Buongiorno carissima signora,
dalla tua domanda, traspare il tuo profilo di donna attenta a sè e al benessere dei suoi familiari, con conoscenza della malattia diabetica e con preoccupazione di come tale malattia possa nel tempo evocare complicanze.
La tua domanda, inoltre, è di interesse generale, in quanto la risposta non può non contenere osservazioni pertinenti all'
ereditarietà della malattia diabetica.
Andiamo con ordine al fine di conformare in maniera adeguata l'argomentazione.
Riferisci di soffrire di
diabete LADA.
Come ben conoscerai, tale malattia è una variante di
diabete mellito che possiede caratteristiche cliniche e di evoluzione proprie, per certi versi intermedi al
tipo 1 e al
tipo 2, tanto è vero che si tende a definirla come
diabete tipo 1,5.
Si stima che anche il 10% dei pazienti inizialmente diagnosticato come diabetico di tipo 2 sia in realtà affetto da
variante LADA (acronimo di
Latent Autoimmune Diabets in Adults). Trattasi di
malattia autoimmune (e tale deve essere individuata la sua etio-patogenesi) a lenta, ma costante, involuzione verso
insulino-dipendenza.
La
variante Lada trova una batteria di tests per poter
diagnosticare la malattia:
La tua richiesta circa il possibile ruolo patogenetico dell'episodio familiare da te ricordato trova, da quanto sopra riferito, una sostanziale risposta negativa, nel senso che tale episodio, come ogni
evento stressante, può aver potuto peggiorare il quadro bioumorale, ma non già essere causa dello
squilibrio del metabolismo.
Chi è sofferente di
diabete Lada deve porsi l'obiettivo di mantenere il quadro metabolico in un recinto adeguato con stile di vita appropriato, ivi comprendendo regolare
attività fisica e
dieta ottimale, associando la
terapia farmacologica che, nel
diabete Lada, contempla quasi sempre l'uso terapeutico di
insulina esogena.
In questa maniera, esso verrà contrastato con norma ottimale dilazionando nel tempo la sua evolutività senza precipitare precocemente in stadio complicativo.
L'
insulino-terapia diventa finalmente un compagno di viaggio e giammai un ospite mal sopportato.
Traspare, inoltre la tua preoccupazione verso il figlio. Vorrei rassicurarti in maniera assoluta circa la
non ereditarietà del diabete e tanto meno del diabete Lada.
Ciò che si eredita è, eventualmente, la
diatesi, vale a dire una generica predisposizione, il che non è sinonimo di malattia.
L'unica
forma di diabete con ereditarietà certa, e qui si entra nel vivo della tua domanda circa la possibile trasmissibilità di malattia al figlio, risulta essere il
diabete MODY (è l'acronimo di
Maturity Onset Diabets of the Young) che insorge sempre in età inferiore a 25 anni, quindi anche in età pediatrica.
Di questa forma di diabete, esistono 6 (o meglio, alla luce degli ultimi studi probabilmente 7) tipi o varianti o sottotipi, a seconda di quale
deficit metabolico si venga a creare.
Si tratta di una
forma ad ereditarietà di tipo autosomico dominante, quindi senza preferenza di trasmissione da padre o madre a figli di ambo i sessi e si stima che in Italia la frequenza sia anche di 150.000 casi.
Le
due varianti principali, come frequenza effettiva, sono
MODY 2 e
MODY 3.
Il
Mody 2 è associato ad un
difetto dell'enzima glucochinasi: questo tipo di diabete può essere difficile da diagnosticare e i sintomi possono essere molto lenti nel manifestarsi.
Il
Mody 3, che è la forma in assoluto più frequente, è associato ad
insufficiente secrezione di insulina, sia in risposta al glucosio che all'aminoacido arginina, dovuta al
deficit del fattore HNF-1a. Questo sottotipo si manifesta in età adolescenziale con quadro classico di
poliuria e
polidipsia e può esordire con quadro di
chetoacidosi.
La sintesi conclusiva, e il dato assume di certo valore di interesse generale, non può non sottolineare come un
controllo del metabolismo degli zuccheri in età infantile (quindi anche a 6 anni) trovi una ragione di essere e una logica di significato non solo preventivo, ma anche come screening adeguato, conveniente ed opportuno.
Saluti