La diagnosi da te descritta è quella di un disturbo piuttosto grave, quindi la prima cosa che ti consiglio di fare è quella di accertarti davvero di trovarti di fronte al disturbo che descrivi, anche se mi rendo conto che è una situazione difficile e c'è il rischio di andare incontro ad un conflitto con la tua parente.
Uscirne completamente dipende dal tipo e dalla gravità del disturbo, ma soprattutto dalla possibilità di trattare la persona (farmacologicamente o meno). In un caso come questo, capisco che dare torto alle sue convinzioni peggiora le cose, ma si può provare a fare leva sul disagio per convincerla a rivolgersi ad uno specialista; per esempio, potresti provare a dirle: "Quello che succede è brutto e ti fa stare male, perché non cerchiamo insieme un modo affinché queste cose brutte che ti circondano ti feriscano di meno? La situazione purtroppo è difficile da cambiare, possiamo vedere se c'è qualcuno che può spiegarci come conviverci così che non ti facciano più stare tanto male".
Purtroppo il caso che descrivi dovrebbe essere indagato più in profondità ed è difficile in poche righe dare un aiuto migliore, quello di cui mi raccomando è di evitare il "braccio di ferro" cercando di sdrammatizzare o sminuire una convinzione che per la tua parente è certezza: è necessario dimostrare partecipazione e comprensione, magari approfittare di un momento di maggiore lucidità per portarla da uno specialista.
Spero comunque di averti dato qualche idea per aiutare la persona di cui parli.