Troppo stress danneggia lo sperma

Giulia Agnolucci | Studentessa di Medicina

Ultimo aggiornamento – 13 Maggio, 2016

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La fecondazione è il momento in cui ha inizio ogni nuova vita: il primo istante nella nostra vita ha infatti avuto inizio così, con l’unione di una cellula uovo femminile e uno spermatozoo maschile. Durante questa fusione, uno dei momenti più importanti è l’unione dei patrimoni genetici di queste due cellule particolari: tutto il DNA contenuto nella cellula uovo e nello spermatozoo si unisce e si ricombina per formare il patrimonio genetico della nuova vita che sta iniziando.

Gli spermatozoi, le cellule sessuali maschili necessarie per la fecondazione, vengono prodotte con un meccanismo chiamato spermatogenesi; questo meccanismo avviene continuamente all’interno dei tubuli seminiferi, dei canali specializzati all’interno dei testicoli; per arrivare alla formazione degli spermatozoi maturi servono da 72 a 74 giorni. In situazioni normali, alla fine di ogni ciclo vengono prodotti circa 20 milioni di spermatozoi vitali, in grado di muoversi e capaci di fecondare una cellula uovo per dare inizio a un complesso insieme di divisioni cellulari che porteranno alla formazione dell’embrione.

In questo processo tanto complesso quanto meraviglioso, tuttavia, ci sono dei passaggi che possono non andare bene. Sempre più spesso, infatti, si riscontrano in molti uomini difetti e danni nella produzione dello sperma: queste anomalie dello sperma possono essere di tipo quantitativo, nel caso si abbia una riduzione della produzione si parla di oligospermia o di azoospermia se non si ha nessuna produzione, ma possono essere anche difetti qualitativi, per cui vengono prodotti spermatozoi difettosi o incapaci di fecondare.

Le cause dei danni allo sperma

Alcuni studi recenti hanno suggerito che gli stili di vita possono causare danni al materiale genetico contenuto negli spermatozoi. I ricercatori ipotizzano che alcuni fattori presenti nella nostra vita quotidiana, tra cui livelli elevati di stress, l’utilizzo del cellulare, ma anche l’obesità, possano arrecare danno alla fertilità maschile e causare anche cambiamenti nocivi nei geni che vengono tramandati alle generazioni successive.

Il processo della spermatogenesi è, infatti, un meccanismo molto sensibile in cui giocano un ruolo fondamentale la regolazione ormonale, ad opera soprattutto delle cosiddette cellule di Sertoli del testicolo, ma anche la temperatura: il microambiente in cui vengono prodotti gli spermatozoi infatti deve essere mantenuto ad una temperatura rigorosa di 35° e non di 36/37° come il resto del nostro organismo; è proprio per questo motivo che i testicoli si trovano esternamente all’addome, in modo da mantenere questa temperatura leggermente inferiore.

Le analisi classiche sulla fertilità maschile si basano soprattutto sul numero di spermatozoi emessi durante un’eiaculazione e secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità viene considerata normale una concentrazione di spermatozoi di circa 15-20 milioni per millilitro.

Recentemente, tuttavia, uno studio polacco condotto da un team ristretto di ricercato ha evidenziato l’utilità di un’analisi diversa per la fertilità maschile: il test della frammentazione del Dna spermatico. Il test permette di evidenziare delle rotture o lesioni del materiale genetico dello spermatozoo: queste lesioni infatti rendono lo spermatozoo incapace di fecondare o, nel caso in cui vi riesca, portano alla formazione di embrioni con gravi anomalie genetiche e conseguenti aborti precoci.

Lo studio condotto ha evidenziato che il consumo di caffè e bevande alcoliche e i livelli di attività fisica non giocano nessun ruolo sulla frammentazione del Dna, mentre gli uomini obesi, maggiormente esposti a stress o che utilizzano il cellulare da più di 10 anni tendono ad avere una produzione di spermatozoi più immaturi e quindi incapaci di fecondare.

Nonostante questi risultati gli scienziati non si sbilanciano sull’attribuire reali cause all’utilizzo del cellulare e saranno ancora necessari molti anni prima di arrivare a chiarire tutta la faccenda, tuttavia dai dati ricavati da questo studio emerge che più del 40% degli uomini in età fertile hanno dei problemi nella produzione degli spermatozoi, ma questi difetti non possono essere visti con i classici test sulla fertilità.

Il risultato interessante di questa ricerca ci fa riflettere anche sui moderni stili di vita, infatti lo stress ossidativo che causa danni al Dna è aumentato dai cattivi stili di vita che oggi sono sempre più diffusi: smettere di fumare, ridurre lo stress sul lavoro e nella vita quotidiana e concedersi qualche momento di riposo e di meditazione oltre a ridurre nettamente lo stress riduce anche lo stress ossidativo che fa invecchiare e danneggiare il Dna, compreso il Dna degli spermatozoi.

Giulia Agnolucci | Studentessa di Medicina
Scritto da Giulia Agnolucci | Studentessa di Medicina

Sono una studentessa di medicina, da sempre appassiona del corpo umano e con una grande passione per la letteratura; concilio questi due grandi amori qui su Pazienti.it, cercando con la scrittura di promuovere la salute, con un'attenzione particolare alla prevenzione.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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