Se è vero che non esiste alcuna legge che vieta la presenza di animali in condominio, è altrettanto vero che esistono delle regole sulla vita dei cani in condominio.
Queste regole dovrebbero essere esposte e visibili per tutti, ma non sempre questo accade. Inoltre, sappiamo che la normativa cambia nel tempo, e che spesso ne ignoriamo le modifiche, con il rischio di incappare in comportamenti che possono diventare oggetto di sanzioni.
Ecco perché in questo articolo vogliamo entrare nel dettaglio delle regole condominiali per cani, mettendone in luce gli aspetti più importanti.
La legge sui cani in condominio
I cani sono creature speciali, diventano parte della famiglia e danno tanta gioia senza chiedere nulla in cambio, se non cure e amore. Ma non esiste solo la vita all'interno delle quattro mura.
Quando il cane vive in un appartamento all'interno di un condominio, dobbiamo fare attenzione a osservare alcune regole.
È importante che ogni proprietario sia consapevole dei diritti e dei doveri, delle norme che disciplinano il comportamento dei cani e dei poteri del regolamento sui cani in condominio.
Secondo la Legge 220/2012 (articolo 1138 del Codice Civile, ultimo comma), ogni condomino può avere un animale domestico in casa propria, ossia un cane o un gatto che diventano veri e propri membri del nucleo familiare.
Nella fattispecie, per legge il cane può circolare in tutti i luoghi condivisi nel condominio: in ascensore, in giardino, in cortile, sempre che però sia dotato di guinzaglio e museruola quando obbigatoria.
Inoltre, è considerata illecita la decisione presa da una qualsiasi assemblea condominiale che abbia stabilito limiti alla libertà di un cane, senza prevederne il dibattito da inserire nell’ordine del giorno.
In questi frangenti, la questione è già di per sé annullabile, senza neanche portare la causa in tribunale, di fronte al giudice. È sufficiente controbattere all'accaduto inviando una raccomandata A/R all’amministratore.
Se il divieto è stato deciso all'ordine del giorno, invece, si può far ricorso al Giudice di Pace entro 30 giorni dalla data della deliberazione o dalla data di ricevimento del Verbale, allegando la documentazione che dichiara lo stato di buona salute del cane.
Ciò detto, tuttavia, la legge prevede anche l’osservanza di alcuni doveri da parte dei proprietari dei cani che vivono nei condomini. La convivenza cani - persone all'interno di uno stabile deve essere regolata nel pieno rispetto degli spazi condivisi.
Le eccezioni
In alcuni casi, il regolamento condominiale può richiedere l'allontanamento dell'animale: quando vi siano condizioni igieniche scarse o nulle, in presenza di patologie dimostrabili e certificate dalla ASL competente.
Restano esclusi dal contesto del regolamento cani in condominio gli animali esotici, come per esempio serpenti e iguane, che quindi non sono ammessi; mentre mancano riferimenti chiari a tutti gli altri animali (eccetto cani e gatti) che potrebbero rientrare nella categoria "animali domestici", esplicitamente ammessi per legge alla vita condominiale.
Infine, esiste anche il divieto di detenzione animali domestici quando il proprietario vieta all'affittuario l'ingresso di cani e/o gatti in casa. Tuttavia questa condizione deve essere scritta a chiare lettere nel contratto di affitto.
Regolamento Condominiale per Cani
Appurato che chiunque desideri convivere con un gatto o con un cane, è libero di farlo anche nel proprio appartamento nel contesto condominiale, dobbiamo tenere bene a mente che esistono delle regole da conoscere e osservare nel rispetto della comunità cui si appartiene.
Il proprietario del cane è chiamato a sorvegliarne il comportamento per evitare che possa causare danni o diventare motivo di fastidio per gli altri condomini.
Di fatto,
- il proprietario è responsabile di ciò che fa il cane (Corte di cassazione sentenza n.36461/2014).
Facciamo qualche esempio concreto di regole condominiali in base alle quali il cane
- deve essere dotato di microchip e iscritto all'anagrafe canina
- deve essere vaccinato contro le patologie cui è più esposto e/o soggetto
- deve avere un libretto sanitario rilasciato dal medico veterinario.
Mentre il proprietario è tenuto a:
- raccogliere sempre gli escrementi dell'animale ed evitare tutte quelle condizioni che danno luogo ai cattivi odori negli spazi chiusi e comuni (es: in ascensore)
- tenere il cane al guinzaglio, lungo 1.50 metri, all'interno degli spazi condivisi: il cane non può girovagare senza guinzaglio nel giardino condominiale (Corte di Cassazione sentenza n. 4672/2009)
- portare sempre con sé la museruola da far indossare al cane quando previsto dalle circostanze
- assicurarsi che il cane sia in buona salute (sottoporre a sverminazione, vaccinazione, trattamento antiparassitario)
- non lasciare il cane solo a casa per troppe ore con il rischio che abbai perché pensa di essere stato abbandonato
- valutare un'assicurazione che possa coprire cane e proprietario in caso di imprevisti, costi del veterinario, danni a terze persone o cose, tutela legale (che non è tuttavia obbligatoria).
Entriamo nel dettaglio di alcuni punti che è bene sapere per evitare problemi.
Come evitare di contravvenire al regolamento cani in condominio
I cattivi odori possono diventare motivo di forte contrarietà in un condominio. Ecco perché il proprietario dell'animale è tenuto a mantenere pulita la cuccia del cane in casa, sul balcone e sul terrazzo.
In caso contrario, qualora non vi fosse una pulizia periodica, i cattivi odori potrebbero arrivare in casa d'altri sollevando un polverone foriero di problemi a non finire. Non sono rari i casi di accuse di reato per "getto pericoloso di cose".
Attenzione, però, non basta il minimo olezzo per finire in tribunale. La puzza deve essere tale da superare la soglia della tollerabilità.
Inoltre, anche laddove vi siano odori intollerabili o condizioni di scarsa igiene, se ne deve dimostrare la causa con dati oggettivi forniti da perizie eseguite dai tecnici competenti, Polizia Municipale, ASL.
Altrettanto succede per quanto riguarda i rumori molesti. I cani abbaiano, c'è poco da fare. Ma cosa succede quando abbaiano in un condominio?
Il cane adopera il suo modo peculiare di esprimersi per comunicare le sue emozioni. Come premesso, se pensa di essere stato abbondonato, per esempio, può comunicare questo disagio abbaiando.
Riconoscerlo è buon senso. Inoltre, non possiamo pretendere che il cane sappia distinguere gli orari sensibili.
Ma se tutto questo è vero, lo è altrettanto il dovere del proprietario cui spetta la responsabilità di tenere il cane tranquillo nel primo pomeriggio, durante la notte e la mattina presto.
- Il proprietario è l'unico responsabile per il continuo abbaiare del cane durante la notte, anche se il disturbo arrivasse a un solo vicino di casa (Corte di Cassazione sentenza n. 36241/2004, sentenza n. 38034/2013).
Se gli odori sgradevoli e i rumori molesti arrivano a un punto di non ritorno, insostenibile per i vicini e gli altri inquilini, la questione può diventare seria.
Solitamente, prima di procedere per le vie legali, il proprietario viene richiamato all'ordine dall'amministratore o messo di fronte alle sue mancanze in un'assemblea condominiale nominata apposta.
Se la situazione non cambia, può intervenire l'ASL per rilevare e certificare le condizioni di vita del cane mediante un verbale. Il verbale sarà il documento con il quale sporgere denuncia contro il proprietario del cane presso le sedi competenti.