Come si può curare una donna che ha frequenti attacchi di panico, angoscia e schizofrenia?
Buongiorno, mia sorella da 30 anni ha iniziato il suo percorso di vita in consulenza con psichiatri del centro di salute mentale di zona e con la somministrazione mai interrotta di vari percorsi di psicofarmaci, iniziando da ragazzina con i primi Tavor, Talofen, poi a mano a mano che il tempo passava fino a oggi, con ripetuti passaggi di pronto soccorsi e ricoveri obbligatori, in quanto stava male, con panico, angosce e pensieri, idee che solo lei conosce, incomprensibili per gli altri, fino a darle la diagnosi di sindrome schizofrenica e sindrome dissociativa. In famiglia, siamo esasperati nel vederla peggiorare nel tempo con una quarantina di ricoveri nell'arco della vita, uno attuale in relazione anche ad effetti ipnotici negativi avversi da neurolettici psicotici come il precedente Risperdal, 3 anni di fila senza sospensione, monitoraggio fino a recarle reazioni da dipendenza ed ectasia, aritmia e frasi più disordinate che prima però non aveva, per cui, su emergenza, il centro di salute mentale non sa gestire il monitoraggio e la reale assistenza di cure e quando ha cominciato ad avere insonnia, frasi disordinate e tutti i sintomi negativi, altro ricovero. Come mai la persona ricade sempre in peggio? Se fosse la dipendenza chimica di queste molecole sul cervello ad averle creato reazioni psicotiche? Ci è stato detto dall'equipe psichiatrica che sono reazioni paradossali opposte al recupero da effetti ipnotici da farmaci. Ora è in una casa di cura altri 40 giorni, è stato tolto il Paliperidone altro farmaco che non le dava alcun beneficio per 6 mesi, non era più in sè, sconnessa nel parlare, ripetitiva. Al ricovero, lo psichiatra decide di togliere anche Abilify 400 mg, tolgono queste molecole per darle il Depakin da 1000 e Talofen 3 volte al giorno. Il Depakin da 1000 non si da agli epilettici? Mia sorella non è epilettica, questi passaggi avversi hanno una tutela legale?
Risposta
La situazione descritta è molto complessa ed è piuttosto insolito il gran numero di ricoveri e la refrattarietà alle terapie. Difficile esprimere pareri se non vi è una diagnosi attendibile.
Esiste anche un farmaco con specifica indicazione per
schizofrenia resistente, ma preferisco non entrare nel merito, non essendoci, come detto, sufficienti informazioni per un'ipotesi diagnostica.
Per lo stesso motivo, è impossibile dire quanto del quadro attuale possa essere eventualmente imputabile a terapie improprie o mal tollerate.
Mi dispiace non poter fornire un parere più esauriente.
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