I
neurinomi del VII nascono a diversa localizzazione,
intratemporali ed
extracranici, i più frequenti, ed i
neurinomi intracranici molto rari.
Originano dalle cellule di Schwann e dalle cellule della guaina perineurale sia delle fibre sensitive che motorie, determinando una
sintomatologia quindi sia
sensitiva che
motoria, con danno sia di tipo irritativo/positiva, almeno nelle forme iniziali, che negativa/deficitaria.
Una piccola percentuale inoltre rimane
asintomatica, evolvono lentamente ed in modo eccentrico, cioè all'esterno del nervo. I
sintomi principali e di esordio dipendono anche dalla localizzazione del neurinoma. Spesso i sintomi sono aspecifici e subdoli, vanno dalla
paralisi di un emivolto, alla sordità/
ipoacusia, all'otalgia, cioè dolore a livello dell'orecchio, ma sono rappresentati anche anche, inizialmente, da fenomeni irritativi come lo
spasmo dell'emivolto.
La
diagnosi precoce è fondamentale poichè permette un intervento precoce e di conseguenza esiti minori. Si stima che il 3-5% delle paralisi del VII nc cosiddette
a frigore sia in realtà dovuta dalla compressione del nervo da parte della massa tumorale.
Il
tipo di intervento varia sia in base alla
localizzazione che alle
dimensioni del tumore al momento della diagnosi, così come le
tecniche chirurgiche adottate e quindi la possibilità di recupero di esiti post chirurgici varia in base a queste varianti, ma la
funzionalità recuperata o mantenuta esitale post intervento generalmente è raramente modificabile, migliorabile nel tempo.
Nel caso specifico del
neurinoma dell'acustico, detto anche
schwannoma vestibolare, determina
sintomi di tipo otologico. Così come per il neurinoma del VII anche in questo caso gli esiti post chirurgici, ma anche i danni prechirurgici, dipendono dalle dimensioni del tumore da operare e dalla posizione. La scelta del tipo di intervento più o meno destruente, che permetta più o meno il mantenimento della funzione, dipende da questi fattori.
Si tenta il
mantenimento della funzionalità se il neurinoma non è delle dimensioni tali da essersi approfondito troppo nella zona di emergenza del
nervo uditivo o non ha raggiunto il fondo del condotto uditivo interno. Da tutti questi fattori quindi, e dall'entità del danno pre operatorio dovuto direttamente dal tumore, e post operatorio residuato dall'intervento, dipende la possibilità o meno di un certo recupero funzionale.
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