Cosa sono i linfociti
I
linfociti sono un tipo di globuli bianchi, essenziali per il corretto funzionamento del sistema immunitario. I
globuli bianchi, infatti, aiutano il corpo a combattere gli antigeni, dunque batteri, virus e altre tossine nocive, ricoprendo un ruolo fondamentale all’interno del sistema immunitario.
I
linfociti costituiscono normalmente dal 20% al 40% dei globuli bianchi. Sotto il 15%, siamo in presenza di
linfociti bassi. Tale insorgenza è chiamata anche
linfocitopenia o linfopenia; al contrario, un aumento dei globuli bianchi è definito
linfocitosi.
Si suddividono in tre categorie principali:
linfociti T, linfociti B e linfociti NK (natural killer), ciascuno con ruoli specifici nella risposta immunitaria. I linfociti T sono coinvolti nel riconoscimento e nell’eliminazione delle cellule infette, i linfociti B producono anticorpi per neutralizzare agenti patogeni, mentre i linfociti NK distruggono le cellule tumorali o infette da virus
In presenza di un
basso numero di linfociti la capacità del corpo di resistere e combattere le infezioni è gravemente compromessa e la sua suscettibilità al
cancro aumenta, anche se in linea di massima a preoccupare sono altre carenze di
leucociti. Avere dei
neutrofili bassi, ad esempio, rende l’organismo estremamente vulnerabile alla contrazione di infezioni micotiche o batteriche.
Tuttavia, anche la presenza di linfociti bassi non è da sottovalutare poiché comporta un potenziale rischio per vari organi.
Linfociti bassi: cosa significa
Avere i linfociti bassi può un essere segno di diverse condizioni, tra cui infezioni virali,
malattie autoimmuni, patologie croniche o l'uso di
farmaci immunosoppressori. Inoltre, un basso numero di linfociti può anche indicare la presenza di tumori o stati avanzati di malnutrizione.
Inoltre, la linfocitopenia può essere anche ereditaria o essere una reazione dell'organismo all'assunzione di alcuni farmaci.
Valori normali dei linfociti
I
valori normali di linfociti nel sangue dei soggetti adulti riportati di seguito costituiscono intervalli approssimativi.
I laboratori, infatti, spesso adottano modalità di misurazione differenti per gli
esami del sangue (
emocromo). Per maggiore certezza diagnostica si dovranno mostrare gli esami al proprio medico curante. Tali risultati possono variare in base a:
Per stabilire quando i linfociti sono bassi è utile tenere a mente le seguenti quantità, al sotto (o al di sopra) delle quali si avranno situazioni patogene:
-
Globuli bianchi: da 4.500 a 10.000 per mc/L.
-
Linfociti: da 800 a 5.000 per mc/L.
In termini percentuali, i linfociti costituiscono normalmente dal 20% al 40% dei leucociti circolanti.
Linfociti bassi: i sintomi
Capire
quando i linfociti sono bassi non è sempre semplice: questo fenomeno da solo non presenta sintomi o segnali evidenti. Nella maggior parte dei casi, tale condizione è rilevata durante le analisi per altre malattie.
I potenziali
sintomi dei linfociti bassi sono:
- Infezioni inusuali
- Aumento della frequenza di infezioni o infezioni irrisolte
Questi fattori possono indurre un medico a condurre ulteriori test per diagnosticare la causa del problema.
Cause dei linfociti bassi
Ci sono molte
cause dei linfociti bassi. Possono essere suddivise in cause generali, cause acquisite o cause ereditarie.
Cause generali dei linfociti bassi:
- Il corpo non riesce a produrre un adeguato numero di linfociti
- Il corpo produce un numero sufficiente di linfociti, ma vengono distrutti
- I linfociti rimangono intrappolati nella milza o nei linfonodi
Cause acquisite di linfocitopenia (legate a condizioni mediche di base o in risposta a trattamenti medici):
Cause ereditarie dei linfociti bassi (legate a difetti nei geni che svolgono un ruolo nello sviluppo dei linfociti):
Vi sono poi alcune cause del problema a cui prestare particolare attenzione. Ad esempio, tra le malattie infettive che causano un basso numero di linfociti vi sono:
Tra le malattie autoimmuni, quelle che più frequentemente portano a un abbassamento dei linfociti sono:
Tutti i tumori, ma in particolare quello ematologico, possono portare a un basso conteggio linfocitario. Pertanto il linfoma o la
leucemia determinano una condizione di linfopenia.
Da ultimo, anche l’
anemia aplastica può determinare un abbassamento di linfociti: questa patologia determina una riduzione o cessazione della capacità emopoietica del midollo osseo. Conseguentemente si verifica una condizione di pancitopenia, ossia riduzione di tutte le tipologie di cellule del sangue, compresi i globuli bianchi.
Diagnosi di linfocitopenia
Per
diagnosticare il
basso numero di linfociti normalmente si effettua una valutazione dettagliata della storia clinica del paziente, che comprende:
- Rischio del paziente di sviluppare l’AIDS.
- Precedente esposizione a trattamenti che possono spiegare una riduzione dei linfociti.
- Storia familiare del paziente.
Durante un esame fisico, il medico controlla
linfonodi e
milza ingranditi e ricerca altri
segni che indicano un’infezione. Inoltre, il paziente può essere sottoposto ad ulteriori test diagnostici per stabilire se malattie di base possono contribuire al basso numero di linfociti.
Cura per linfociti bassi
Generalmente, a un
basso numero di linfociti corrisponde una specifica causa patologica, quindi per risolvere il problema sarà opportuno trattare la malattia che ne è la causa.
In caso di linfocitopenia lieve senza causa sottostante, non viene somministrato alcun trattamento e può capitare che la malattia migliori o si risolva da sola.
Se la
linfopenia è causata da difetti genetici, il
trapianto di cellule staminali del sangue e di cellule staminali del midollo osseo sono considerati una valida opzione di trattamento.
Per alzare i linfociti bassi sono studi in corso per identificare farmaci e strategie terapeutiche.
Linfociti bassi in gravidanza
I
linfociti bassi in gravidanza sono un fenomeno che si verifica in modo abbastanza frequente. Tale evenienza non deve necessariamente allarmare, ma è bene indagare a fondo la causa di questo cambiamento per escludere eventuali patologie.
Tra queste, una delle più frequenti per le
donne in gravidanza, è l’
anemia aplastica, che si verifica quando il corpo non è in grado di produrre adeguate quantità di globuli bianchi.
Questa condizione produce un affaticamento e una vulnerabilità al sanguinamento incontrollati e a conseguenti infezioni. Le persone con più probabilità di riscontrare tale condizione, oltre alle donne incinte, sono i pazienti in cura con
chemioterapia o dosi di radiazioni per il cancro, oppure persone che fanno uso di droghe a scopo farmaceutico o che sono venute a contatto con agenti chimici tossici.
- Stare a riposo
- Protezione contro germi e rischio infezioni
- Astensione dall’attività sportiva
- Cautela in attività che comportano rischi di tagli o cadute
Linfociti bassi nei bambini
La definizione di un
numero basso di globuli bianchi nei bambini varia a seconda dell'età e del sesso del bambino.
Il
midollo osseo genera l’apporto di globuli bianchi nel corpo, quindi, qualsiasi condizione colpisca il midollo osseo può ridurre il numero di cellule nel flusso sanguigno. Ad esempio, le
infezioni batteriche possono distruggere i
neutrofili più velocemente di quanto vengano prodotti. I
virus possono penetrare nel midollo osseo e influenzare la produzione di globuli bianchi.
Il
parvovirus, un’infezione comune nei bambini, può causare una condizione chiamata
anemia aplastica, che interrompe la produzione di cellule ematiche, compresi i globuli bianchi, all’interno del midollo osseo.
Anche l’infezione del
virus dell’HIV provoca una diminuzione del numero di linfociti (linfocitopenia), rendendo il bambino suscettibile alle infezioni gravi.
Alcuni bambini nascono con difetti genetici, che impediscono loro di produrre globuli bianchi. La maggior parte delle deficienze immunitarie congenite è legata al cromosoma X, il che comporta che ne risultano colpiti maggiormente i ragazzi (essi infatti, possedendo un solo cromosoma X, esprimono come dominante qualsiasi carattere, anche recessivo, presente sul cromosoma).
I bambini nati con grave immunodeficienza combinata non possiedono uno specifico tipo di globuli bianchi, il che paralizza il loro sistema immunitario.
Senza un trapianto di midollo osseo, questi bambini solitamente muoiono di infezioni nel giro del primo anno di vita. I bambini con un’altra condizione, la neutropenia ciclica, subiscono una diminuzione periodica del loro numero di neutrofili, seguita da periodi di valori normali. Durante i periodi di conteggio basso, tali bambini sono suscettibili alle infezioni batteriche.
Una
linfopenia può anche verificarsi a seguito dell’
assunzione di medicinali. I bambini affetti da cancro che vengono sottoposti a chemioterapia possono presentare un basso numero di globuli rossi, poiché la chemioterapia ripulisce il midollo osseo non solo dalle cellule patogene ma anche da quelle che producono i globuli bianchi.
I
corticosteroidi usati dai bambini con patologie croniche, come il lupus, possono sopprimere la produzione di globuli bianchi nel midollo osseo. I tumori, come la
leucemia, possono affollare il midollo osseo, diminuendo la sua capacità di produrre globuli bianchi.
Neutrofili alti e linfociti bassi
Neutrofili e linfociti sono entrambi tipologie di globuli bianchi.
I
valori normali dei
neutrofili sono generalmente compresi tra tra i 1.500 e i 7.000 microlitri di sangue, ossia tra il 45 ed il 70% della conta leucocitaria.
Neutrofili alti e linfociti bassi: cause
Se dalle analisi del sangue emerge un livello troppo alto di neutrofili e un livello troppo basso di linfociti, le cause potrebbero essere diverse:
- Malattia autoimmune in corso
- Artrite reumatoide
- Lupus eritematoso sistemico
- Stress
- Terapia farmacologica che altera il livello dei linfociti
- Tumore
Consultare il proprio medico per una valutazione accurata degli esami ed eventuali approfondimenti quando si riscontrano linfociti bassi e neutrofili alti.
Neutrofili bassi e linfociti alti: cosa significa
La presenza di linfociti alti nel sangue (linfocitosi) potrebbe indicare la presenza di una patologia in atto nel nostro organismo. Quando la linfocitosi si accompagna a una lieve neutropenia (neutrofili bassi) si manifesta comunemente in presenza di infezioni micobatteriche o di tipo virale quali:
In queste condizioni, il numero di linfociti risulta elevato perché vengono prodotte numerose cellule per combattere l’infezione specifica. Linfociti alti contribuiscono ad abbassare il numero di neutrofili perché viene temporaneamente modificato il processo di produzione e maturazione di queste cellule, lasciando spazio a quelle più specifiche.
La stanchezza è spesso uno dei sintomi della linfocitopenia e costituisce il segnale che spinge il medico o l’ematologo ad indagare più a fondo la situazione, tramite delle analisi.
Dieta per linfociti bassi
Non sempre è possibile aumentare i linfociti bassi tramite la dieta. Quando la causa è da ricercarsi in una patologia sottostante (malattie infettive, autoimmuni, tiroidee e altro), l'unico trattamento consigliabile è quello farmacologico, sotto l'attento indirizzo di un medico specialista.
In taluni casi, però, è possibile impostare una dieta per i linfociti bassi ad hoc. In particolare quando l'origine della condizione è data da:
- Carenze vitaminiche (folati e vitamina B12)
- Carenze di oligoelementi (zinco e rame)
- Stress
- Mancanza di acido folico (contenuto in alcuni cereali, ma anche nel latte, nelle arance, negli spinaci e nei legumi)
Resta comunque difficile stabilire cosa mangiare per i linfociti bassi, ma vi sono una serie di alimenti che possono rafforzare le difese immunitarie e integrare eventuali carenze vitaminiche e non solo. Tra questi:
- Ginseng
- Agrumi
- Cereali
- Spinaci
- Uova
- Pesce
- Legumi
- Echinacea
- Aglio
- Shiitake, maitake e reishi
- Carote
- Tè verde
- Fermenti lattici
La carenza di globuli bianchi, data la loro funzione di difesa dell'organismo, rende inevitabilmente le persone più vulnerabili ad infezioni di diverso tipo.
Linfociti bassi in gravidanza
Una linfocitopenia acuta in gravidanza può essere causata da:
- infezioni virali;
- trattamenti con radioterapia e chemioterapia;
- dieta povera di proteine o comunque inadeguata;
- terapie con farmaci corticosteroidi, che nelle donne incinte si sommano agli ormoni già prodotti dal corpo.
I linfociti bassi in gravidanza non costituiscono di per sé una patologia, ma è fondamentale comprendere la causa di questa condizione per garantire che non vi siano altri problemi sottostanti.
È sconsigliato ricorrere a cure fai da te o rimedi naturali, poiché i bassi livelli di linfociti possono essere causati da diverse problematiche che richiedono trattamenti specifici.
Nella maggior parte dei casi, la linfocitopenia è dovuta a cambiamenti fisiologici legati alla gravidanza o a infezioni che, pur se significative, possono essere trattate con terapie appropriate. Si raccomanda sempre di consultare il proprio medico o uno specialista per ottenere il trattamento più adeguato.
Linfociti bassi: quando preoccuparsi
La linfocitopenia può essere una risposta a condizioni mediche croniche e gravi. I valori di linfociti bassi possono variare moderatamente rispetto all'intervallo di riferimento possono - apparendo anche in persone sane. Solo un medico può fare una diagnosi accurata o stabilire la necessità di ulteriori esami.
I linfociti bassi spesso si manifestano in presenza di infezioni, stress, denutrizione e immunodepressione, ma l'identificazione della linfopenia non deve essere necessariamente considerata come una diagnosi di una di queste patologie.
Quando si valutano i linfociti, è più rilevante considerare il valore assoluto piuttosto che la percentuale. Basarsi solo sulla percentuale potrebbe portare a interpretazioni errate del risultato dell'esame. Ad esempio, il valore percentuale potrebbe sembrare troppo alto o troppo basso anche quando il valore assoluto è normale; ciò può accadere se vi è un aumento o una diminuzione simultanea di un'altra categoria di leucociti, influenzando il numero totale di globuli bianchi.
Linfociti bassi e tumore
In alcuni casi, una riduzione dei linfociti può indicare la presenza di un tumore che compromette la normale produzione di cellule immunitarie, come accade nelle leucemie o nei linfomi.
Inoltre, alcuni trattamenti oncologici, come la chemioterapia o la radioterapia, possono causare una diminuzione temporanea del numero di linfociti, indebolendo la risposta immunitaria del paziente. La linfocitopenia in pazienti oncologici può aumentare il rischio di infezioni e complicazioni, rendendo necessario un monitoraggio costante dei valori ematici.
Cos’è la linfocitosi
La linfocitosi segnala, al contrario della linfopenia, un aumento del numero di linfociti nel sangue. La linfocitosi è presente quando la conta dei linfociti risulta:
- Maggiore ai 4.000 per microlitro negli adulti
- Maggiore di 7.000 per microlitro nei bambini
La
linfocitosi viene solitamente rilevata quando si effettua un
esame del sangue o
esame emocromocitometrico completo. Se non viene fornito il
conteggio dei linfociti può essere calcolato moltiplicando il conteggio totale dei globuli bianchi per la percentuale di linfociti rilevati nel conteggio differenziale. La conta dei linfociti può anche essere misurata direttamente mediante
citometria a flusso.
Avere dei
linfociti altissimi è una caratteristica di un’infezione in corso, in particolare nei bambini. Negli anziani, i disturbi linfoproliferativi, tra cui la
leucemia linfatica cronica e i linfomi, spesso si presentano con
linfoadenopatia e linfocitosi.
Le cause della linfocitosi assoluta includono:
- Infezioni virali acute, come la mononucleosi infettiva (febbre ghiandolare), l’epatite e l’infezione da Citomegalovirus
- Altre infezioni acute, come la pertosse
- Alcune infezioni da protozoi, come la toxoplasmosi e la tripanosomiasi americana (malattia di Chagas)
- Infezioni batteriche intracellulari croniche, come la tubercolosi o la brucellosi
- Leucemia linfatica cronica
- Leucemia linfoblastica acuta
- Linfoma
- Stato di post-splenectomia
Le cause della linfocitosi relativa comprendono:
- Età inferiore a 2 anni
- Infezioni virali acute
- Malattie del tessuto connettivo
- Tireotossicosi
- Morbo di Addison
- Splenomegalia con sequestro splenico di granulociti
Linfocitopenia: quando fare l'esame
Il medico curante può richiedere un
esame del sangue per monitorare i linfociti.
Questo si verifica in caso di segni di
malattie che indeboliscono il sistema immunitario, ma anche per distinguere tra una condizione tumorale e non tumorale, soprattutto nel caso di
tumori del sangue o del
midollo osseo.
Infine, il test può anche essere utilizzato allo scopo di monitorare l'efficacia di una terapia. Per quanto riguarda la preparazione all'esame, il
digiuno non è tra i prerequisiti né altri accorgimenti specifici.
Tra i
fattori che possono influenzare l'esame, si ricordano le seguenti situazioni:
- essere in un forte stato di stress;
- essersi sottoposti a operazioni chirurgiche;
- fare uso di medicinali immunosoppressivi, come nel caso di ricorso a cortisone, chemioterapia o radioterapia.