Si sa che il benessere andrebbe coltivato giorno dopo giorno con alcune buone azioni quotidiane: dalla sana alimentazione allo stile di vita che allontani quanto più possibile stress ed emozioni negative.
Come è pure risaputo che nello stile di vita rientra il regolare movimento, praticare uno sport durante la settimana, fosse anche solo camminare mezz'ora al giorno, per aiutare l’organismo, la mente e lo spirito a mantenersi in forma e in salute.
Ma cosa succede quando sopraggiunge la febbre sia per un colpo di freddo sia per un malanno stagionale?
È preferibile interrompere le attività fisiche oppure è possibile allenarsi con la febbre, contando su alcuni vecchi detti popolari secondo i quali sudare con la febbre fa bene?
Lo vediamo insieme.
Allenarsi con la febbre, sì o no?
In un organismo con alte temperature corporee è fisiologica la presenza di sudorazione: sudare è una reazione naturale, quindi necessaria, per mantenere la temperatura corporea ai livelli “standard”.
In questo modo, il corpo cerca di abbassare l’eccesso di temperatura causato dall’attività fisica, prodotto proprio dal movimento muscolare.
Tuttavia, l’aumento di temperatura causato da un malessere (e, quindi, la febbre) modifica il livello di temperatura “standard” a cui il nostro organismo fa riferimento: per questa ragione quando stiamo male possiamo avere i brividi di freddo anche oltre i 37°, senza sudare finché non prendiamo un farmaco antipiretico.
Tutt'altra cosa, però, è credere che accentuarne la produzione possa far passare il malanno che l’ha provocata.
L'attività fisica andrebbe sempre sospesa in presenza di febbre, a maggior ragione quando si accompagna a brividi e sudorazione. Anche se il malessere non dovesse essere così invalidante da costringere a letto.
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In genere, quando si sta poco bene, per esempio per via di una classica influenza, è consigliabile sospendere tutte quelle attività potenzialmente stancanti che privano l'organismo di energia perché sottoposto a sforzi eccessivi.
Dunque, allenarsi con la febbre è sconsigliato. Meglio evitare le sessioni di allenamento previste, quotidiane o settimanali, quando la temperatura corporea arriva o supera i 37° C.
In questo stato, l’organismo è “sotto attacco” e necessita di tutte le sue risorse per affrontare l'allerta indicata dalla presenza di febbre. Sottoporlo a una forzatura per far fronte a un carico ulteriore potrebbe indebolirlo causando una forte disidratazione e aumentando le possibilità di un peggioramento.
Con stati febbrili in atto, i muscoli sono già indolenziti e dunque anche meno “pronti”, poco reattivi. Ciò può aumentare il pericolo di piccole e medie lesioni.
In questi casi, un ottimo rimedio si rivela proprio un buon riposo e il rispetto dei segnali che il corpo trasmette. Spesso banalizzata ma molto utile, una giusta tregua permette un veloce ripristino delle normali funzioni post-malessere.
In special modo, in presenza di alcune condizioni come:
- brividi
- forte sudorazione
- infezioni alla gola e alle vie respiratorie
- bronchiti
- faringiti
- tosse persistente con catarro
- influenza
In tutti questi casi, è consigliabile sospendere l’attività fisica anche nei soggetti ove la febbre si manifesta raramente.
Rimane, però, la possibilità di praticare sport in presenza di lievi disagi fisici non accompagnati da febbre.
Allenarsi con un leggero malessere, è possibile?
Raffreddore, mal di testa, naso chiuso o colante, lieve tosse secca, un leggero pizzicore in gola, non precludono la possibilità di allenarsi.
Se questi sintomi si manifestano in forma leggera, e se ci si sente abbastanza forti da affrontare un workout, magari anche meno intenso, ci si può allenare facendo attenzione a ridurre l’intensità e la durata dell’attività.
Anzi, un moderato e controllato esercizio fisico come camminare, fare uno jogging leggero, sollevare pesi leggeri, migliora le difese immunitarie e potrebbe anche attenuare alcuni sintomi del malessere.
Fare attività fisica con il raffreddore può aiutare a stare meglio perché ha effetti positivi sulla frequenza cardiaca e sulla respirazione.
L’esercizio fisico aumenta la frequenza cardiaca, fa pompare il cuore e favorisce il flusso sanguigno, apre i polmoni e rilascia endorfine.
Dunque, in alcuni casi è possibile praticare sport anche in presenza di lievi malanni, se non accompagnati da febbre, facendo attenzione ad evitare sbalzi di temperatura ed attività all’aperto in stagioni fredde.
Diverso il caso, in cui siano presenti condizioni come una tosse grassa o che porti a espettorazione di muco.
Secondo alcune ricerche, infatti, questo tipo di tosse si verifica più spesso in presenza di infezioni batteriche nel tratto respiratorio inferiore, come la polmonite (fonte1- fonte2); riposare aiuta a sentirsi meglio e riduce il rischio di complicazioni.
Altre condizioni che richiedono un fermo delle attività sono la congestione toracica, il mal di stomaco, nausea, vomito e dissenteria.
Allenarsi quando vi fossero questi sintomi, indebolirebbe maggiormente l'organismo.
Per riassumere, dunque, si può dire che allenarsi con la febbre non è da prendere in considerazione, a tutela della salute, sia nello sport agonistico, sia in quello amatoriale intenso.
Post influenza, quando riprendere lo sport
Terminate le cure e passati i sintomi, è necessario riprendere l’attività fisica in modo graduale. L'optimum è aspettare almeno 7 giorni circa prima di riprendere l’allenamento.
Questo tempo di intermezzo tra la guarigione e la ripresa della normale attività fisica preserva il cuore da eventuali infiammazioni del muscolo cardiaco (miocarditi), che può essere attaccato dal virus influenzale se stressato dal troppo affaticamento subito dopo aver superato la fase acuta della malattia.
In merito a questo, particolarmente a rischio sono gli atleti che esercitano un intenso esercizio fisico.
I primi esercizi dovranno essere di lieve intensità, considerando la debolezza dell’organismo.
Si consiglia di non forzare troppo l'organismo durante le prime sessioni e di iniziare, là dove possibile, in luoghi coperti come palestre e piscine evitando allenamenti all'aria aperta.
Altri accorgimenti da mettere in atto sono il calibrare bene le possibili esposizioni alle variazioni di temperatura, e coprirsi in modo adeguato durante la ripresa degli allenamenti nella stagione invernale, quando le temperature sono più rigide.