Un nuovo studio, guidato dal professor Mijung Park, dell’Università di Pittsburgh School of Nursing e pubblicato on-line sulla rivista PLoS One, sembra non lasciare dubbi: vivere in un brutto quartiere può accelerare l’invecchiamento.
I ricercatori hanno esaminato più di 2.900 persone nei Paesi Bassi e hanno scoperto che coloro che vivono in quartieri con alti livelli di rumore, criminalità e vandalismo risultano biologicamente 12 anni più vecchi di quelli che vivono in zone migliori. Precedenti ricerche avevano già portato alla luce i legami tra vita in un brutto quartiere e bassa salute mentale e fisica. Ora, questo team ha analizzato l’impatto sulle salute cellulare, arrivando alla conclusione che il processo di invecchiamento biologico potrebbe essere influenzato dalle condizioni socio-economiche in cui una persona vive.
Reazione fisica e mentale
Park e i suoi colleghi si sono concentrati sui telomeri, i cappucci di protezione che si trovano alle estremità dei filamenti di DNA. I telomeri si accorciano naturalmente con l’età, ma questo processo può essere accelerato dallo stress fisico o mentale.
“Le differenze di lunghezza dei telomeri tra i due gruppi erano paragonabili a 12 anni di età cronologica“, ha detto lo studioso. Questo risultato suggerisce che l’ambiente di vita più duro di un brutto quartiere può accelerare l’invecchiamento.
“È possibile che le loro cellule si siano cronicamente attivate in risposta a stress psicologici e fisiologici creati da circostanze socio-economiche, politiche ed emotive sfavorevoli“.
Svelato il collegamento tra i due fattori, resta però ora da dimostrare il rapporto di causa-effetto tra di essi.