Come si cura una psicosi indifferenziata?
Donna a cui 5 anni fa è stata diagnosticata una psicosi indifferenziata con allucinazioni uditive e ideazione delirante a contenuto grandioso. Tutti i farmaci (Quetiapina, Olanzapina, Clozapina, Clorpromazina, Aripiprazolo, Ziprasidone, Risperidone, Aloperidolo) non hanno dato nessun miglioramento per l'insorgenza di gravi effetti collaterali extrapiramidali (tremori, astenia, eccessiva sonnolenza, ptosi, ipotensione). L'ultima terapia somministrata è l'Aloperidolo, Fluvoxamina, Delorazepam, acido valproico, Biperidene per una depressione di ndd, ma il quadro clinico è invariato. Cosa ci consiglia?
Risposta
Buongiorno,
la diagnosi di psicosi indifferenziata spiega poco rispetto al quadro clinico (oltre ad allucinazioni e ideazione delirante potrebbero esserci molti altri sintomi che spesso determinano la scelta della terapia).
la diagnosi di psicosi indifferenziata spiega poco rispetto al quadro clinico (oltre ad allucinazioni e ideazione delirante potrebbero esserci molti altri sintomi che spesso determinano la scelta della terapia).
In più, si parla anche di una depressione, sempre in termini indeterminati. Il primo passo dovrebbe essere quello di chiarirsi le idee con il curante (ammesso che sia solo uno) rispetto alla diagnosi, in modo da poter decidere una terapia appropriata.
Rispetto ai farmaci che hai segnalato, alcuni effettivamente possono portare ad effetti collaterali extrapiramidali (Aloperidolo e Clorpromazina in primis), ma altri dovrebbero esserne esenti.
Rispetto ai farmaci che hai segnalato, alcuni effettivamente possono portare ad effetti collaterali extrapiramidali (Aloperidolo e Clorpromazina in primis), ma altri dovrebbero esserne esenti.
Averne cambiati così tanti in pochi anni potrebbe aver impedito un loro corretto funzionamento (spesso occorrono mesi per verificarlo). In più, l'associazione di farmaci appartenenti a categorie diverse (antipsicotici, antidepressivi, stabilizzatori dell'umore, benzodiazepine) rischia di confondere ulteriormente le idee.
Quindi, anche in questo caso, il primo passo da fare dovrebbe essere un chiarimento con il curante.
Cordiali saluti
Dr. Michele Patat
psichiatrapsicoterapeuta
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