Salve,
è bene che la cosa sia seguita dal ginecologo che ti segue.
Riguardo le
macchie comparse al corpo, è indispensabile fare una
visita dermatologica per chiarirne l'origine.
Difficilmente sono di
natura erpetica per come le hai descritte.
L’unica circostanza in cui la riattivazione dell’
herpes comporta un pericolo effettivo per la salute del bambino è la comparsa di
herpes genitale in prossimità del termine dalla
gravidanza.
Se durante il
parto il piccolo entra in contatto con lesioni erpetiche dei genitali, il rischio di contagio è dell’85%.
Le
conseguenze possono essere molto gravi:
esantema diffuso, manifestazioni a carico della mucosa del naso e della bocca,
congiuntivite, infezioni disseminate a vari organi, encefalomeningite.
Inoltre, la mortalità è elevata. Per sicurezza, quando la futura mamma sa di soffrire di herpes genitale ricorrente, è opportuno programmare un
parto cesareo.
Nel caso in cui il sospetto di un’infezione emerga solo dopo che il bambino è nato per via vaginale ed esista dunque la possibilità che sia entrato in contatto con il virus, è opportuno sottoporre quanto prima il piccolo a
profilassi con immunoglobuline specifiche.
Il rischio di contagio verticale, cioè di trasmissione dell’HSV-1 o 2 al
feto, aumenta se la donna contrae l’infezione per la prima volta in gravidanza.
In questo caso, il virus che circola nel suo organismo può attraversare la barriera della
placenta e raggiungere il nascituro, ma non sono ancora disponibili anticorpi materni a proteggerlo.
Se il
contagio avviene, i danni per il feto possono essere molto gravi, come ritardo dello sviluppo,
microcefalia o
idrocefalia, compromissione della vista e di altri organi.
Quando sussiste il sospetto che la futura mamma abbia contratto l’herpes, è anzitutto necessario che si sottoponga al più presto a un
esame del sangue alla ricerca degli
anticorpi specifici, IgM e IgG.
Se le IgG sono positive e le IgM negative, l’infezione è avvenuta, ma non di recente, e il rischio di trasmissione attraverso la placenta è minimo.
Se le
IgM risultano
positive, l’infezione è recente e il virus potrebbe aver raggiunto e contagiato il bambino. In questo caso, è opportuno sottoporre la donna ad una terapia a base di
antivirali sistemici.
Di solito, si fa ricorso all’
Aciclovir, che normalmente è controindicato in gravidanza, ma in questa circostanza offre benefici superiori ai rischi.
A distanza di alcune settimane dalla diagnosi dell’infezione materna e dalla terapia, è consigliabile effettuare un’
amniocentesi, alla ricerca di materiale virale nel
liquido amniotico, oppure un prelievo di sangue dal
cordone ombelicale, che permette di diagnosticare l’eventuale contagio del feto.
A questi esami, è possibile associare un’ecografia, per valutare i danni che il virus può aver provocato, tenendo conto però del fatto che non tutte le conseguenze negative dell’herpes congenito sono riscontrabili con gli ultrasuoni.
Saluti