IPP trattata con Grafting ed impianto di protesi tricomponente
Ero affetto da L’induratio penis plastica (I.P.P.) o meglio conoscita come : morbo di La Peyronie.
Ho 44 anni e la mia vita sessuale era giunta al termine, avendo sviluppato una cuvatura di 80° ed una riduzione del pene a 10cm.
Dopo aver consultato diversi urologi, la mia attenzione si è fermata sul Dott. Antonio Ruffo, per dei motivi molto semplici:
esposizione elementare dell'argomento a noi profani del campo; possibilità di cure alternative per non arrivare all'estrema ratio
dell'intervento chirurgico che comunque comporta sempre dei rischi...anche una semplice tosillectomia.Carica umana e completa empatia
con il paziente, cosa mai riscontrata nei c.d. GOTA della chirurgia, ma lo dico in generale non solo in ambito Andrologico.
Dopo diverso tempo e tentativi vani di scongiurare l'intervento, in accordo con il Dott. Ruffo, si è deciso di intervenire il
25.07.2017, ovvero un mese fa.Tipologia di intervento: IPP trattata con Grafting ed impianto di protesi tricomponente.
Il giorno dopo l'intervento e per diversi giorni, non posso negare che ho riscontrato dolore, ma si tratta di una situazione soggettiva
e comunque gestibile con i comuni antidolorifici. Ciò che mi porta a lasciare una recinsione, sta nel fatto che a distanza di un mese, mi
sento ogni giono con il Dott. Ruffo e ci vediamo almento 2 volte la settimana per un controllo. Scrupoloso all'inversimile, attendo ai dettagli
trattandosi di un intervento per la vita, non lascia nulla al caso: dall'alimentazione post intervento, alla farmacologia, ai tempi di recupero
ed allo stile di vita in generale, da assumere per un determinato tempo. Bene, persone così credo sia difficile trovarle. Ad oggi sono ancora
in fase di follow up, in quanto e ad ovvia ragione, l'organismo si deve adattare ad un corpo estraneo. Se dovessi fare un esempio pratico, è
paragonabile ad un trapianto di organo, intendo solo in relazione alla risposta immunitaria che alcune volte può fare dei capricci, prima di
rientrare nei valori di norma. Ma anche in questo, il Dott. Ruffo sta monitorando ogni tre giorni i globuli bianchi, PCR e fibrinogeno...insomma
non c'e' alcuna infezione, ma per lui: prevenire è meglio che curare. L'intervento in sè è estremamente invasivo ed importante,ma posso garantire
per chi soffre della mia stessa patologia, che si tratta di una valida alternativa. L'importante è mettersi nelle mani del giusto operatore.
Sono sicuro che questa mia fase di convalescenza, terminerà nel migliore dei modi e se dovessi consigliare a qualcuno il Dott. Ruffo, direi
semplicemente: SI.L'aspetto economico incide per chi vive di stipendio come me, serenamente vi scrivo che mi è stato richiesto il giusto nulla
di più, con la garanzia di una presenza continua e costante del Dott. Ruffo. Ad maiora Dottore e grazie ancora