Il tetano è una patologia infettiva acuta molto grave anche se spesso c'è tendenza a sottovalutarla. È causata dalla tossina prodotta dal batterio Clostridium tetani, ampiamente distribuito al suolo, nella polvere delle strade e nelle feci degli erbivori.
Le spore di questo batterio possono sopravvivere nell’ambiente esterno anche per anni contaminando l’ambiente, penetrando nell’organismo attraverso una banale ferita o una inapparente puntura da spina di rosa.
Una volta penetrate nell’organismo umano le spore possono trasformarsi nelle forme vegetative che producono la tossina. Il batterio, quindi, non invade direttamente i tessuti ma la tossina tetanica raggiunge, attraverso il sangue e la linfa, il sistema nervoso centrale, causando contrazioni e spasmi muscolari diffusi e dolorosi, differenti per sede ed in relazione alle diverse forme cliniche: tetano localizzato, generalizzato, cefalico o neonatale.
Nonostante il tetano non sia contagioso, è una malattia altamente letale, tanto che dal 1968 in Italia la vaccinazione è obbligatoria sui tutti nuovi nati.
Tra le 292 segnalazioni di casi pervenute all’Istituto Superiore di Sanità (ISS) negli anni 1998-2000, il 70% dei casi è rappresentato da persone over 65, indicazione che deve sottolineare la necessità di migliorare l’offerta della profilassi post esposizione a tutta la popolazione, così come la promozione del richiamo della vaccinazione antitetanica agli anziani, ad esempio in occasione delle campagne annuali di vaccinazione antinfluenzale.
Per la vaccinazione antitetanica sono infatti consigliati richiami periodici ogni 10 anni. Inoltre, la presenza costante ed ubiquitaria nell’ambiente delle spore tetaniche rende praticamente impossibile l’eliminazione della malattia: di conseguenza, qualunque individuo non vaccinato o con titolo anticorpale insufficiente è potenzialmente a rischio.
Dal tetano, però, è possibile vaccinarsi. Vediamo insieme come funziona la vaccinazione contro il tetano, quali sono eventuali rischi e cosa accade quando ci si ferisce (e abbiamo dimenticato il richiamo vaccinale!).
Tutte le indicazioni sulla vaccinazione contro il tetano
Il vaccino antitetanico è rappresentato dall’anatossina, ovvero la tossina tetanica inattivata alla quale è stata tolta la sua tossicità mantenendo però inalterata la sua abilità di stimolare il sistema immunitario e la conseguente sintesi di anticorpi anti-tetanotossoide.
L’attuale calendario vaccinale prevede la somministrazione di tre dosi di vaccino anti-tetanico con una iniezione intramuscolare al 3°, 5° e 11° mese di età del bambino. Il vaccino anti-tetano è presente nel cosiddetto vaccino esavalente insieme a difterite, pertosse, poliomielite, epatite B ed Haemophilus influenzae di tipo B.
Una dose di richiamo del vaccino esavalente viene eseguita tra i 5-6 anni di età del bambino ed una ulteriore tra i 13-14 anni, sempre in soluzione combinata. L’efficacia della vaccinazione contro il tetano è molto alta infatti quasi il 100% dei vaccinati risulta protetto contro la malattia.
Anche per gli adulti non vaccinati è previsto un ciclo di tre dosi: le prime due devono somministrate a distanza di almeno 4 settimane l'una dall'altra e la terza 6-12 mesi dopo la seconda. Sono poi raccomandati i classici richiami del vaccino antitetanica ogni 10 anni, preferibilmente in associazione con il vaccino contro la difterite e la pertosse (dTap). Contro il tetano possono essere vaccinate anche le donne in gravidanza.
Dunque, riassumiamo per capire quando fare il vaccino contro il tetano ai bambini:
- Tre dosi al 3°, 5° e 11° mese di età
- Prima dose di richiamo tra i 5 e i 6 anni
- Seconda dose di richiamo tra i 13 e i 14 anni
La vaccinazione contro il tetano per gli adulti segue le stesse modalità con la somministrazione di tre dosi:
- Le prime due dosi a distanza di 4 settimane l'una dall'altra
- La terza dose 6-12 mesi dopo la seconda
Infine, in ogni caso, il richiamo del vaccino antitetanica è raccomandato ogni 10 anni.
Il vaccino contro il tetano è sicuro
Il vaccino è ben tollerato e la maggior parte delle reazioni seguenti alla somministrazione sono lievi: l’evento più frequente è la febbre che compare in circa un 1/3 dei bambini vaccinati, per la quale sarà sufficiente uno sciroppo a base di paracetamolo, oppure nella sede di iniezione, ovvero sul braccio, si possono verificare gonfiore, rossore e dolore per i quali si potrà applicare una pomata a base di arnica precedentemente raffreddata nel frigorifero.
Più raramente si possono verificare reazioni locali più estese e dolorose dette reazioni di tipo-Arthus e sono descritte generalmente negli adulti che hanno ricevuto frequenti richiami. Una reazione allergica grave da vaccino è molto rara.
Cosa accade se ci si taglia e non si è vaccinati contro il tetano
Il trattamento di una persona che si presenta al pronto soccorso con una ferita consta di due fasi successive dalla cui valutazione dipende poi il trattamento dello stesso per quanto riguarda la profilassi o il trattamento anti-tetano.
Nel primo step si mira alla valutazione della ferita e a fornire una adeguata cura della stessa. Le ferite devono essere considerate sporche o contaminate, quindi ad elevato rischio di tetano, se presentano al loro interno terriccio, sporcizia, feci o saliva. Sono considerate sempre come “contaminate” le ferite penetranti, da fratture esposte, da avulsioni, schiacciamento o che contengano tessuto devitalizzato o necrotico, come ustioni da caldo o da congelamento. Le ferite devono essere adeguatamente pulite, irrigate, disinfettate ed il materiale contaminante così come quello necrotico, rimossi.
Nella seconda fase si valuta lo stato di immunizzazione del paziente: in base al tipo di ferita ed allo stato vaccinale si valuteranno diversi approcci tra i quali immunoprofilassi antitetanica attiva (dunque il vaccino) o immunoprofilassi antitetanica passiva, ovvero immunoglobuline contro il tetano. In dettaglio, questi trattamenti verranno forniti qualora non sia noto lo stato vaccinale del paziente o non sia stato vaccinato ed abbia riportato gravi ferite.
In ogni caso, ricordate sempre il richiamo del vaccino. Ogni 10 anni!