Circa la tutela dalle radiazioni ionizzanti per la popolazione, ed in particolare per i familiari dei pazienti, dal momento che i traccianti radioattivi vengono rapidamente eliminati dal corpo, la semplice precauzione di utilizzare i servizi igienici del presidio diagnostico al termine dell'esame, limiterà l’esposizione di radiazioni alle altre persone.
Una volta terminato l’esame il rischio da radiazioni per i familiari del paziente si può considerare trascurabile, dato che la quasi totalità dei radiofarmaci utilizzati esaurisce rapidamente la radioattività (alcune ore).
Le dosi assorbite dal paziente, immediatamente dopo la somministrazione e dopo 2 ore sono rassicuranti anche per le indagini che comportano attività piuttosto elevate come la scintigrafia ossea e l’angiocardioscintigrafia.
Ciò nondimeno è consigliabile di evitare lo stretto e prolungato contatto nelle prime ore soprattutto nei confronti dei bambini e delle donne gravide perchè sono i soggetti più sensibili ai danni probabilistici da radiazioni.
Il più importante fattore di riduzione della dose è la distanza, in quanto le radiazioni ionizzanti cedono e perdono energia nella materia e l'intensità di dose si riduce di un fattore proporzionale al quadrato della distanza dalla sorgente, che in questo caso è il paziente (legge della dispersione quadratica dell'energia). Pertanto il paziente sottoposto ad indagine scintigrafica non può essere considerato "socialmente pericoloso".