Hai sogni nel cassetto che continui a rimandare? Potresti avere la "someday syndrome"

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 31 Ottobre, 2024

Donna seduta sulla poltrona riflette sul da farsi

La someday syndrome, o "sindrome del 'un giorno lo farò'", è un atteggiamento psicologico che porta a rimandare costantemente azioni e decisioni importanti a un futuro indefinito; in pratica, è quella vocina interna che ci dice "lo farò più avanti", "ho tutto il tempo", "prima o poi ci riuscirò, ma non adesso".

Vediamo di seguito un approfondimento in merito.

Someday syndrome: imporsi dei limiti a causa della procrastinazione

La procrastinazione legata all'attesa del momento perfetto è spesso basata su false premesse: non esiste, infatti, una formula magica per garantire il successo, e rimandare le azioni può portare a perdere delle opportunità.

La consapevolezza di sé è il fondamento del cambiamento: osservando i propri comportamenti, infatti, è possibile identificare gli schemi ricorrenti che portano alla procrastinazione; prestare attenzione alle scuse e ai ritardi auto-imposti permette di acquisire una comprensione più profonda delle proprie dinamiche interiori.

Le cause della someday syndrome possono essere molteplici e variano da persona a persona. 

Tra le più comuni troviamo:

  • paura del fallimento: la paura di non riuscire a raggiungere l'obiettivo può portare a procrastinare e a evitare di iniziare;
  • perfezionismo: la ricerca della perfezione può paralizzare, portandoci a rimandare finché non avremo tutte le condizioni ideali, che spesso non arrivano mai;
  • sovraccarico: avere troppi impegni può farci sentire sopraffatti e portarci a rimandare le attività meno urgenti;
  • procrastinazione cronica: alcune persone hanno una tendenza innata a procrastinare, che si manifesta in diversi ambiti della vita;
  • mancanza di motivazione: a volte, semplicemente, non siamo abbastanza motivati a raggiungere un determinato obiettivo.

La someday syndrome, inoltre, può avere conseguenze negative sulla nostra vita, sia a livello personale che professionale.

Alcune delle più comuni sono:

  • rimpianto: possiamo pentirci di non aver colto le opportunità che abbiamo avuto;
  • stress: la consapevolezza di avere cose da fare può causare stress e ansia;
  • mancata realizzazione dei propri obiettivi: rimanere bloccati nella fase della pianificazione può impedire di raggiungere i propri sogni;
  • danneggiamento delle relazioni: la procrastinazione può influenzare negativamente le relazioni con gli altri.

Superare la procrastinazione non è solo una questione di disciplina, ma anche di benessere: quando agiamo in modo proattivo, proviamo un senso di soddisfazione e di realizzazione che ci motiva a fare sempre meglio.

Infatti, pianificare è importante, ma è l'azione concreta che ci porta a raggiungere i nostri obiettivi e a vivere una vita più piena.

Come trasformare il “lo farò” in “posso farlo adesso”

La someday syndrome è molto subdola: per portarla alla luce è utile, ad esempio, tenere un diario e annotare regolarmente le situazioni in cui tendiamo a rimandare; questo esercizio ci permette di scoprire i meccanismi inconsci che alimentano la procrastinazione e di acquisire una maggiore consapevolezza di noi stessi.

Quando ci poniamo un obiettivo ambizioso, infatti, può essere facile sentirsi sopraffatti dalla vastità del traguardo da raggiungere.

“La someday syndrome in sé non è qualcosa di cui devi liberarti completamente. Invece, è qualcosa di cui diventare consapevole, soprattutto se tendi a rimandare i tuoi obiettivi nella speranza che arrivi il momento perfetto”, afferma Sarah Sarkis, psicologa, scrittrice e speaker.

La tentazione di rimandare a un futuro indefinito, di aspettare il momento perfetto o di credere di non essere all'altezza, è molto forte; tuttavia, dividere l'obiettivo in una serie di azioni concrete e misurabili ci permette di trasformare un'impresa apparentemente titanica in una serie di sfide più gestibili.

Così facendo ogni piccolo passo compiuto è una vittoria che ci avvicina al traguardo e ci infonde la fiducia necessaria per proseguire.

La scomposizione di un obiettivo in azioni concrete, inoltre, ne facilita la realizzazione: anziché focalizzarsi su un risultato lontano, è consigliabile concentrarsi su passi specifici e immediatamente attuabili; in questo modo si evita la procrastinazione e si favorisce un senso di progressione costante.

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Il futuro è incerto e può generare ansia, mentre il presente è l'unico momento su cui abbiamo un controllo effettivo: focalizzandoci sui passi successivi, manteniamo viva la nostra motivazione e ci impegniamo a dare il meglio di noi in ogni momento.

Definire azioni concrete e misurabili ci permette, inoltre, di monitorare i nostri progressi e di celebrare i nostri successi: fornisce una chiara indicazione di quanto siamo vicini al raggiungimento del nostro obiettivo e ci motiva a continuare a lavorare sodo; infine, la misurabilità ci permette di identificare eventuali ostacoli e di adattare la nostra strategia in corso d'opera.

Per superare la someday syndrome è importante, dunque: 

  • identificare le cause: cercare di capire cosa ci spinge a procrastinare è il primo passo per trovare una soluzione;
  • scomporre gli obiettivi: dividere un grande obiettivo in piccoli passi più gestibili può rendere il compito meno scoraggiante;
  • creare un piano d'azione: stabilire dei tempi precisi per svolgere le attività e monitorare i propri progressi;
  • eliminare le distrazioni: creare un ambiente di lavoro privo di distrazioni può aiutare a concentrarsi sui compiti;
  • ricompensare se stessi: premiarsi per aver raggiunto i propri obiettivi può aumentare la motivazione;
  • chiedere aiuto: parlare con un amico, un familiare o un professionista della salute mentale può essere utile per superare le difficoltà.

La progressione verso un obiettivo è un percorso, non una destinazione: dividere questo percorso in piccoli passi concreti e misurabili ci permette di mantenere la motivazione alta, di limitare la procrastinazione e di aumentare le nostre possibilità di successo.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Arianna Bordi | Editor
Arianna Bordi | Editor
in Mental health

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