I virus che danneggiano il fegato sono il virus dell'epatite B, dell'epatite C e quello Delta. Tutti questi virus sono trasmessi per via parenterale, ossia tramite contagio con sangue infetto o più raramente con liquidi organici di persone infette.
L’epatite B acuta può durare da poche settimane a qualche mese e si può guarire spontaneamente. L’epatite B cronica invece è una malattia che dura tutta la vita e può portare a gravi patologie del fegato come il tumore epatico.
Il virus Delta non è in grado di determinare infezione da solo, ma necessita della presenza del virus epatitico B. L'incidenza dell'infezione da virus B, e di conseguenza da virus Delta, si è drasticamente ridotta negli ultimi anni a seguito dell'introduzione della vaccinazione antiepatite B, obbligatoria nei bambini in età prescolare.
La terapia della fase acuta diminuisce il carico di lavoro metabolico del fegato (farmaci, grassi, alcool) con un riposo di alcune settimane. Le forme croniche vengono valutate e trattate in ambiente specialistico, dopo aver effettuato una biopsia epatica.
Tra i farmaci disponibili vi sono l'interferone e nei casi più resistenti l'associazione interferone-ribavirina. La terapia dell'epatite B è piuttosto soddisfacente rispetto a quella dell'epatite C che tende invece a ripresentarsi in circa il 25% dei casi.
È importante che tutte le persone conviventi con un soggetto infettato da virus dell'epatite B effettuino le indagini per ricercare la presenza di infezione in atto o pregressa con il virus. In caso di negatività di tali indagini, è importantissimo sottoporsi a vaccinazione antiepatite B.