Una dieta a base di grassi e zuccheri danneggia il cervello

Vincenzo Russo | Blogger

Ultimo aggiornamento – 04 Marzo, 2015

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Siamo sicuri di mangiare solo quando abbiamo appetito? Aspettate prima di rispondere sì, potrebbe sembrare la più banale delle domande, ma non sempre lo è. Molti di noi, infatti, mangiano anche quando non hanno bisogno di cibo. Altri stimoli ci inducono a farlo, a volte il solo pensiero del cibo ci induce a mangiare. E pensiamo al cibo più spesso di quanto potrebbe sembrare. Ad esempio, quando vediamo altre persone che mangiano, quando passiamo davanti al fast food, quando sentiamo il profumo dell’happy hour. Questo anche perché siamo il quotidiano bersaglio di sofisticate tecniche pubblicitarie, progettate per fare in modo che i pensieri sul cibo e il piacere di mangiare ci accompagnino quasi costantemente nell’arco della giornata.

Come si sa, mangiare abbondantemente cibi non sani può portare a sovrappeso. Ma i danni prodotti da una cattiva alimentazione non si fermano qui. C’è un collegamento diretto, come dimostrano diversi studi, tra la dieta ricca di grassi ed alcuni disturbi cerebrali, che può effettivamente compromettere la nostra capacità di evitare di mangiare troppo. In altre parole, più mangiamo cibo spazzatura e più sentiamo lo stimolo di mangiarne.

Molti scienziati ritengono che fattori sociali, in primo luogo la pubblicità, si sono combinati per creare un ambiente in cui lo stimolo del cibo sia in grado di sopraffare la naturale capacità biologica del corpo umano nel  controllare cosa e quanto consumiamo. Quanto questo sia vero lo dimostrano i paesi occidentali e, in primis, gli Stati Uniti, dove due terzi degli adulti e più di un terzo dei bambini e degli adolescenti sono  in sovrappeso o obesi. Questa tendenza si sta diffondendo in altri paesi in tutto il mondo. Come diretta conseguenza, la diffusione delle malattie correlate all’obesità, come il diabete e le patologie cardiocircolatorie, è in netto aumento nell’intero mondo occidentale.

Al centro del problema è il fatto che molti degli alimenti ai quali non riusciamo a resistere appartengono alla categoria del cosidetto “cibo-spazzatura”. Questi alimenti, accattivanti solo nel packaging, contengono carni rosse e latticini, noti per il loro alto contenuto di acidi grassi saturi. Questo tipo di dieta è consumato da così tante persone che ormai è conosciuta come la “dieta occidentale“.

Obesità e danni cerebrali

I danni provocati dall’eccesso di acidi grassi insaturi non sono soltanto quelli provocati dal sovrappeso. Recenti ricerche, ad esempio, indicano che la presenza di grassi in eccesso è correlata allo sviluppo di patologie cerebrali cerebrali.

Alcuni studi suggeriscono che gli adulti di mezza età, in sovrappeso e obesi, sono a maggior rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer e altre forme di demenza cognitiva senile, rispetto alle persone di peso normale. I risultati di altri studi suggeriscono che anche i bambini di età inferiore ai sette anni di età possono soffrire di alcuni tipi di deficit di memoria, come conseguenza dell’eccessivo consumo di una dieta ricca di grassi.

Molte informazioni sulla natura degli effetti sul cervello del consumo di cibo spazzatura sono confermati da studi effettuati su cavie di laboratorio. In particolare, si è visto che l’eccessiva presenza di grassi saturi indebolisce la barriera emato-encefalica (BBB – Blood Brain Barrier). La BBB è un sistema di cellule e membrane che formano giunzioni molto strette per impedire che gli agenti nocivi che circolano nel sangue possano entrare nel cervello. La dieta ricca grassi indebolisce queste giunzioni, permettendo a sostanze potenzialmente nocive di superarla e raggiungere il cervello.

Come risultato si ha un circolo vizioso nel quale la “dieta occidentale” produce una disfunzione dell’ippocampo, la parte del lobo temporale deputata alla memoria a lungo termine, che indebolisce la naturale capacità di utilizzare gli stimoli endogeni per contrastare l’eccessivo desiderio di cibo suscitato da stimoli ambientali. Questo porta ad un incontrollato aumento del consumo, causato dal progressivo deterioramento della funzione ippocampale.

Poiché questa funzione continua a ridursi e l’ippocampo è la parte colpita per prima nella demenza di Alzheimer,  si ha come risultato il rischio reale di un precoce e accellerato declino cognitivo.

 

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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