Il vaccino influenzale è una norma precauzionale contro l’influenza classica (non l’influenza intestinale, né contro il virus dell’influenza aviaria o suina), ideale per chi non voglia incorrere nei sintomi dell’influenza.
Quando vaccinarsi contro l’influenza 2016?
Il periodo di vaccinazione per la stagione influenzale dipende sia dalle previsioni di sviluppo della malattia, sia delle previsioni del picco di insorgenza dell’influenza. Determinanti sono anche i fattori climatici e geografici.
La situazione italiana, tenendo conto di tutti questi parametri, ha quello autunnale come periodo destinato alle campagne di vaccinazione antinfluenzale, ovvero la finestra temporale che va dalla metà di ottobre fino alla fine del mese di dicembre (salvo per specifiche indicazioni, che verranno fornite qualora l’andamento epidemiologico o altri eventi legati ai vaccini lo richiedano).
La somministrazione del vaccino è unica.
Chi sono le persone che non dovrebbero sottrarsi al vaccino e perché?
Il vaccino contro l’influenza è raccomandato per tutti coloro che non vogliono incorrere nella malattia e che non hanno situazioni pericolose di salute per le quali sia meglio non sottoporsi alla vaccinazione.
Il vaccino è offerto gratuitamente a coloro che possiedono condizioni personali di forte rischio di incorrere in complicanze nel caso di influenza.
La Circolare del Ministero della Salute ‘Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2016-2017‘ consiglia l’uso del vaccino contro l’influenza alle seguenti categorie:
- Persone aventi età pari o superiore ai 65 anni d’età compiuti.
- Bambini di età superiore a 6 mesi, ragazzi/adulti con gravi patologie, quali:
- malattie dell’apparato cardiocircolatorio
- malattie metaboliche
- tumori
- malattie agli organi emopoietici e emoglobinopatie
- malattie infiammatorie croniche
- malattie neuromuscolari
- epatopatie croniche
- sindromi da malassorbimento intestinale
- patologie per cui si prevedono interventi chirurgici
- malattie congenite o acquisite
- insufficienza renale
- diabete mellito
- malattie a carico delle vie respiratorie, (compresa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la BPCO – broncopatia cronico-ostruttiva)
- Bambini e adolescenti trattati con acido acetilsalcilico (a rischio di Sindrome di Reye in caso di influenza).
- Donne gravide al secondo e terzo trimestre di gestazione.
- Pazienti in lungo-degenza.
- Medici e personale sanitario (di assistenza).
- Familiari e soggetti a contatto con individui ad alto rischio.
- Lavoratori/volontari di servizi pubblici di primario interesse sociale (forze di polizia, vigili del fuoco, ecc.).
La campagna di vaccinazione è sicura anche per i soggetti immunodepressi, in quanto il vaccino non contiene virus vivi, ma solo antigeni di superficie del virus influenzale.
Nel caso di malattie autoimmuni, invece, la valutazione per il vaccino antinfluenzale va effettuata caso per caso, essendo queste patologie molto differenti tra loro per origine e per decorso. Lo specialista saprà indirizzare il paziente verso la scelta della vaccinazione o l’astensione da essa.
Il vaccino non va invece somministrato alle seguenti categorie:
- Bambini con età inferiore ai 6 mesi
- Soggetti che hanno manifestato reazione allergica a precedenti vaccini
- Pazienti affetti da malattie autoimmuni
- Soggetti con stati febbrili in corso
Quali sono i benefici del vaccino?
Il vaccino protegge contro il contagio da influenza con o senza febbre (e di conseguenza contro i sintomi dell’influenza con o senza febbre, ma non dai sintomi dell’influenza intestinale, non coperta dal vaccino) ed è altamente consigliato per tutte e categorie sopraelencate, che senza di esso potrebbero incorrere in gravi complicazioni.
Il vaccino non garantisce al 100% l’immunità dall’influenza (bisogna sempre considerare che un vaccino non può preservare da tutte le forme virali circolanti della malattia), ma riduce drasticamente il rischio di ammalarsi.
Quali sono gli effetti collaterali del vaccino influenzale?
Attualmente, non si conoscono fenomeni di sviluppo di malattie croniche per chi si sottopone a un vaccino influenzale; questo non aggrava neanche il decorso di una malattia cronica preesistente alla vaccinazione.
Al vaccino antinfluenzale possono comunque seguire alcuni effetti collaterali. La loro frequenza e manifestazione dipende dal tipo di vaccino, dalla modalità della somministrazione, dell’età e dallo stato di salute della persona vaccinata.
I vaccini inattivati, che vengono somministrati attraverso iniezioni intramuscolari, generalmente danno origine a reazioni locali (dolenzia, arrossamento, ecc.) e a volte febbre, dolori muscolari o mal di testa.
Tali insorgenze non richiedono generalmente l’ausilio medico e si risolvono facilmente con terapie sintomatiche (quali antipiretici e analgesici), scomparendo definitivamente nel giro di un paio di giorni.
Di solito la febbre, il mal di testa e i dolori articolari sono prevalentemente accusati da bambini e ragazzi.
Di rado, il vaccino può dar luogo a orticaria, asma o altre manifestazioni allergiche; tali risposte sono dovute a una personale ipersensibilità verso alcuni componenti presenti nel vaccino.