la dottoressa Lucrezia Marino, non esiste è piuttosto una scissione arbitraria che applichiamo per comprendere la nostra specie. «Noi siamo un tutt’uno, non esistiamo senza corpo. Siamo materia. Il nostro corpo coincide con il nostro Sé ed è attraverso il corpo che facciamo esperienza del mondo e sperimentiamo i nostri stati di coscienza e le nostre emozioni. Cosa saremmo senza emozioni?» L’armonia tra mente e corpo, quindi, è un ritorno necessario all’essenza del nostro Sé, continua Marino. «Non dobbiamo far altro che distanziarci dalla divisione mente-corpo per riabbracciare la nostra naturale condizione olistica.»
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Questa generazione, che ha dato vera attenzione al tema del benessere psicologico e della salute mentale per tutti e tutte, ha aperto la strada a condivisioni di ogni genere. Complice il boom tecnologico nel quale sono cresciuti, i Millennials hanno usato i blog prima e i social poi per raccontare le loro esperienze, sfatare miti e divulgare.
Se da un lato è stato liberatorio iniziare a parlare di temi che fino a poco prima erano tabù, dall’altro hanno iniziato a proliferare i contenuti con poco o nessun fondamento scientifico che, attirando l’attenzione, hanno anche creato un mercato nel quale stanno proliferando prodotti e servizi, spesso proposti con strategie di marketing spinto, che possono facilmente confondere.
Le pratiche di auto-cura e il loro impatto
Il movimento del self-help ha acquisito una popolarità significativa tra i Millennials, diventando un elemento sul quale fare molto affidamento per trovare benessere e crescita personali.
Su questo tema però, che va per la maggiore sia online che offline, ma specialmente sui social, Marino è critica: «Il concetto stesso di auto-cura è fuorviante. Certo, serve una presa di coscienza personale, ma la cura passa attraverso l’aiuto dell’Altro. Dobbiamo renderci disponibili a regredire psicologicamente a una fase di dipendenza dall’altro e permettere a questo Altro di prendersi cura di noi. Questa è la guarigione.»
Il concetto di ‘guarigione’ quando si parla di salute mentale, non è nuovo ai Millennials che sembrano cercarla attivamente sia attraverso il ricorso a consulenze psicologiche (il 35%), sia attraverso libri di auto-aiuto, pare che almeno il 73% ne abbia letto uno nell'ultimo anno. Sembrerebbe insomma che, nonostante le consapevolezze acquisiste, siano ancora propensi al tentare di farcela da soli prima di chiedere aiuto.
Tecniche di rilassamento, mindfulness e app
Per quanto riguarda invece le tecniche di rilassamento e mindfulness, sono davvero efficaci? La dott.ssa Marino che ne è entusiasta aggiunge: «Assolutamente sì. Dovrebbero far parte di un 'pacchetto base’ di competenze personali. Sono utilissime e soprattutto sono di pronto intervento in momenti di difficoltà.»
Considerando che diverse fonti, tra cui un report Accenture, confermano che il 62% dei Millennials usa app di benessere per monitorare la sua salute, chiediamo alla dott.ssa Marino cosa ne pensi del proliferare di app e servizi di rilassamento, psicoterapia, alimentazione e fitness, igiene del sonno che strizzano l'occhio all'autodiagnosi per trovare clienti. «Finché si tratta di aiuto nel rilassamento, non ci vedo nulla di particolarmente problematico, anche se è preferibile che ci sia una persona formata a fare da mediatrice,» dice Marino. «Per tutto il resto, la presenza di un professionista è necessaria. Le conseguenze di auto-diagnosi errate possono portare a percorsi sbagliati e non curare ciò che necessita di cure in maniera prioritaria.»
Sonno e benessere mentale
Se solo il 10% dei Millennials dichiara di avere un sonno ‘eccellente’, vuol dire che anche sotto questo punto di vista ci sono delle difficoltà.
«Ci sono tre macroaree che riguardano il corpo ma da cui possiamo trarre informazioni immediate sullo stato di benessere mentale: respirazione, digestione e sonno,» spiega Marino. «Il respiro ha a che fare con la vita e la vitalità, la digestione con il saper prendere ciò che viene dall’esterno e il sonno con la coscienza e il lasciarsi andare.»
Il sonno richiede una capacità di lasciarsi andare e rilassarsi che molti Millennials trovano particolarmente difficile. Tre motivi potrebbero essere i seguenti:
- Il sovraccarico informativo: a causa della necessità di essere sempre connessi e aggiornati tutto il giorno, tutti i giorni, si richiede al cervello un lavoro di rielaborazione extra che ostacola il sonno;
- Il perfezionismo e il continuo bisogno di produttività: i millennials spesso si sentono pressati a essere costantemente produttivi e a raggiungere obiettivi elevati. L’eccesso di lavoro mantiene la mente attiva anche durante le ore notturne;
- L’insoddisfazione: a fronte degli sforzi per formarsi ed essere competitivi, dentro e fuori il mondo del lavoro, i Millennials tendono a non sentirsi soddisfatti dei risultati raggiunti. Hanno la sensazione di non essere stati valorizzati ma di dover comunque essere all’altezza di aspettative irrealistiche.
L'attività fisica e l’alimentazione
Parlando di attività fisica, chi è cresciuto negli anni '90 sa cosa sia il body-shaming, in due parole l'atto di deridere o criticare qualcuno per il proprio aspetto fisico, e tutto ciò che da questo deriva.
Sono in molti, ma soprattutto in molte, a ricordare episodi come quello in cui si è chiesto a Victoria Beckham di salire sulla bilancia in diretta TV per dimostrare di essere davvero dimagrita o, per citare un caso italiano, le critiche rivolte ad Ambra Angiolini per avere preso qualche chilo dopo ‘Non è la RAI’.
I Millennials hanno imparato ad approcciare l'attività fisica come qualcosa che serve a dimagrire o a mettere su massa muscolare, sempre rigorosamente 'nei punti giusti'.
Questo ha influenzato negativamente la loro salute mentale e il rapporto con il cibo e lo sport. «Tutto può essere preso in modo sano e utile, così come in modo disfunzionale o fuorviante. Nel caso dell’attività fisica, può essere un ambito in cui riversare modalità insane di rapportarsi a se stessi: una su tutte è il controllo,» spiega Marino. «Le pressioni sociali sul corpo, in particolare quello delle donne, possono rendere questa modalità controllante ancora più pervasiva.»
Per ripristinare un rapporto positivo con l'attività fisica, è quindi importante riconoscere la predisposizione della nostra mente a controllare. «Esistono menti con tratti maggiormente ossessivi e menti con tratti scarsamente ossessivi,» dice Marino. «Le prime dovranno far attenzione a qualsiasi ambito della vita che le indirizza verso il controllo, poiché potrebbe sfociare in un controllo ossessivo. Al contrario, le seconde dovranno fare uno sforzo in più nell’approcciarsi a tutto ciò che deve essere metodico e costante, come l’attività fisica.»
L'alimentazione è un altro tema scottante. I Millennials, infatti, tendono ad avere con l’alimentazione lo stesso rapporto difficile che hanno con l’attività fisica. Anni e anni a sentir parlare di diete e dimagrimenti rapidi in vista dell’imperdibile ‘prova costume’, cibi-sì e cibi-no, ritrovati dell’ultimo minuto, conteggi delle calorie spalmati su settimanali e programmi televisivi ad ogni ora, hanno inficiato il rapporto con il cibo. «Il consiglio generale è di non prendere alla lettera nessuna indicazione ma di dubitarne nella giusta misura,» afferma Marino. «Maggiore è il dubbio, maggiore è la consapevolezza; minore è il dubbio, minore è la consapevolezza. Senza dubbio, non ci può essere consapevolezza, citando C.C. Chang in “The Practice of Zen”.»
Gestire lo stress quotidiano
I Millennials sono noti per cercare un equilibrio tra lavoro e vita privata e per dare importanza a lavori che offrano significato e opportunità di crescita personale.
Nonostante abbiano un livello di istruzione generalmente più alto rispetto alle generazioni precedenti, però sono molto più precari e più poveri dei loro genitori di circa il 17% secondo Il Sole24ore.
La pressione di bilanciare lavoro, formazione, relazioni e crescita personale, diventa un ulteriore fattore di stress. La dottoressa Marino a questo proposito consiglia di monitorare periodicamente le macroaree della vita. «Per esempio, chiedersi: com’è l’equilibrio dovere-piacere nella mia vita? È troppo sbilanciato verso un polo? Allora dovrò ricalibrarmi. Le nostre aspettative devono essere realistiche e allineate con la nostra vita personale.»
Segnali di burnout e prevenzione
Infine, sui segnali di burnout, Marino sottolinea l'importanza di tornare alla percezione corporea della stanchezza e della difficoltà al riposo come indicatori chiave. «Se facessimo lavori o attività fisicamente provanti, probabilmente il riposo sarebbe “facile” poiché il nostro corpo richiederebbe automaticamente di fermarci. La stanchezza da burn-out si riconosce perché è una stanchezza psico-fisica, non legata a uno sforzo fisico debilitante, ma a condizioni di vita che richiedono eccessiva energia.»
È evidente che i Millennials hanno intrapreso, convintamente, un viaggio verso la comprensione e la cura del loro benessere mentale e fisico. Nonostante le sfide e le pressioni che caratterizzano questa generazione, c'è una chiara volontà di adottare pratiche che favoriscono l'armonia e la consapevolezza. La dott.ssa Marino ci ricorda l'importanza di non affrontare questi percorsi da soli, ma di cercare il supporto degli altri e di professionisti qualificati.
I Millennials, con la loro capacità di adattamento e apertura al cambiamento, stanno creando una nuova narrazione sulla salute mentale, olistica e inclusiva, in linea con l’importanza che danno al rispetto dei valori e al bisogno di ricerca di significato, della quale godono e, si spera, godranno anche le generazioni successive.
In definitiva, il cammino verso la salute mentale e fisica non è una destinazione, ma un viaggio continuo di scoperta e crescita, e i Millennials sembrano essere sulla buona strada.