Dr. Riccardo Gobbi - Otorinolaringoiatra - Esperto Otorino EOS-DRS in disturbi respiratori in Sonno - Dirigente Medico ORL Dipartimento Testa e Collo
AUSL ROMAGNA U.O Otorinolaringoiatria e Chirurgia Orale - Ospedale Morgagni-Pierantoni, Forlì.
Buonasera Signora,
non c’è motivo di allarmarsi, nonostante la tua preoccupazione sia assolutamente lecita.
La prima cosa che posso consigliarti di fare è di porre molta attenzione al
respiro notturno di tuo figlio. Dormire accanto a lui, in questo caso, potrebbe essere un’ottima soluzione (seppur temporanea). Solo così, infatti, potrai rilevare attentamente se il suo respirare è
affannoso, se vi sono
pause di tipo apnoico, se vi è l’insorgenza di un
russamento o, ancora, se il
sonno è disturbato.
Non sono rari i casi, infatti, in cui la problematica dell'
ipertrofia tonsillare si accompagni ad un disturbo di tipo respiratorio e, in modo più specifico, alla cosiddetta
sindrome delle apnee notturne (
OSAS). La patologia con il tempo può produrre un
affaticamento cardio-
respiratorio: la presenza di una parziale ostruzione delle vie aeree, infatti, determina una riduzione dell’ossigenazione che, a sua volta, causa quei micro-risvegli che caratterizzano la sindrome, insieme al russamento e a delle brevi apnee.
È bene non preoccuparsi ma, al contempo, tenere sotto controllo la respirazione notturna del tuo bambino. Rivolgiti al suo pediatra che, nel caso sospettasse la presenza della sindrome, ti consiglierà di effettuare una
polisonnografia, ovvero quell’esame diagnostico di monitoraggio del sonno.
Sottoporsi a questo test per confermare o scartare la diagnosi è fondamentale: in età pediatrica, infatti, l’OSAS può causare problemi cardio-vascolari, determinare scarso accrescimento così come problematiche di tipo comportamentale o di apprendimento.
Buona fortuna