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Quali interventi sono consigliabili per trattare l'obesità?

Buongiorno, 
ho 39 anni e peso 89 chili per una altezza di 1,58 mt. Ho provato diverse diete, ma come sempre riprendo i chili e per me sta diventando molto deprimente questo tira e molla. È il caso intervenire chirurgicamente? Se sì, che tipo di interventi consiglia? 

Grazie

Risposta

Gentile Paziente,
il tuo rapporto peso/altezza (BMI, body mass index) supera i 35 Kg/metro quadrato di superficie corporea, configurando un quadro di chiara obesità.

Alla luce del fallimento dei trattamenti conservativi (non chirurgici) e dell'eventuale presenza di patologie obesità-correlate (cardio-vascolari, osteo-articolari), solo dopo accurata visita chirurgica bariatrica, potrebbe essere presa in considerazione l'indicazione all'intervento chirurgico.

Gli interventi chirurgici possono essere, genericamente, suddivisi in:

  • gastrorestrittivi: sfruttano la sazietà precoce, ottenuta riducendo il volume dello stomaco
  • malassorbitivi: si basano sul minore assorbimento calorico, ottenuto riducendo il percorso del cibo lungo l'intestino
Non ritengo esista l'intervento chirurgico bariatrico ideale per tutti i pazienti; può esistere, però, l'intervento chirurgico migliore per ogni singola persona obesa.

Veniamo quindi al tuo caso specifico.

Mi scrivi di "chili ripresi"; deduco che tu sia stata più volte (con "diverse diete") capace di perdere peso, senza tuttavia riuscire a consolidare i risultati nel tempo.

Il tuo potrebbe, dunque, essere un problema di continuità.

Inoltre il BMI, seppure suggestivo di un quadro di reale obesità, non rientra nelle fasce più gravi del problema.

L'intervento migliore nel tuo caso dovrebbe, a mio parere, compensare in modo stabile il tuo deficit di determinazione, nel portare avanti, nei mesi e negli anni, il programma di dimagrimento; tuttavia, l'entità del problema richiede un contenimento importante del rischio chirurgico, per evitare un'ingiustificata sproporzione tra il tuo stato di salute e le possibili complicanze.

Ogni intervento chirurgico presenta possibili complicanze legate, inevitabilmente, alla tecnica di esecuzione: se i visceri vengono sezionati e suturati, alterando l'architettura naturale dell'organismo, a ogni livello del rimaneggiamento chirurgico può insorgere una complicanza, legata al cedimento della parete dello stomaco e dell'intestino, con fuoriuscita libera in addome del loro contenuto; questo evento è alla base di pericolose infezioni addominali (peritoniti post-chirurgiche), pericolose per la vita.

In chirurgia oncologica, il "rischio tecnico" è necessario: in altre parole, non è possibile eseguire un intervento curativo senza resecare la parte malata e suturare i tessuti sani. In chirurgia bariatrica, esiste un intervento, il bendaggio gastrico, che consente la riduzione della capacità dello stomaco (e quindi la sazietà precoce), senza alterare in modo irreversibile l'anatomia normale, e quindi riducendo drasticamente il rischio per il paziente.

Questo intervento è praticabile anche nei casi di obesità più grave (BMI >40 Kg/metro quadrato di superficie corporea).

In effetti, il problema del superobeso non è la necessità di essere più aggressivi chirurgicamente, ma l'elevato rischio cardio-respiratorio e neurologico connesso con l'anestesia generale, che oggigiorno può essere abbattuto, prima dell'intervento bariatrico, in modo non invasivo, senza l'impianto di palloncini all'interno dello stomaco, bensì con l'utilizzo di integratori alimentari proteici dedicati.

Cordialmente

Risposta a cura di
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