Come va trattato un cedimento dell'arcata plantare?
Gentile dottore, ho 28 anni, ho sempre avuto una postura sbagliata (cammino portando la testa, il collo e le spalle in avanti, ho la cifosi tra collo e spalle) dovuta anche dal fatto che ho un seno piuttosto abbondante (una quinta coppa d) e quindi penso che il peso del mio seno abbia influito sul mio modo di camminare. Questa postura sbagliata ha portato ad una conseguenza molto dolorosa: il cedimento dell'arcata plantare nel piede sinistro. Mesi fa, a lavoro (facevo la cameriera e mi sono ritrovata a stare tantissime ore in piedi) ho iniziato a sentire dolore intenso sotto la pianta dei piedi: mi partiva dal sinistro e poi coinvolgeva anche il destro. Prima diagnosi: fascite plantare. Mi viene prescritto riposo, crioterapia, tecarterapia e stretching. Sto meglio, torno a lavoro, ma il dolore ricompare. Seconda diagnosi: radiografia ad entrambi i piedi, sotto carico, che evidenziava un leggero cedimento dell'arco plantare nel piede sinistro. L'ortopedico mi prescrive plantari ortopedici, in modo da non sentire più dolore sotto i piedi. Mi faccio costruire i plantari da un tecnico, me li fa in vetroresina, molto duri, rivestiti di pelle. Da lì inizia il mio calvario. Indossandoli, non ho più dolori ai piedi, ma mi danno tanti altri problemi: problemi di equilibrio, acufene, sbandamenti di testa, problemi alla vista (mi sembra di guardare le cose come se fossi in punta di piedi), mi sento i muscoli dei polpacci e dietro le ginocchia perennemente in tensione e quindi ho problemi nella deambulazione e sono rallentata nei movimenti, la cosa più fastidiosa, spostando la postura artificialmente, perchè non solo i plantari mi tengono su l'arco del piede, ma mi obbligano a stare dritta (per non scaricare ulteriore peso sul piede quando cammino), ho i muscoli delle spalle molto tesi e questo mi ha creato fastidiosissime cervicali, che mi sono un po' migliorate grazie ad una massaggiatrice che mi ha detto che tutti i malesseri che avverto sono dati dai plantari, in quanto, modificandomi la postura, cambia un po' tutto e il corpo si deve abituare. Mi sono tolta i plantari, indossando scarpe sportive adatte (rialzate e nuove, quindi non sfondate) e dopo 2 giorni senza, la cervicale è molto migliorata, niente acufene, niente sbandamenti. L'unica cosa è che torna il dolore sotto il piede sinistro e lo sento come se mi salisse dal piede e mi arrivasse al ginocchio e alla spalla sinistra. Questo mi succede se porto scarpe non rialzate, se le indosso rialzate il dolore non è tanto forte. La massaggiatrice mi ha consigliato stretching tutti i giorni, per allungare la fascia del piede, ginnastica posturale per imparare a camminare correttamente e di dimagrire (sono 10 chili in sovrappeso) e di mettere scarpe non piatte, ma rialzate. Mi ha detto che, facendo con costanza esercizi di allungamento dei muscoli della fascia plantare, questi potrebbero sopperire il cedimento della volta del piede. Questa cosa è possibile o mi faccio fare dei plantari diversi, di un materiale più morbido e meno invasivo? La ringrazio per l'attenzione.
Risposta
Pregiatissima Signora,
la postura comprende tutto un insieme che mette in relazione il corpo con l'ambiente circostante.
Il cedimento della volta plantare modifica sensibilmente l'intero sistema posturale. Un plantare rigido, inoltre, non migliora sicuramente l'interazione piede-suolo e ne consegue ciò che tu stai vivendo.
Ti consiglio di farti seguire da uno specialista con esperienza che, oltre alla riprogrammazione posturale, possa anche aiutarti a correggere il tuo attuale stato ponderale.
Il plantare da adottare deve essere costruito con tecnologie in grado di assemblare adeguatamente materiali a elevata memoria elastica (ppt, EVA, EVA plus) e, possibilmente, dovrebbe essere fatto lievitare direttamente sotto il tuo piede evitando calchi in gesso e passaggi di costruzioni che alterano l'esatta spinta di compenso dei punti di carico plantare.
Ciò consentirebbe di ammortizzare i carichi meccanici e restituirebbe una spinta dinamica flebologica che aiuterebbe le gambe a non gonfiarsi (recupero della pompa plantare compromessa dalla scarsa attività muscolare del piede).
Torna dall'ortopedico che ti prescrisse il plantare e discuti con lui (che ne ha le competenze) i tuoi disagi derivanti dall'adozione del plantare in vetroresina che, probabilmente, non è stato collaudato e approvato da lui stesso.
Auguri per una pronta risoluzione delle tue problematiche
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