Congratulazioni per la veneranda età.
L'
Alzheimer è il dazio da pagare all'aumento dell'età media. Le stime parlano di più di 500.000 casi presenti in Italia e di ben 80.000 casi nuovi ogni anno: numeri da capogiro. Di conseguenza, dramma da capogiro se si pensa al numero delle famiglie coinvolte in questa vera e propria tragedia.
Nel lontano 1906, il
Dottor Alois Alzhemeir assistette una donna affetta da
perdita della memoria,
difficoltà di linguaggio e comportamenti poco comuni. Alla morte della paziente, il medico praticò l’
autopsia. Esaminò il
cervello e scoprì macchie anomale e grovigli di fibre oggi note come
placche amiloidi ed ammassi neurofibrillari.
I primi segni sono subdoli: difficoltà della memoria recente e cambiamento del
tono dell'umore. Poi il quadro piano piano si aggrava. Compaiono
disorientamento temporo-spaziale, incertezza nell'uso del denaro o nel calcolo; domande ripetute; trasformazione del tono dell'umore e della personalità al punto tale da non riconoscere più la persona cara. Quindi i sintomi si aggravano con una complessità inarrestabile e difficile da gestire.
Nel tuo caso, che cosa fare? Mettersi nelle mani di un geriatra di comprovata competenza. In questo modo, la terapia (quella da te riportata mi sembra adeguata) si potrà monitorare a seconda della gravità/intensità della sintomatologia.