L'11 novembre segna la Giornata Internazionale della Vulvodinia, un’occasione per sensibilizzare e dare voce a milioni di donne che convivono con questa condizione “invisibile”.
Quest’anno, Hale, la clinica online specializzata nella diagnosi del dolore pelvico-genitale, sottolinea il suo impegno per la salute femminile, promuovendo un’iniziativa di supporto concreto che garantisce l’accesso a una diagnosi precoce per condizioni di dolore pelvico genitale cronico. Fino al 18 novembre, Hale offrirà un consulto gratuito con ostetriche specializzate, nel tentativo di abbattere il ritardo diagnostico e fornire supporto a chi sospetta di soffrire di questa patologia.
Che cos’è la vulvodinia
La vulvodinia è un disturbo cronico che colpisce la vulva, manifestandosi con sintomi di dolore, bruciore e irritazione persistenti. A livello europeo, si stima che ne soffrano milioni di donne, ma la diagnosi spesso rappresenta un percorso tortuoso. La patologia, infatti, viene spesso sottovalutata dai professionisti sanitari, che la confondono con altri disturbi ginecologici, contribuendo a un ritardo diagnostico medio di circa cinque anni.
In Italia, secondo alcune ricerche, una donna su sei soffre di vulvodinia. Nonostante l’elevata incidenza molte donne si ritrovano spesso a dover affrontare la patologia senza un supporto concreto. Il fenomeno evidenzia l'urgenza di una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione su questa condizione.
“Spesso, le donne che soffrono di vulvodinia si sentono sole, non credute e demotivate dai numerosi trattamenti inefficaci e dalle diagnosi errate,” afferma il dott. Luca Bello, ginecologo e responsabile clinico di Hale. "Rivolgersi a personale specializzato è il primo passo per un miglioramento reale della qualità di vita.”
L’iniziativa di Hale per la Giornata Internazionale della Vulvodinia
Quest’anno, in occasione della Giornata Internazionale della Vulvodinia, Hale ha deciso di offrire un supporto concreto alle donne che sospettano di soffrire di vulvodinia, mettendo a disposizione un primo consulto gratuito con ostetriche specializzate. Il consulto sarà accessibile fino al 18 novembre e mira a fornire un primo orientamento diagnostico e a illustrare i passi successivi verso una diagnosi accurata e un trattamento appropriato.
Per prenotare un consulto gratuito, le interessate possono visitare il sito web di Hale. Dopo aver inserito il codice promozionale "VULVODINIADAY" in fase di pagamento, l’utente avrà accesso alla chiamata gratuita, potendo scegliere data e orario. Il consulto è progettato per fornire non solo una valutazione iniziale, ma anche eventuali informazioni dettagliate sui successivi passi diagnostici.
Hale offre un supporto a 360 gradi per chi soffre di dolore pelvico-genitale, con un team multidisciplinare di esperti e un protocollo di anamnesi digitalizzato. La piattaforma mette a disposizione strumenti innovativi per la raccolta di dati clinici, semplificando il percorso di diagnosi e consentendo un accesso tempestivo a trattamenti mirati, avendo l’obiettivo di ridurre il tempo di attesa per una diagnosi fino a 30 volte rispetto ai percorsi tradizionali.
Un appello alla sensibilizzazione
L’iniziativa di Hale va oltre il supporto diretto alle pazienti. Come sottolinea Gaia Salizzoni, co-fondatrice di Hale, l’obiettivo è anche promuovere una cultura sanitaria inclusiva e informata. “Il nostro impegno è rivolto non solo alle pazienti, ma anche alle loro famiglie, ai datori di lavoro e alla comunità medica. Vogliamo contribuire a formare i professionisti e a promuovere una maggiore consapevolezza attraverso storie reali e percorsi di sensibilizzazione.”
Hale rappresenta un esempio innovativo nel campo della ginecologia, impegnandosi a colmare il divario di genere nel trattamento del dolore e a sensibilizzare l'opinione pubblica. Attraverso l’iniziativa per la Giornata Internazionale della Vulvodinia, l’azienda mira a sostenere concretamente le donne affette da questa patologia e a promuovere una rete di supporto che faciliti l’accesso a cure specialistiche di alta qualità.
L’11 novembre non è solo un momento per accendere i riflettori su una condizione spesso trascurata, ma rappresenta anche un'opportunità per numerose donne che, fino ad ora, non hanno trovato risposte al loro dolore.