Buongiorno,
la circostanza clinica descritta è alquanto complessa e non vorrei in nessun modo criticare l'operato dei colleghi che hanno avuto in cura tuo figlio, nè
licenziare con leggerezza le tue domande. Procederò per ordine, solo al fine di fare un po' di chiarezza.
La
sindrome compartimentale si verifica quando i muscoli di una
loggia sono stati ischemici per troppo tempo (ma non così a lungo da farli morire del tutto). Questo si verifica, quando un'
arteria si
chiude o in seguito a del materiale all'interno del vaso stesso (per esempio, un
embolo o una placca) oppure quando il vaso viene compresso dall'esterno o distorto da un trauma. Il risultato, dopo aver ripristinato il flusso di sangue ai
muscoli, è quello di un eccessivo
gonfiore del muscolo in questione che, essendo contenuto dentro un
sacchetto inespansibile (la loggia appunto), soffre per una mancanza di sangue a livello capillare (i vasi principali che nutrono il muscolo sono pervi, ma il gonfiore eccessivo impedisce ai
capillari di portare i
globuli rossi fino alle cellule muscolari o di riportare il sangue venoso verso il
cuore).
Il
trombo di 6 cm nella vena poplitea di cui parli configura una
trombosi venosa profonda. Questa evenienza si verifica più frequentemente, in assenza di altri fattori predisponenti, nei pazienti ipomobili. Per intenderci, tutti quei pazienti che, per vari motivi, non possono muoversi in modo adeguato (i pazienti allettati, quelli in carrozzina).
Il
neuroma è l'esito di una
cicatrice esuberante ed inefficace del nervo.
Per rispondere alla tua domanda: la
sindrome compartimentale potrebbe aver provocato una lesione del nervo (che si era manifestata con un deficit dello SPE, come da te descritto). Il nervo, cercando di
ripararsi, potrebbe aver formato un neuroma. La trombosi della vena poplitea potrebbe essere stata provocata dall'ipomobilità e dalla sospensione della terapia eparinica.
Spero di aver contribuito a fare un po' di chiarezza.
Cordiali saluti