L’ultima puntata di Report andata in onda su RAI3 ha scatenato moltissime polemiche sulla validità o meno del vaccino contro il papilloma virus. In tal senso, si è espressa anche il ministro della salute Beatrice Lorenzin, dichiarando che è stato un vero e proprio atto di disinformazione.
Nella puntata di Report, polemiche contro il vaccino per l’HPV
Durante l’ultimo appuntamento della trasmissione Report che va in onda regolarmente su RAI3, è stato trattato il tema del vaccino contro il papilloma virus, che contribuisce alla prevenzione contro la comparsa del tumore al collo dell’utero. In questa puntata, il discorso era tutto improntato sull’inutilità della vaccinazione.
Alla fine della messa in onda, è intervenuto immediatamente Roberto Burioni, professore virologo presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Vita-Salute del San Raffaele. Quella che ha denunciato il dottore è stata la diffusione di una vera e propria bugia, che potrebbe portare a delle conseguenze molto gravi, se prendesse piede.
La sua dichiarazione è molto chiara: la libertà di opinione va sempre valutata molto approfonditamente. Soprattutto, ha lamentato il fatto che tutto quello che è stato detto non aveva alcun fondamento scientifico.
Il vaccino contro l’HPV è utile: parola di Beatrice Lorenzin (e non solo!)
A seguito della trasmissione e dell’immediato riscontro sui social network, si è sentita in dovere di intervenire anche Beatrice Lorenzin, ministro della Salute. Secondo la Lorenzin, coloro che hanno contribuito alla creazione del servizio hanno puntato unicamente a una diffusione di paure e timori che non hanno nessun fondamento scientifico. “Un atto di disinformazione molto grave, dato che il vaccino contro il papilloma virus è per ora l’unico che può prevenire una forma tumorale”, ha dichiarato il ministro.
Si parla di un tipo di vaccinazione che ha una grandissima efficacia, diversamente da quello che è stato dichiarato durante la trasmissione. Molte donne hanno scongiurato la probabilità di ammalarsi di questo tipo di patologia grazie alla prevenzione e al vaccino.
Il servizio ha trattato in particolar modo gli effetti collaterali del vaccino, portando a sostegno di tale tesi il fatto che venga usato un adiuvante chimico contenente dei metalli. Fatto che è stato subito smentito dalle varie ricerche effettuate su migliaia di pazienti che hanno potuto giovare della vaccinazione.
Il vaccino anti HPV riduce in maniera drastica l’infezione da papilloma virus, quindi, anche lo sviluppo di un ipotetico tumore del collo dell’utero perde di incidenza.
La replica del conduttore non è tardata ad arrivare
Sigfrido Ranucci, conduttore e curatore di Report, ha dichiarato che durante la messa in onda del servizio nessuno ha messo in dubbio la validità della vaccinazione. È stata solo chiarita la dinamica del farmaco-vigilanza, ovvero il fatto che nelle 36 ore successive a una qualsiasi vaccinazione ci potrebbero essere degli effetti collaterali pesanti.
Inoltre, il presentatore ha anche chiarito che tutte le persone che sono intervenute durante la trasmissione sono professionisti accreditati e che molti medici contattati dalla redazione si sono rifiutati di rispondere alle domande e di intervenire alla puntata.
La posizione della RAI
La RAI, dopo la bufera sollevata dal servizio e dalle conseguenti polemiche, ha dichiarato di essere stata sempre a favore delle campagne vaccinali, avendo un’efficacia tale da diminuire in modo netto la mortalità e da sconfiggere in modo definitivo moltissime malattie un tempo ritenute incurabili o invalidanti.
In seguito a ciò, la RAI ha deciso di aprire un’istruttoria per capire cosa sia realmente successo durante il programma televisivo.
Anche la politica è intervenuta a sostegno dei vaccini
In tutto ciò, anche i politici sono voluti intervenire per dichiarare la propria opinione. Francesco Verducci, senatore del PD e vicepresidente della Commissione di Vigilanza RAI, ha espresso la sua volontà di presentare un’interrogazione parlamentare riguardante tutta la faccenda. “Sulla salute e sulla sua prevenzione non è permesso fare disinformazione e allarmismo. È giusto e corretto che le persone vengano informate sui pro e contro delle vaccinazioni, ma in questo caso un servizio pubblico del genere non doveva venir trasmesso”.
Di contro invece, c’è Beppe Grillo che si dichiara a favore della trasmissione, asserendo che l’informazione è libera e ognuno può affermare la propria opinione e che quindi la censura non è ammessa.
Polemiche a parte, quando fare il vaccino HPV?
La polemica ha riaperto una finestra su una patologia che colpisce moltissime donne ogni anno: il tumore al collo dell’utero.
Il Papilloma virus (HPV) è un gruppo di più di 200 virus. Più di 40 tipi di HPV si possono facilmente diffondere attraverso il contatto sessuale diretto, dalla pelle e dalle mucose delle persone infette. Possono essere diffusi per via vaginale, anale e tramite sesso orale.
La vaccinazione contro l’HPV può ridurre il rischio di infezione da tale virus. Attualmente, sono stati approvati tre vaccini per prevenire l’infezione da HPV, i quali forniscono una forte protezione contro le nuove infezioni da HPV.
Tutti e tre i vaccini vengono somministrati attraverso una serie di tre iniezioni attraverso il tessuto muscolare nell’arco di tempo di 6 mesi. Per i ragazzi e le ragazze, è prevista la vaccinazione a 9 e a 14 anni (la seconda dose deve essere somministrata 6-12 mesi dopo la prima).
L’inizio della vaccinazione contro l’HPV deve partire all’età di 11 o 12 anni (la serie di vaccinazione può essere avviata a partire dall’età di 9 anni).
La vaccinazione nelle donne avviene in un’età compresa tra i 13 e i 26 anni, nei maschi l’età è compresa tra i 13 e i 21 anni.
È sempre utile ribadire il fatto che la vaccinazione e la prevenzione sono due strumenti fondamentali per vivere in salute e in serenità.