La relazione abusiva non è facile da riconoscere, al contrario di quello che si potrebbe pensare, ed è ancora presente una tendenza comune che colpevolizza le vittime e le fa sentire in colpa per non essere in grado di uscirne.
Vediamo di seguito un approfondimento e alcuni segnali da non sottovalutare.
Abuso emotivo: come si manifesta nella relazione
A differenza di quello fisico, che lascia segni tangibili, l'abuso emotivo si insinua subdolamente nella relazione, utilizzando parole e atteggiamenti per minare l'autostima e la dignità della vittima.
Infatti, spesso crea il terreno fertile per altre forme di abuso, come quello fisico o sessuale. Attraverso il continuo disprezzo, l'isolamento e la manipolazione, chi abusa erode l'autostima della vittima, creando una dipendenza psicologica che la rende incapace di mettere fine alla relazione.
All'interno di una relazione sentimentale, può assumere diverse forme, tra cui:
- minacce e insulti: si utilizzano parole offensive e aggressive per umiliare e intimorire la vittima;
- controllo ossessivo: si cerca di monitorare ogni aspetto della vita della vittima, limitandone la libertà e l'autonomia;
- gelosia morbosa: è presente un'eccessiva possessività e gelosia, arrivando a proibire alla vittima di frequentare amici o persone dell'altro sesso;
- manipolazione emotiva: chi abusa usa sottili strategie per influenzare le decisioni e i comportamenti della vittima, creando un clima di dipendenza emotiva;
- umiliazione e svalutazione: vi è una denigrazione costante della vittima, minandone l'autostima e la fiducia in se stessa;
- intimidazione e ricatto: il partner che abusa usa la paura o la minaccia di violenza per ottenere ciò che desidera;
- indifferenza: il partner che perpetua l’abuso psicologico ignora o minimizza i bisogni e le emozioni della vittima, facendole sentire insignificante.
Sebbene l'abuso emotivo non lasci segni fisici tangibili, le sue conseguenze psicologiche possono essere devastanti.
La vittima può soffrire di:
- bassa autostima e senso di inadeguatezza;
- depressione, ansia e disturbo da stress post-traumatico;
- isolamento sociale e difficoltà a fidarsi degli altri;
- dipendenza emotiva dal partner abusante;
- difficoltà cognitive e problemi di memoria;
Un aspetto chiave dell'abuso emotivo è la sistematica svalutazione della vittima: il partner la critica, utilizzando il sarcasmo e la derisione per minare la sua autostima e farla sentire inferiore.
Minimizza i suoi successi, le sue opinioni e i suoi sentimenti, facendola dubitare delle proprie capacità e del proprio valore.
Questo meccanismo di abuso viene amplificato dal naturale desiderio di credere nel bene di chi amiamo.
La vittima, infatti, avendo già investito tempo e affetto nella relazione, tende a scusare i comportamenti offensivi del partner, convincendosi di essere troppo sensibile o di aver frainteso le sue azioni.
Un partner che abusa emotivamente sfrutta abilmente questo meccanismo di difesa per esercitare il suo controllo.
Attraverso il gaslighting, la induce a mettere in dubbio la propria percezione della realtà, facendole credere di essere lei ad esagerare, a drammatizzare o ad essere eccessivamente emotiva; potrebbe persino accusarla di non saper scherzare o di essere troppo permalosa.
La manipolazione della realtà è un'arma potente nelle mani dell'abuser emotivo: confondendo la vittima e facendola dubitare delle proprie percezioni, la rende più vulnerabile e controllabile.
Per queste ragioni, riconoscere l'abuso emotivo può essere estremamente difficile: la vittima si trova intrappolata in una spirale di dubbi e sensi di colpa, isolata dal supporto di amici e familiari per paura di non essere creduta o presa sul serio.
Alcuni dati sulla presenza massiccia dell’abuso emotivo
Dall'attivazione delle linee nel 1996, la National Domestic Violence Hotline ha offerto supporto a oltre 5,5 milioni di persone attraverso chiamate, chat e messaggi di testo.
Questa linea di ascolto statunitense è attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all'anno: offre supporto gratuito e confidenziale a chiunque sia vittima o testimone di violenza domestica, indipendentemente dal genere, dall'orientamento sessuale, dall'etnia, dalla religione o dallo status socioeconomico.
La richiesta di aiuto continua ad aumentare, con un incremento del 2,3% dei contatti ricevuti nel 2020 rispetto al 2019. In generale, dal 2015, il volume dei contatti è cresciuto del 46%.
Numerosi studi e ricerche condotte a livello globale denunciano la diffusione preoccupante della violenza psicologica, una forma di abuso ancora troppo invisibile che colpisce persone di tutte le età, generi e provenienze.
Le donne, in particolare, risultano essere le più colpite da questo tipo di violenza: l'ultimo rapporto IPSAD® (Italian Population Survey on Alcohol and Other Drugs) del CNR evidenzia che oltre 2 milioni e mezzo di donne (il 10,1% della popolazione femminile tra i 18 e gli 84 anni) vivono situazioni di violenza psicologica, subendo atti di controllo, denigrazione e umiliazioni, e che ben 12 milioni di donne (il 50,4%) hanno sperimentato violenza psicologica almeno una volta nel corso della propria vita.
Risulta, dunque, tuttora fondamentale sensibilizzare e informare la popolazione sui diversi aspetti della violenza psicologica, promuovere campagne di prevenzione e sostegno alle vittime, e formare gli operatori dei settori sociali e sanitari per un'adeguata presa in carico dei casi.
5 segnali da non sottovalutare quando si parla di abuso emotivo
Su Wondermind la psicologa clinica, esperta di abuso narcisistico e terapeuta di coppia Jaime Zuckerman ha provato a dare alcune indicazioni per non sottovalutare i campanelli d’allarme di un abuso psicologico all’interno di una relazione:
Stai riconsiderando il tuo aspetto fisico e la tua personalità
Le prese in giro occasionali potrebbero non essere gravi, ma attenzione a:
- critiche ad aspetto o opinioni: come "perché non indossi la collana che ti ho regalato?" o commenti sarcastici che fanno stare male;
- insulti, svalutazione dei successi o controllo sul comportamento: stabilire regole su cosa è concesso fare, indossare o mangiare, o addirittura critiche pesanti agli amici;
- osservazioni negative camuffate da consigli: il partner potrebbe far passare gli insulti come tentativi di aiuto, ma il vero scopo è minare l’autostima dell’altra persona.
Si verificano troppe discussioni
L'abuso emotivo si insinua gradualmente, quando si è già coinvolti nella relazione e a proprio agio. Comportamenti scortesi, litigi banali, consigli non richiesti e persino minacce diventano la norma, creando confusione e disorientamento.
Queste relazioni seguono spesso un ciclo simile alla dipendenza: l’abuser ricopre l’altra persona di attenzioni, regali e complimenti, facendola sentire amata e speciale, ma presto le cose cambiano e comincia a svalutarla e a criticarla, per poi ricominciare a essere gentile.
Questo schema diventa, dunque, una gabbia in cui si è alla ricerca costante di quell'iniziale love bombing e induce la vittima a credere che alti e bassi siano normali e romantici.
Non hai la giusta serenità mentale
A causa della loro imprevedibilità “gli abusi emotivi ti fanno tipicamente sentire ansiosa, spaventata, confusa e forse anche vergognosa o colpevole”, spiega la dottoressa Zuckerman.
"L'abuso emotivo cronico e prolungato può portare a quello che viene chiamato disturbo da stress post-traumatico complesso, che include sintomi come ipervigilanza, ansia, depressione (con sbalzi d’umore intensi) e scarso sonno", aggiunge.
Oltre a scuotere profondamente il senso di identità e visione del mondo, l'abuso emotivo può anche avere un impatto sulla salute fisica: "L'abuso emotivo aumenta il cortisolo, l'ormone dello stress progettato per aiutarti a sopravvivere a un pericolo a breve termine", spiega la dottoressa Shumway.
Non hai mai considerato l’idea di chiudere la relazione
Per fare chiarezza, la Dr.ssa Shumway consiglia di riflettere su alcune domande chiave:
- è possibile muoversi liberamente, con chi si desidera e quando si vuole?
- ci si sente sostenuti e amati incondizionatamente dal proprio partner?
- è possibile essere se stessi ed esprimere liberamente pensieri e sentimenti?
- le amicizie e le famiglie approvano la relazione?
- se mille persone osservassero la quotidianità della coppia, giudicherebbero la loro relazione sana?
Riflettere su queste domande può aiutare a:
- comprendere se la relazione soddisfa i bisogni fondamentali;
- identificare eventuali aree problematiche che richiedono attenzione;
- apprezzare gli aspetti positivi e consolidare i punti di forza.
Una relazione sana si basa sul rispetto reciproco, la fiducia, la comunicazione aperta e il sostegno reciproco ed è importante ricordare che l'abuso emotivo non è mai colpa della vittima e che è necessario chiedere aiuto se ci si sente in pericolo.
Lasciare una relazione abusiva può essere un processo estremamente difficile e doloroso. Per questo motivo, è fondamentale cercare e accettare il supporto di persone fidate e di professionisti competenti.
La Dr.ssa Shumway sottolinea l'importanza di trovare un supporto psicologico professionale, per:
- elaborare una strategia per uscire dalla relazione in modo sicuro;
- superare i traumi e le ferite causate dall'abuso;
- sviluppare la forza e l'autostima necessarie per andare avanti.
Se non è possibile intraprendere un percorso di psicoterapia individuale, esistono diverse associazioni che offrono supporto e risorse alle persone che stanno subendo abusi.
Oltre al supporto professionale, è fondamentale avere al proprio fianco amici e familiari fidati che possono:
- offrire una prospettiva esterna sulla relazione e aiutarti a valutare la situazione con maggiore lucidità;
- fornire un supporto emotivo e pratico, ad esempio aiutando a trovare un posto sicuro dove stare o a raccogliendo le risorse economiche necessarie per l'indipendenza;
- essere una preziosa cassa di risonanza per le emozioni e i pensieri.
La Dr.ssa Zuckerman ricorda che il momento più pericoloso in una relazione abusiva è spesso quello in cui si decide di chiuderla. Per questo motivo, è fondamentale avere un piano di sicurezza e un sistema di supporto pronto ad intervenire in caso di necessità.